di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
TENNIS – ATP BRISBANE- Roger Federer lascia le briciole a Grigor Dimitrov, chiudendo il match di semifinale contro il bulgaro 62 62 in meno di un’ora. C’è ancora un abisso di differenza tra i due, soprattutto nell’atteggiamento in campo. Lo svizzero è sempre aggressivo e propositivo. Domani affronterà Raonic vincente in tre tie-break contro Kei Nishikori.
Tutta la ruggine di quel primo turno: tanta, troppa, comprensibile, umana.
Di umano però in questi due giorni di Federer a Brisbane non abbiamo visto molto. In versione asfaltatrice, Federer ha prima steso il malcapitato Duckworth che sperava in maggiore clemenza viste le difficoltà con il connazionale Millman e poi praticamente irriso Grigor Dimitrov, che ha da sempre in Roger il modello da seguire. Durante la off-season si vociferava anche di una possibile partnership del bulgaro con l’ex coach di Federer, Paul Annacone; poi non se n’è fatto nulla, oggi sulla panchina di Dimitrov c’era ancora Rasheed, tra il basito e l’imbarazzato.
Federer, per nulla in vena di pietà, in realtà non ne aveva avuta a inizio torneo, quando ha respinto la richiesta dell’avversario odierno di giocare il doppio insieme proprio nel Queensland; Dimitrov ha poi “ripiegato” su Kokkinakis.
La partita di Federer è troppo veloce, troppo determinata, convinta. Roger ha le idee chiare e Dimitrov è frastornato da una foga tennistica che probabilmente ancora non conosce. E’ l’anno dei 34 per lo svizzero e pare iniziare al meglio. Probabilmente Federer non è al top della preparazione, non ancora: il modo in cui però anticipa e aggredisce, specie in risposta, gli consente delle soluzioni alle quali gli altri non sono però preparati. Quasi sempre in top, lo slice per avanzare o mettere in difficoltà l’avversario e quasi mai per recuperare, un movimento del servizio che pare essere ancora più abbreviato.
Come lo scorso anno Federer torna in finale a Brisbane, convincendo di più: era stato uno strepitoso Hewitt nel 2014 a togliergli la soddisfazione del titolo, domani ci proverà Raonic, contro il quale Federer non riuscirà a fare il gioco che vuole anche in risposta, vista la battuta del canadese.
999, scrive Roger sulla telecamera alla fine: sono le vittorie sul circuito. Domani, se dovesse vincere e aggiudicarsi il trofeo, sarà la vittoria numero 1000 in carriera. Non malissimo.