"Best of 2014": le cinque sorprese Atp dell'anno

TENNIS – DI PIERO VASSALLO – Il secondo appuntamento con i “Best of” è dedicato nuovamente al circuito ATP. Dopo aver rivissuto le emozioni dei 5 incontri più belli del 2014 stavolta rivivremo i match più sorprendenti dell’anno, le vittorie più  inaspettate e le debacle più clamorose. Ecco a voi i 5 risultati a sorpresa della stagione 2014.

Nick Kyrgios b. Rafael Nadal 7-6(5) 5-7 7-6(5) 6-3 (Wimbledon, quarto turno)

L’erba di Wimbledon si rivela di nuovo fatale per Rafa Nadal e dopo le sconfitte delle ultime due stagioni contro Rosol e Darcis arriva un altro stop inaspettato. Stavolta il giustiziere è Nick Kyrgios, australiano di passaporto australiano ma con sangue greco e malese, 193 centimetri di forza e classe e un’espressione che è un misto di sicurezza e puerile arroganza. 37 ace e 70 vincenti per mandare al tappeto il numero 1 del mondo, giunto alla seconda settimana dei Championships a distanza di tra anni dall’ultima volta. Con una sempre maggiore confidenza con la superficie e con l’erba provata dai primi sei giorni di incontri, le quotazioni di Nadal sembravano in rialzo invece come un fulmine a ciel sereno ecco l’ennesimo greco mancato a far saltare il banco. Nadal riuscirà a strappargli il servizio soltanto una volta in tutto il match, per il resto Kyrgios sarà strepitoso alla batutta, perfetto con il dritto e fulminante con il  discontinuo rovescio, concedendosi il lusso di scherzare lo spagnolo con un vincente tra le gambe capace di far impazzire persino il compostissimo pubblico del centrale di Wimbledon. Per Nadal sarà la sconfitta che farà da spartiacque al suo 2014: perderà il trono ATP e, fra problemi al polso e di appendicite, non combinerà nulla di rilevante per il resto della stagione. Per Kyrgios il miglior modo per presentarsi al grande pubblico e candidarsi ad un ruolo da protagonista già nell’immediato futuro.

Kei Nishikori b. Novak Djokovic 6-4 1-6 7-6(4) 6-3 (US Open, semifinale)

Uno dei due match che hanno segnato il sabato più incredibile della storia recente del tennis. Kei Nishikori batte Nole Djokovic, il grande favorito per la vittoria del torneo, e si guadagna la finale dello US Open divenendo il primo asiatico a raggiungere l’atto conclusivo di un Major. Dopo un agosto avaro di soddisfazioni Djokovic sembrava aver ritrovato il suo miglior tennis, il set lasciato per strada nei quarti contro Murray era un piccolo incidente in un cammino perfetto destinato a concludersi con il secondo Slam stagionale. Invece ecco il 24enne di Matsue, talentino precoce capace di afferrare il primo titolo della carriera a soli 19 anni ma frenato troppe volte dai guai fisici. Gli stessi guai che a Madrid lo fermarono sul più bello, a pochi punti dal suo primo Masters 1000. Sull’Arthur Ashe Stadium, sotto lo sguardo del coach Michael Chang, Nishikori si rende protagonista di un match sensazionale, mostrando tutta la sua straordinaria capacità di giocare d’anticipo e la sua mobilità perfetta. Inutile per Djokovic vincere nettamente il secondo set, impossibile per il numero 1 del mondo arginare un Nishikori straripante, talmente bravo da ricordare il miglior Agassi. 

Marin Cilic b. Roger Federer 6-3 6-4 6-4 (US Open, semifinale)

Nemmeno il tempo per riprendersi dalla shockante eliminazione di Djokovic ed ecco un altro incredibile capitombolo. Roger Federer, dopo aver rimontato due set di svantaggio a Gael Monfils nei quarti dello US Open, si arrende in tre set a Marin Cilic. Il croato gioca la partita perfetta, demolisce le certezze dello svizzero tirando vincenti da ogni angolo del campo e infrange i sogni di diciottesimo Major del campione di Basilea. Una vera favola quella del croato, passato dall’oblio della squalifica per doping del 2013 alle due settimane di paradiso a Flushing Meadows. Con un servizio degno del suo coach Ivanisevic, Cilic maltratta tutti i suoi avversari fino ai quarti di finale, ma il penultimo atto sembra un ostacolo di esagerata difficoltà. Nulla di più sbagliato. Un 6-3 6-4 6-4 che sintetizza perfettamente il dominio del gigante di Medjugorje, dominatore assoluto per tutti i 105 minuti di gioco. Federer vede impotente svanire la possibilità di giocarsi un’altra finale Slam, mentre Cilic completerà l’opera due giorni dopo battendo Nishikori e realizzando l’impossibile.

Stan Wawrinka b. Rafael Nadal 6-3 6-2 2-6 6-3 (Australian Open, finale)

Il primo terremoto stagionale arriva domenica 26 gennaio sulla Rod Laver Arena: Stan Wawrinka batte per la prima volta in carriera Rafa Nadal e vince il primo Slam della carriera. Era dallo US Open 2009 che non si vedeva un campione Major diverso dai quattro “Beatles” del tennis contemporaneo, un successo che di fatto mette fine ad un’epoca. Wawrinka non aveva mai vinto neanche un set contro lo spagnolo, pensare che potesse vincerne tre in una finale così importante sembrava utopia e invece assistito dalla classe e dalla fortuna eccolo farsi largo fra i grandi della racchetta e scrivere il suo nome nella storia. Stan è stato fortunato perché la schiena di Nadal ha fatto crac dopo un set, impedendogli di giocare una partita vera, ma il successo del ragazzo di Losanna è stato costruito partita dopo partita, esprimendo un tennis di rara bellezza, battendo fra gli altri anche il Djokovic imbattuto a Melbourne da quattro anni. L’infortunio di Nadal ci ha impedito di vedere una finale di alto livello, ma fin quando si è giocato a tennis Wawrinka è stato eccezionale mostrando come sia possibile incantare grazie ad uno stile ibrido fra i cosiddetti gesti bianchi e la forza bruta.

Chuhan Wang b. Fabio Fognini 7-6(5) 6-4 (Masters 1000 Shanghai, primo turno)

Partita che per peso e importanza dista lontana anni luce dai match trattati in precedenza, ma comunque meritevole di citazione. La decisione di inserire questo match nella top 5 farà storcere il naso a molti, ma perché non colorare questa classifica con un tocco di azzurro italico? E allora ecco l’incredibile ko di Fabio Fognini contro il carneade cinese Chuhan Wang, 22enne all’epoca numero 553 del mondo. Una delle tante brutte cadute del giocatore ligure, autore di una stagione segnata più da episodi controversi che da belle vittorie.

Infine doverosa citazione per altri cinque match:

Jo-Wilfried Tsonga b. Novak Djokovic 6-2 6-2 (Masters 1000 Toronto, terzo turno)

Jeremy Chardy b. Roger Federer 1-6 6-3 7-6(6) (Masters 1000 Roma, secondo turno)

Nicolas Almagro b. Rafael Nadal 2-6 7-6(5) 6-4 (ATP 500 Barcellona, quarti di finale)

David Ferrer b. Rafael Nadal 7-6(1) 6-4 (Masters 1000 Monte Carlo, quarti di finale)

Guillermo Garcia-Lopez b. Stan Wawrinka 6-4 5-7 6-2 6-0 (Roland Garros, primo turno)

 

Dalla stessa categoria