Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
25 Nov 2014 17:58 - ATP
Master della Compassione: Nadal e Gasquet subito protagonisti nelle prime giornate
di Redazione
TENNIS – Di ControBreak
“Abbiamo visto cose che voi umani non potreste nemmeno immaginarvi: Nadal tirare calci alle bottigliette, Verdasco dare una lezione di fashion stylist a Berdych e astronavi ferme sopra lo splendido impianto della MDC Arena”. Rutger Hauer ci spiccia casa.
Le sensazioni vissute nella prima giornata del Master della Compassione 2014 sono state quanto di più incredibile possiate immaginarvi. Pensavamo anche di riuscire a vivere un pronostico indovinato da Wilander, ma purtroppo nemmeno la fantascienza arriva a tanto.
Siamo arrivati nell’impianto a bordo di Rosetta, che dopo essersi fracassata le scatole sulla cometa deserta, ha deciso di fare un salto sulla Luna a seguire il torneo dell’anno; insieme a lei circa qualche miliardo di spettatori seduti compostamente sulle tribune, centinaia di giornalisti da tutto il sistema solare e circa 5 milioni TV collegate per seguire in diretta l’evento. Accanto a noi, in tribuna stampa, l’impareggiabile Luigi Ansaloni, sempre pronto per le interviste del dopo partita, e Mats Wilander, protagonista con il suo Game, Set and Mats ricco di ospiti sempre nuovi.
E l’inizio è stato subito scoppiettante, con le sfide Nadal-Janowicz e Dolgopolov opposto a Berdych. L’emozione per il pacatissimo Jerzy è stata talmente tanta che ha deciso di scendere in campo vestito da astronauta e ha partecipato al sorteggio pronunciando le fatidiche parole “è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per… ” subito interrotto da NMM che dal pubblico ha urlato “Jano zitto, gioca e non rompere i coglioni che ho fretta”.
Nadal invece è stato acceso dallo zio Toni pochi minuti prima dell’incontro, in modo tale che le cicatrici dovute all’operazione all’appendice non si surriscaldassero. Il processo “tic.exe” ha comunque iniziato a girare bene fin da subito, anche se l’allineamento delle bottigliette non era preciso come al solito in quanto la particolarità del polo magnetico della Luna tendeva a spostarne una di tre quarti di millimetro, cosa che ha rischiato di mandare in tilt alcuni chip del maiorchino. Tutto risolto comunque da un’interruzione forzata del processo “StrizzatiIlNaso.exe” e dal conseguente minor impiego di RAM.
Rafa è partito bene, approfittando anche delle chiare difficoltà del polacco nei movimenti. Non era infatti ancora riuscito a togliersi la tuta da astronauta in quanto troppo complicato per un quoziente intellettivo come il suo. Dopo il parziale di quattro giochi a zero ha quindi optato per strapparsela con i denti e da quel momento ha iniziato a giocare in maniera un po’ più sciolta. Il primo set è però volato via con il punteggio di 6-2 per l’iberico. I problemi per Rafa sono iniziato quando il joypad wireless di zio Tony ha iniziato a rispondere ai comandi in maniera difettosa. Alcune onde radio aliene si erano infatti inserite dallo spazio antistante la MCD Arena, causando un malfunzionamento del prezioso apparecchio. Nadal ha quindi iniziato a fare cose senza senso, tipo smutandarsi la fascetta per i capelli e tirare calci alle bottigliette, favorendo un buon secondo set di Janowicz, capace di pareggiare i conti con un pregevole 6-3.
Tra il secondo e il terzo set c’è stato quindi un piccolo intervento flash di Wilander(ah, l’ospite della giornata sarebbe dovuto essere Stepanek, ma ha pensato bene di chiudersi in bagno con Barbara Schett per cui la puntata è saltata), che tronfio di sapere ha accennato un “e adesso occhio a Janowicz”. Nemmeno il tempo di chiudere bocca che l’astronave aliena, parcheggiata fuori la MDC Arena, che interferiva sul controller di Zio Tony è ridecollata (si è scoperto solo dopo che era ilTaxi di Dolgopolov), e dopo un rapido check up Nadal ha ripreso di buona lena portando a casa l’incontro. Pubblico in visibilio e pronto per l’altra grande sfida della giornata, Berdych-Dolgopolov.
Il ceco ha optato per un mise estremamente sobria: maglietta fucsia a strisce arancioni fluorescenti con paillettes arcobaleno a quadri rossi, gialli e verdi e spalline. Pantaloncini in tinta fucsia, viola e bordeaux, scarpe rosa e cappellino con luci a intermittenza. Schifata da tutto ciò, anche la sua ragazza Ester Satorova ha deciso di piantarlo per scappare col primo essere umano eterosessuale che passasse là per caso. Dolgo si è invece presentato a bordo della sua solita astronave (solo dopo abbiamo appurato che era la sua modesta macchina che usa per andare a compre il pane) accompagnato da alcuni amici giunti dal pianeta Drop per l’occasione: ET, Predator, la Regina di Alien, tutto il cast di Star Trek, i Klingon e il bambino di Navigator.
Tutto sembrava pronto per un incontro avvincente, e già in mezzo al pubblico si aggirava come un forsennato un tale Filos Braccialovic a raccogliere scommesse su chi avesse perso in maniera più compassionevole, ma la mise di Berdych non è purtroppo andata giù al mega super capo del torneo Verdasco. Il supervisor magnum del Master della Compassione è quindi uscito dalla Jacuzzi e ha fatto un’ora e mezza di lezione in fashion stylist al ceco, che pare abbia capito la differenza tra il gessetto e la lavagna solo dopo 40 minuti, mentre il resto del corso l’ha trascorso a twittareminchiate per i suoi followers bimbominkia da sotto il banco. Morale della favola,vittoria assegnata a Dologopolov a tavolino che ha così potuto festeggiare nella Jacuzzi di Verdasco. Spettacolo.
Nemmeno il tempo di smaltire l’adrenalina nel sangue per l’insostenibile spettacolo della prima giornata del Master della Compassione 2014, che la MDC Arena era già nuovamente attiva per proporci l’esordio del Gruppo B con i matchTsonga-Murray eGasquet-NMM. Come al solito la struttura si è riempita in tempi record, otto miliardi di alieni hanno preso posto in dieci minuti grazie alle rotatorie poste agli ingressi di ogni settore delle tribune. I 146 umani dotati di biglietto invece sono stati fatti entrare per ultimi e sono arrivati al loro posto dopo due ore, riuscendo a intasare da soli tutte le rotonde della struttura. Ci dobbiamo sempre far riconoscere. Occupati i nostri posti riservati, stavolta di fianco a Luke Skywalker e il papà (di cui non riveliamo il nome per motivi di spoiler!), tampinato da Judy Murray, C-3PO e R2-D2, ci siamo goduti la puntata di Game, Set and Mats sul maxischermo a LED lunari. Ospite in studio Gulbis, vestito con le scendiletto in pelle di lamantino, vestaglia in cachemire e sigaro. Dopo i saluti di cortesia, le analisi sbagliate di Wilander e alcuni filmati dei precedenti Master della Compassione che hanno visto Ernests protagonista, si è provato a coinvolgere il lettone, intento da mezz’ora a smanettare sul suo iPhone 10. Barbara Schett ha quindi rotto il ghiaccio chiedendo al disinteressato ospite perché fosse sulla Luna, visto che quest’anno aveva scampato l’invito al MDC. Prese due boccate di sigaro, Gulbis ha prontamente risposto: “A dire la verità sono qui perché io vado sempre a caccia di nuova figa e mi avevano detto che sullo spazio c’era Rosetta”. La Schett, indecisa se essere schifata dalla volgarità o dall’ignoranza, ha dato prontamente la linea a Eurosport Interstellar per la diretta del match.
Tsonga, arrivato all’ultimo momento domenica notte dopo la batosta in Davis, non era ancora riuscito a consultarsi con Berdych, riguardo a come si doveva attivare il neurone con la gravità della MDC Arena. Così il francese è entrato in campo lento e con lo sguardo perso nel vuoto. In pratica come al solito, ma stavolta per sveltire la cosa c’erano due infermieri della neuro che lo spingevano da una parte all’altra del campo per farlo muovere. Dall’altro lato Murray è entrato diverso dal solito: energico, saltellante e in perfetta forma fisica. La passeggiata lunare del giorno prima fatta senza tuta spaziale gli aveva fatto rientrare i canini e il mix di radiazioni gli avevano sciolto ogni possib
ile dolore muscolare. Era ormai una persona diversa, tanto che a fine incontro ha dichiarato che se avesse saputo prima dei benefici della gravità della luna, ci sarebbe passato la settimana pre-Londra, così magari avrebbe fatto una figura migliore.
In queste condizioni di assoluto sbilanciamento, lo scozzese non ha perso occasione per riprendersi la rivincita su quanto successo all’ATP Finals e nel giro di venti minuti ha inflitto un indolente 6-0 al francese. Il pubblico è rimasto ammutolito. L’incontro sembrava ormai segnato perché i due infermieri non riuscivano più a spostare il peso morto da una parte all’altra del campo (tra l’altro inutilmente). Fortunatamente però Berdych, che dalla sera prima era ancora sotto controllo di Verdasco che gli impartiva lezioni di stile, vedendo il povero francese col neurone spento, si è avvicinato per spiegare come azionare la particella. Un’immagine che se l’avessero vista gli sceneggiatori di Scemo e più scemo ne avrebbero potuto scrivere una serie intera di dodici stagioni. Comica veramente però.
In parole povere bastava roteare la testa per attivare il neurone nella scatola cranica. Ripreso il gioco però Tsonga è rientrato in campo vestito con la tendina della doccia degli spogliatoi e col cellulare si è fatto un selfie con chiunque gli capitasse vicino. Ha riempito il profilo Twitter di freddure e ha cominciato a importunare la Satorova. Chiamata la sicurezza e sedato con sonnifero per orsi, Jo Willy è stato portato fuori dallo stadio e Murray ha vinto per ritiro. A fine incontro si è poi scoperto che il neurone si attivava roteando la testa in senso orario per Tsonga e antiorario per Berdych. In pratica il francese, sbagliando il verso di attivazione stava ragionando colcervello (se così possiamo definirlo) del ceco. Anche questo servirà da lezione per il suo prossimo match.
Visto che c’era allerta meteo per una tempesta solare in arrivo, che avrebbe potuto creare disagi per il ritorno a casa degli abitanti di Alfa Centauri, sono subito scesi in campo Gasquet e NMM, quest’ultimo visibilmente alterato. Perso il sorteggio ha fracassato subito due racchette minacciando l’arbitro che se avesse perso il match si sarebbe trovato in grossi guai. Intimorito da questa foga, il francese ha indietreggiato di altri due metri rispetto alla sua posizione contro Federer in Davis. In pratica NMM per vederlo doveva usare i binocoli.
Il transalpino è subito andato sotto 6-2 perché era talmente lontano dal campo che spesso la palla faceva doppio rimbalzo. Ha perso una marea di punti in questo modo e, capito il segreto per la vittoria, NMM si è portato velocemente al match point. Gasquet così si è avvicinato all’arbitro piangendo, chiedendo che avrebbe voluto lamamma, richiesta ovviamente inesaudibile. In sostituzione, gli è stato concesso un medical time out con lo psicologo, che dopo aver ipnotizzato il giocatore ha cominciato il suo trattamento. NMM, che era a un punto dal match, vedendo la scena ha cominciato a lamentarsi prima con l’arbitro e poi con lo psicologo fino a quando, piazzatosi di fianco al francese, l’ha riempito di complimenti “Femminuccia! Gioca e no’ rompe’r cazzo! Alzate ‘nfame! Ah merdaccia! Medical time out de stocazzo”. Gasquet, sotto ipnosi, sentendo questi insulti, ha fatto riemergere dal subconscio l’animo sepolto da bulletto. Risvegliatosi di prepotenza ha ribaltato il match e, giocando solo di rovescio, non ha concesso più nemmeno un 15 a NMM, fino a farlo uscire perdente sotto i fischi del pubblico.
L’emozionante seconda giornata del Master della Compassione 2014 si è quindi chiusa con un punto in saccoccia per Murray e Gasquet che si trovano in testa al Gruppo B. Se Ansaloni non è scappato dietro qualche cratere lunare con la Schett, per provare a emulare invano le prodezze di Stepanek, dovremmo riuscire a pubblicare anche un riassunto di quanto successo in sala stampa. In ogni caso, oggi si riparte col Gruppo A alle ore 15 lunari con Janowicz-Berdych e a seguire Nadal-Dolgopolov. Non vediamo l’ora di esserci!