Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
17 Nov 2014 06:00 - ATP
Atp Finals Londra: le difficoltà di un tennis senza Federer e Nadal
di Gianluca Atlante
TENNIS – Di Gianluca Atlante
Non è colpa della formula, ma dei giocatori. Perché basta che il 33enne Roger Federer, rinunci a malincuore alla finale del Masters che il castello della O2 Arena, oseremo dire di carta, crolli in maniera incredibile.
Non ce ne voglia Andy Murray, chiamato d’urgenza a fare da sparring partner a “Nole”, e nemmeno gli altri, ma Roger Federer è unico anche nelle situazioni più delicate. Perché è andato in campo, ha spiegato le ragioni del suo forfait a quelli che il biglietto lo avevano pagato, anche in maniera salata ed ha tolto il disturbo regalando a Djokovic il quarto Masters della sua carriera. La degna fine di quello che è stato un challenger con due wild card di lusso, Djokovic e Federer appunto.
Non c’è stata una partita, eccezion fatta per la semifinale di sabato sera tra Federer e Wawrinka, che abbia retto soltanto minimamente il peso dell’evento. Non c’è stata lotta, mai. In nessuna partita. Per mancanza di giocatori, è ovvio. Perché con Nadal fermo ai box e Murray lontano parente di quello che vinse Wimbledon nel 2013, Djokovic e Federer hanno fatto quello che in gergo amiamo chiamare “il bello e cattivo tempo”. E alla fine Roger ha finito per vincere, pensate un po’, anche senza giocare.
L’ovazione del pubblico, al momento delle sue scuse per il forfait in finale, valgono molto di più del trofeo, dei punti e delle pesanti sterline in palio. Valgono e devono far riflettere. Dietro di loro, il buio. Dietro Djokovic, Federer e Nadal, la noia più assoluta. E quando, non ce ne voglia “Nole”, Roger e Rafa diranno basta, sarà difficile trovare qualcuno che salvi i tornei, come ha fatto Federer in questo Masters londinese. Lo ha fatto con la lezione di tennis data a Murray e con i quattro matchpoint annullati a Wawrinka in semifinale. Lo ha fatto con la classe che lo ha sempre contraddistinto e che non appare, nemmeno lontanamente, imitabile. Djokovic sarà anche il numero uno del mondo, ma non avrà mai il carisma e la presa dello svizzero e dello spagnolo sulla gente, sul mondo del tennis, su chi ama questo sport ed ora è terrorizzato dall’idea che Federer e Nadal possano smettere.
Nishikori e Raonic, il nuovo che avanza, al di là del set vinto dal giapponese in semifinale contro un Djokovic intento a rispondere più al pubblico della O2 Arena, che a giocare, il tutto a mo’ di Fognini, hanno fatto la parte delle comparse e chissà mai quando potranno scalzare i big dalle loro sedie. Teniamoci stretti, dunque, Federer e Nadal, perchè senza di loro sarà difficile volare in ogni dove per vedere lo sport per il quale ci onoriamo di macchiare d’inchiostro i nostri taccuini. Djokovic, capirà. Lui è una bella macchina da guerra, ma resta tale ed il mondo del tennis, negli ultimi anni, si è abituato troppo bene. Il resto, come disse Pieraccioni nel film “I Laureati”: fa volume.