Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
TENNIS – di FEDERICO PARODI
TORONTO. Andy Murray supera in meno di un’ora l’astro nascente Kyrgios 6-2 6-2 e si qualifica per gli ottavi dell’Atp master 1000 di Toronto, provando a rilanciarsi in una stagione fin qui al di sotto delle aspettative.
I due giocatori erano entrambi reduci dai quarti di finale a Wimbledon. Stesso risultato, stessi punti Atp, ma diversa sostanza. Per l’australiano è stato il torneo della consacrazione, per lo scozzese un autentico fallimento, soprattutto per il modo con cui si è fatto maltrattare da Dimitrov sul campo dove, 12 mesi prima, aveva alzato il trofeo in faccia a Novak Djokovic.
Lo scorso anno, si presentava alla Rogers Cup da campione di Wimbledon e con molte più certezze. Oggi è numero 9 del mondo e non gioca una finale proprio da Wimbledon 2013. L’operazione alla schiena che gli ha fatto saltare la parte conclusiva della passata stagione, il tormentato rientro sul circuito, la fine del rapporto con Ivan Lendl e la sorprendente scelta di affidarsi ad Amelie Mauresmo proprio alle porte del Major di casa. Tutto sembrava finalizzato alla riconferma ai Championships, ma lo scozzese si è sciolto alla prima difficoltà, sotto i colpi del talento bulgaro.
Sulla carta il match della mattinata di Toronto doveva essere ricco di spunti e richiedeva, da una parte una reazione del campione ferito, dall’altra una nuova prova di maturità per il gioiellino di Canberra, al suo primo master 1000 in carriera. Alla fine, le attese sono state deluse, con un andamento dell’incontro assolutamente a senso unico in favore del due volte campione dell’Open canadese.
Il pallino è sempre stato nelle mani di Murray, che non ha avuto difficoltà nel domare il servizio dell’avversario e ha impiegato un piano tattico intelligente e fruttifero, proponendo diverse palle senza peso sul diritto di Kyrgios. L’australiano deve ancora migliorare molto da questo punto di vista: in futuro capirà di non poter aggredire ogni palla a tutto braccio alla ricerca del vincente, come se non avesse altre soluzione nelle corde.
Una volta intrappolato nella ragnatela mortifera dello scozzese, il 19enne di Canberra è incappato in una serie infinita di errori non forzati, lasciandosi andare a gesti di nervosismo come il lancio della racchetta alla fine del primo set (con conseguente e meritato warning). All’inizio del secondo parziale ha anche chiamato il fisioterapista per farsi trattare l’avambraccio, solo uno dei tantissimi problemi riscontrati dal canguro australiano quest’oggi.
Se per Kyrgios è stato un passo indietro comunque prevedibile nella sua naturale tabella di crescita, Murray è ora atteso dal vincente della sfida tra Gasquet e Karlovic, dove il suo stato di forma sarà testato in maniera più attendibile, così come la sua candidatura al titolo finale.