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17 Lug 2014 11:00 - ATP
Intervista esclusiva a Troicki: «Io, il perfetto capro espiatorio»
di Rossana Capobianco
TENNIS – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Intervista esclusiva a Viktor Troicki, che torna a Gstaad a giocare dopo un anno di stop a causa dell’interdizione post-rifiuto al controllo antidoping. Una storia controversa che il serbo ci racconta e rivede, spiegandoci che se fosse stato un top 5 non avrebbe mai ricevuto un simile trattamento.
Viktor Toicki torna a giocare dopo un anno di stop, a causa di quel controllo che si rifiutò di fare e della controversa posizione della dottoressa che apparentemente avrebbe dato il permesso al serbo di rinviare al giorno dopo il test, a causa di uno stato di salute non eccellente.
Abbiamo raggiunto Troicki, di ritorno dal matrimonio del suo amico Novak Djokovic, che ci ha parlato delle sue impressioni e di cosa pensa di tutto quello che gli è successo. Il serbo ha ottenuto sei mesi di sconto dopo essersi appellato al CAS di Losanna che ha considerato le responsabilità oggettive del personale WADA e dell’ITF incaricato per i controlli.
– Ciao Viktor, come stai? Sei pronto per tornare a giocare?
Sto bene e mi sento perfettamente in forma, forse non mi sono mai sentito meglio. Sono davvero motivato a ricominciare.
– Qual è la tua programmazione da qui alla fine della stagione?
Inizierò a Gstaad e a Kitzbuehel, dopodiché mi sposterò in Italia per giocare qualche challenger: San Marino, Cordenons, Genova. Poi vedremo a che punto sarò e deciderò la programmazione per il resto della stagione.
– E’ stato un anno davvero difficile per te. Ti senti affamato e voglioso o sei anche un po’ spaventato dopo tutto quello che è successo?
Mi sento decisamente affamato, voglio tornare più forte di prima. Non sono spaventato ma certo ho qualche dubbio, credo sia normale… un po’ di pressione dentro di me. Non gioco da un anno, è davvero tanto tempo, quindi voglio scoprire qual è il mio livello.
– Questa storia è stata molto discussa: sappiamo che ti sei rifiutato di effettuare il test antidoping chiedendo di poterlo fare il giorno dopo e sappiamo che la dottoressa Elena Gorodilova avrebbe dato il suo consenso, consigliandoti di scrivere al responsabile ITF Stuart Miller e facendoti firmare un documento che avrebbe dovuto essere una semplice notifica di permesso ma era in realtà uno scarico di responsabilità, che tu non avresti letto: hai più parlato con la dottoressa per chiarire? Sei sorpreso che lei sia ancora al lavoro mentre tu sei stato sospeso per un anno intero?
Per me è pazzesco che lei sia ancora al suo posto. L’ho incontrata solo il giorno dell’appello e le bugie che ha detto su di me e il mio allenatore mi hanno davvero ferito, colpito. Sarà difficile per me dimenticare questa storia. So che ha dovuto farlo per preservare il proprio lavoro, ma credo sarebbe comunque stato meglio per tutti se avesse detto la verità.
– Hai mai sentito parlare del caso del Barcellona, che due volte cambiando programmazione ha saltato dei test anti-doping nel 2010 e ha semplicemente ricevuto una multa dall’UEFA? Credi ci sia troppa discrepanza?
Solo un po’ di differenza (risata). Incredibile, davvero. E’ la prima volta comunque che ne sento parlare e dunque non saprei che altro dire.
– Hai sentito supporto e solidarietà da parte dei tuoi colleghi? Sappiamo che Djokovic ti è stato vicino e ti ha invitato più volte ad allenarti con lui in off-season. Gli altri?
Be’ ho incontrato diversi giocatori in alcuni tornei e a Montecarlo dove mi alleno. Ogni giocatore è stato davvero gentile con me, alcuni hanno compreso la situazione e sono stati assolutamente solidali, altri hanno mandato sms e hanno seguito il caso da molto vicino, quindi sì, ho ricevuto parecchio supporto.
– Pensi che se tu fossi stato un top 5 avresti ricevuto lo stesso trattamento in questa situazione? E se no, perché?
Credo che sarebbe stato completamente diverso; era la mia parola contro la sua e se fossi stata una star del tennis sicuramente si sarebbero comportati tutti in maniera diversa. I top ricevono molta più protezione, trattamenti di favore. Ero il giusto tipo di giocatore per essere usato come capro espiatorio ed esempio per gli altri. Non avrebbero mai usato un top 5 per questo scopo.
– Pensi che tornerai presto al tuo livello o comunque avrai parecchie difficoltà a causa della perdita del ritmo partita?
Non so come rispondere a questa domanda. Un anno fuori è davvero tanto, forse ci vorrà qualche torneo o qualche mese. Non ho avuto la possibilità di confrontarmi con i giocatori di alto livello, quindi sarà molto difficile. Dovrò lottare di più e provare a giocare il mio miglior tennis.
– Il tuo allenatore Jack Reader è ancora al tuo fianco?
Sì, lo è. Con lui anche Milos Jelisavcic, il mio preparatore atletico. E’ stato davvero fantastico che abbiano aspettato e continuato a starmi vicino. Lavoreremo dal primo giorno di Gstaad insieme. Sono molto grato a loro.
– Hai un sogno -o semplicemente un obiettivo- da raggiungere ora che stai tornando?
L’obiettivo è essere un giocatore migliore rispetto a quello che ero. Alla fine dell’anno spero di tornare tra i primi 100, non sarà facile ma è l’unica cosa che posso fare visto che non avrò la possibilità di giocare i grandi tornei. Il prossimo anno poi voglio ritornare a pieno ritmo nel tour e migliorarmi sempre di più.