Indian Wells, si sfidano i signori del tennis

di ANDREA SCODEGGIO – TENNIS – INDIAN WELLS (USA): E’ tempo di maestri.  Ovviamente non si sta parlando di quelli dei banchi di scuola, ma dei maestri della racchetta. La stagione sta entrando sempre più nel vivo e dopo aver salutato il primo slam australiano, ecco arrivare il primo dei nove tornei cosiddetti Master 1000: Indian Wells. La prima tappa di avvicinamento agli ATP World Tour Final (i migliori otto della stagione) che si disputeranno a conclusione dell’intera annata tennistica. 

 

Ogni tifoso che si rispetti, sa quanto siano un importante banco di prova, non solo per entrare nella ristretta cerchia dei primi otto a fine anno, ma anche perche spesse  volte sono messi alla vigilia di uno slam. A dire il vero, Indian Wells e Miami (che incomincerà subito dopo) nel calendario sono posizionati a conclusione della prima parte di stagione sul suolo americano, prima di rientrare in Europa con i primi caldi primaverili.  Proprio per questo sono particolari, perché non collocabili a ridosso di uno slam e perché si dovrà poi fare spazio ad una superficie molto più lenta, agli antipodi del cemento americano: la terra rossa.

Lo scorso anno si impose, a sorpresa, un redivivo Rafael Nadal, da poco rientrato nel circuito che, zitto e quatto, si impose su Juan Martin Del Potro  al terzo set. Quest’anno l’esito, appare incerto. Gli Australian Open hanno ampiamente dimostrato che le gerarchie si possono sovvertire e che nulla può essere dato per scontato. Ma tant’è proviamo a fare una disamina sui favoriti alla vittoria finale a torneo ormai già iniziato. 

Nadal è il numero uno e di conseguenza ha il favore dei pronostici. Nessuno vuole asserire il contrario, ma la riconferma non appare scontata. Le sue condizioni fisiche, le lamentele fatte trapelare tramite mezzo stampa, fanno pensare ad uno spagnolo nervoso,  o almeno con un atteggiamento insolito. In campo alterna grandi giornate ad altre in cui sfiora l’eliminazione prematura dalla competizione e l’impressione è che ad Indian Wells, si esprimerà ancora a corrente alternata. Nel tabellone ci potrebbe essere, ai quarti, l’incrocio con Murray ed in semifinale uno fra Federer e Wawrinka. Se è in forma, e lo ha già dimostrato, difficile trovare qualcuno che gli resista, altrimenti si potrebbero aprire scenari interessanti.  

Djokovic, invece, più che giocare a corrente alternata, sembra per ora essersi un po’ smarrito. Sconfitte imprevedibili in Australia, dove non perdeva da oltre tre anni, ed a Dubai contro Federer, con cui non perdeva da Wimbledon 2012, hanno fatto vacillare il sorriso del Joker ed ora non si sa come possa essere il suo umore. A livello fisico non ha problemi, ma conterà la testa e bisognerà capire come reagirà dopo questi ultimi insuccessi. Il sorteggio gli ha teso una mano, ponendogli di fronte un Del Potro ai quarti (non certo di partecipare per i problemi al polso) ed un eventuale Berdych  in forma, ma spesse volte nemico di se stesso. Buone chance di finale, almeno. 

Wawrinka è il più atteso di tutti. L’uomo immagine degli ultimi mesi, che ha piegato i poteri forti del tennis e si è conquistato la gloria di un Australian Open impensabile, ad inizio stagione. Ora però, non è più solo un semplice outsider. Impossibile relegarlo ad un ruolo da comprimario che può alimentare una sorpresa, quando oramai ci si attendono solo  conferme e grandi risultati. La domanda da porsi è:  Ce la farà? Avrà smaltito la sbornia della vittoria, tanto bella quanto inebriante? Ai quarti ci potrebbe essere l’incrocio con Federer. Proprio il re, scalzato dal trono dallo svizzero meno talentuoso. Sfida di grande suggestione.

Murray non si sa ancora come stia veramente. Da parecchio tempo oramai è sulla via della guarigione (per i noti problemi alla schiena) e non pare in grado di fronteggiare i più forti, specie se la partita diventa fisica e si fa logorante. Non ha ancora vinto trofei in questo 2014 (e dall’ultimo trionfo è quasi passato un anno) ed il probabile quarto di finale con Nadal resta difficile che possa vincerlo. Più facile venga fuori l’ennesima nota stonata di questo tribolato inizio. 

Federer è il nome nuovo di questo 2014. La contraddizione del termine “nuovo” affibbiato sulle spalle di un ultra trentenne che ha vinto tutto nel tennis, pare piuttosto pacchiano, ma è così. Segnali di rinascita si erano già intravisti a fine anno e confermati dal buon Australian Open, fermato dal solito spauracchio Nadal. Ora la metamorfosi è completa ed il merito bisogna darlo anche ad Edberg, che lo ha aiutato a rigenerarsi e lo sta spingendo a diventare sempre più aggressivo, per poter contrastare l’avanzare dell’età e concludere prima gli scambi. Con Nole il passo è già riuscito, battendolo a Dubai in semifinale e poi vincendo il trofeo contro Berdych, ora non resta che attendere un’ulteriore passo in avanti. Il probabile quarto di finale con Wawrinka e l’eventuale sfida in semifinale con il rivale storico Nadal, saranno due banchi di prova non indifferenti. 

Altri nomi, oltre questa cerchia, difficile prevederli. Qualche buon risultato lo potrebbero fornire Dimitrov o Berdych, ma difficilmente potranno vincere. Al campo l’ardua sentenza. 

 

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