di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
TENNIS – Di Susanna Matteini
Chi sostiene che i risultati degli incontri di tennis siano facilmente pronosticabili, in quanto il fattore aleatorio non costituisce, come in altri sport, un elemento da prendere più di tanto in considerazione si è sbagliato di grosso. Una dimostrazione lampante si è avuta assistendo alla strabiliante vittoria di Novak Djokivc ad Indian Wells, che battendo Roger Federer in finale si è aggiudicato il primo titolo del 2014.
Sebbene il serbo sia avanti al campione elvetico nel ranking generale, il bilancio delle sfide tra le due stelle del tennis mondiale era a favore di Federer, che ha vinto 17 dei 33 incontri totali. Inoltre lo svizzero poteva vantare uno stato di forma smagliante, non a caso i siti che consentono di scommettere sullo sport lo davano in vantaggio rispetto al suo più giovane avversario. Il match è stato caratterizzato da un’altalena di emozioni, culminate con uno spumeggiante tie-break che ha incoronato per la terza volta in carriera Novak “Nole” Djokovic, campione del torneo di Indian Wells.
Solitamente si dice che la rivincita sia un piatto da servire freddo, ma il serbo non ha voluto pazientare troppo dopo la sconfitta rimediata a Dubai qualche settimana fa proprio per mano di Federer, in grado di battere poi Berdych in finale e conquistare il titolo. Il cemento californiano si è infiammato per oltre metà gara sotto i colpi mirabolanti del campione svizzero, che ha disegnato arcobaleni con le sue traiettorie come ai bei tempi, costringendo Nole ad un pesante 6-3 al primo set.
L’avvio del serbo è tutt’altro che brillante, infatti subisce il primo break già al secondo game. Il match prosegue senza grandi stravolgimenti fino al parziale di 4-2, in cui Federer si fa perdonare il primo doppio fallo della gara, infilando due ace che gli spianano la strada verso la conquista del set, chiuso al nono game con due servizi da antologia e un rovescio che accarezza la linea laterale. Nel secondo set Djokovic cambia marcia, riuscendo a mantenere sempre la battuta e deliziando il pubblico pagante con uno scambio infinito nel corso del quarto game. Federer comincia ad accusare la tenacia dell’avversario che non molla un colpo, e sul 4-3 perde per la prima volta il servizio, consentendo al rivale di chiudere il set con lo stesso parziale inflitto in precedenza: chi di 6-3 ferisce di 6-3 perisce. Ma il vero spettacolo deve ancora arrivare, ed è quello a cui i fortunati spettatori possono assistere nel corso del terzo set.
Nole sembra aver messo il turbo e conquista il break al terzo game, che gli consente di portarsi sul 3-1, aggiudicandosi ben sei giochi su sette se si considerano quelli relativi al set precedente. Dopo quattro game senza particolari scossoni si giunge sul punteggio di 5-3, ma è proprio in questa parte di gara che Federer dimostra tutta la sua classe, rimontando di gran carriera il parziale nonostante sul 5-4 Djokovic stesse servendo per il match. Anzi proprio in questa occasione Roger sfodera uno 0-40 da far impallidire anche il tennista più tenace, e si porta clamorosamente 6-5. A questo punto Nole serve per il Tie-break, che arriva senza sorprese di sorta.
Stavolta però, lo svizzero accusa un po’ di stanchezza, e viene trafitto da due pesanti mini-break che portano il serbo sul parziale di 5-1. Federer accenna una rimonta, che sul 5-2 si infrange sulla rete, regalando all’avversario quattro comodi match-ball. E se il primo non viene sfruttato a dovere, il secondo pesa come un macigno e inchioda il Tie-break sul punteggio di 7-3, sancendo la vittoria finale di Novak Djokovic, che si lancia all’inseguimento del leader indiscusso del ranking mondiale, lo spagnolo Rafa Nadal. Dal canto suo Federer ha disputato un’ottima gara, e probabilmente ha pagato lo scotto alla distanza vista l’età più avanzata rispetto al suo degno rivale.