Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
TENNIS – Di Andrea Scodeggio
MIAMI. “Qui giace Bernard Tomic, caduto sotto i colpi inferti dal nemico finlandese Jakko Nieminen in 28 minuti. A te rendiamo omaggio!” L’epitaffio qui improvvisato è dedicato all’imperitura memoria di Bernard Tomic, entrato alla storia per aver perso il match più breve di sempre, contro Jakko Nieminen, con il punteggio di 6-0, 6-1 in appena 28 minuti e venti secondi.
I primi turni di un Master 1000 non portano spesse volte materiale d’analisi. In genere i big hanno il cosiddetto bye, che gli permette di saltare il primo turno ed è per questo che i primi giorni si assistono ad incontri gli atleti di seconda fascia. Solitamente sono poco entusiasmanti, imperversati da giovani promesse, vecchie glorie e tennisti di livello medio che non hanno mai eccelso. Detto questo, c’è poi Bernard Tomic, che è un discorso a parte. E’ infatti il perfetto connubio fra le tre categorie di giocatori fuse in un atleta solo.
Se ben guardiamo, possiamo riassumere così: 1) Giovane promessa lo è considerata tuttora, tanto che per le potenzialità ed il talento espresso, lo si era già definito più forte di Hewitt. 2) Vecchia gloria appare la definizione più azzardata, ma non si discosta tanto dall’attuale realtà. Tomic non è sconosciuto ai più e da tempo si è cucito addosso l’etichetta del vorrei ma non posso, come una vecchia gloria decaduta che vive più di partecipazioni che di vittorie, giusto per dire che c’è ancora e tesa a raccogliere gli ultimi applausi di carriera. La sola e pesante differenza sta proprio nella carriera, appunto. Eccetto un quarto di finale a Wimbledon del 2011, se n’è vista poca. 3) Tennista di livello medio, per ciò che sta letteralmente buttando via Bernard Tomic. Un talento che galleggia nei bassi fondi dei primi 100 al mondo, quando potrebbe insidiare i primi dieci, e che si accontenta di appartenere ad una mediocrità che non gli dovrebbe competere.
Siamo ingenerosi, può darsi, ma il 6-0, 6-1 in appena 28 minuti di gioco, esprime tutto il disappunto che si può provare nel vedere (o meglio nel non vedere) un giocatore di quella qualità, perdere in maniera imbarazzante. Va detto che Bernard era al rientro, dopo il ritiro al primo turno degli Australian Open contro Nadal e la doppia operazioni subita alle anche, ma l’allontanamento dai campi forzato, può giustificare una debacle di queste proporzioni?
Secondo le recenti dichiarazioni del suo allenatore McCaw, il giocatore ha dovuto per forza scendere in campo per non contravvenire alle regole dell’ATP . McCaw ha poi rincarato la dose, definendole ingiuste le critiche al suo pupillo, perché costretto a giocare a causa della severità dell’ATP, ma siamo davvero sicuri che tutto ciò basti a giustificare un simile atteggiamento ed una presenza in campo così breve e insulsa?
Comunque Tomic non è nuovo ad atteggiamenti svogliati ed al limite dell’irritabilità in campo, oltre alle bizze fuori dal campo. Le serate mondane, per non dire discotecare, si sprecano e si fa fatica a tenerne il conto. Ma quelle sarebbero il meno, perché il vero problema sono le risse, le sbronze e gli atteggiamenti da spaccone che spesso ha riservato alle autorità.
Nonostante ciò, qualcuno pronto a scommettere ed investire su di lui, ancora esiste e non è un semplice sostenitore. La Head infatti, uno dei marchi più famosi di accessori sportivi per il tennis, ha da poco annunciato il nuovo accordo (c’era già stato una precedente collaborazione dal 2007 fino al 2011) con il giocatore, il quale utilizzerà la HEAD Graphene Radical per gli anni avvenire. Investimento per il futuro o la figura di bad boy è più attrattiva anche dei risultati stessi? La domanda, provocatoria, non nasconde l’assurda pretesa di un giocatore che passa il tempo a crogiolarsi solo nel suo talento, ma che rischia di gettarlo via come effettivamente sta accadendo. Qualche appassionato sta già infatti dubitando sulle reali capacità dell’australiano e comincia ad essere stufo del suo disinteresse verso il campo. Ieri, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Gli sponsor ancora ci credono, gli esperti ed i colleghi anche, resta da vedere quanta voglia di crederci abbia lo stesso Tomic. Non vogliamo pensare che siano già arrivati i titoli di coda per Bernard, ma per evitare altri epitaffi sportivi, bisognerà che la prossima volta resti sul campo più di 28 minuti scarsi. In alternativa, colga questo suggerimento e si iscrivi al circuito Senior, dove la sua freschezza potrebbe fare la differenza. Anche se in mezzo a tanti campioni e non presunti tali, stonerebbe non poco.