di FABRIZIO FIDECARO –
Tsvetana Pironkova ha conquistato ieri a Sydney il suo primo titolo Wta in carriera. Partita dalle qualificazioni, la giocatrice bulgara, semifinalista a Wimbledon nel 2010, è riuscita a superare dai quarti in poi ben tre attuali top ten: Sara Errani, Petra Kvitova e Angelique Kerber. Riviviamo uno dei suoi primi successi nel circuito professionistico, quello nel torneo Itf da 25.000 dollari del Circolo Tennis Eur di Roma, colto nell’aprile del 2005 all’età di diciassette anni, con due articoli dell’epoca (entrambi pubblicati su Matchpoint Tennis Magazine n. 8/2005).
L’urlo di Tsvetana
L’urlo che viene da oriente fa tremare la capitale. No, non si tratta di un emulo di Bruce Lee, ma di Tsvetana Pironkova, diciassettenne bulgara, che, con i suoi grintosi gemiti prodotti ad ogni colpo, ha fatto vacillare le avversarie, fino a conquistare il secondo International Tennis Trofeur, organizzato dal Ct Eur in collaborazione con la Provincia di Roma ed Eur Spa. Tsvetana non era compresa fra le teste di serie, ma è bastato poco per capire di che pasta fosse fatta. Già al debutto, infatti, ha estromesso la ceca Hradecka, n. 6 del seeding, mostrandosi più solida nel tie-break decisivo. Dopo aver dominato Chieppa e Nociarova con i suoi bolidi da fondocampo, si è trovata di fronte in semifinale la georgiana Margalina Chakhnashvili, proveniente dalle qualificazioni, e ancora una volta ha risolto a proprio favore una situazione critica. Fatto suo agevolmente il primo parziale, la Pironkova ha subito nel secondo il ritorno della rivale, abile a spezzarle il ritmo con colpi più lenti, cross stretti e palle corte. Nel terzo set, Margalina è andata addirittura avanti di un break, ma a quel punto Tsvetana ha innalzato il suo livello di gioco e per la caucasica non c’è stato nulla da fare.
In finale l’urlatrice di Plovdiv ha incontrato la rumena Magda Mihalache, un’outsider come lei. Giove Pluvio, che già aveva reso travagliato lo svolgimento delle semifinali, ha dato il suo meglio proprio nella giornata di domenica, cosicché il match, originariamente previsto per le 10:30, ha avuto inizio solo alle 17:00 su un campo che, per quanto ottimamente tenuto, si presentava piuttosto allentato. La Pironkova, visibilmente nervosa per le condizioni atmosferiche, è partita male, andando subito sotto 3-0, ma, dopo una breve interruzione, ha recuperato aggiudicandosi di misura il set d’avvio. Le due si sfidavano a viso aperto sul piano della potenza, cercando di spalancarsi il campo per piazzare la conclusione vincente, e lo spettacolo non mancava. Mentre le nuvole si facevano sempre più importune, Magda è volata avanti 3-0 anche nel secondo parziale, ma, dopo ripetute sollecitazioni della bulgara, che intanto aveva recuperato lo svantaggio, il resto del match è stato infine rimandato all’indomani. L’incontro, pertanto, è potuto terminare solo di lunedì mattina e, sotto un cielo plumbeo ma fortunatamente non foriero, nell’occasione, di pioggia, la Pironkova si è dimostrata nuovamente più forte nei momenti determinanti, chiudendo ben presto con un doppio 7-5, che le ha consegnato il quinto e più prestigioso titolo a livello Itf della sua ancor giovane carriera. […]
«Sono ancora troppo piccola…»
Lunghi capelli castani raccolti in una treccia che esce dal retro del cappellino, un viso perennemente imbronciato con un grazioso neo sopra le labbra, un fisico esile da ragazzina che contrasta con la potenza dei suoi colpi: Tsvetana Pironkova è soddisfatta della vittoria, ma negli occhi le si legge chiaramente che i suoi obiettivi sono ben altri. Certo, la sua attività, per ora, è limitata dal fatto di essere ancora in età junior, ma non sarà questo a fermarla.
«Per quest’anno», spiega, determinata anche nel parlare «in base a una precisa norma Wta, posso giocare in tutto tredici tornei: quindi, me ne rimangono solo sei, oltre alla Fed Cup, tra due settimane. Non ho in programma nessuna prova under 18, mi cimenterò solo in competizioni valide per il ranking professionistico e spero di riuscire a giocare le qualificazioni in qualche gara importante».
Quali sono i tuoi giocatori preferiti?
«Nessuno in particolare, amo il bel gioco, quindi mi piacciono Agassi, Federer, la Graf quando era ancora in attività, le Williams, la Sharapova, ma non mi ispiro a nessuno».
Al contrario della coetanea Priachin, che si allena presso una struttura di prim’ordine in Spagna, Tsvetana continua a vivere ed a prepararsi nella sua terra natale, senza aiuti esterni.
«Mi alleno sempre in Bulgaria e mio padre Kiril è il mio unico coach, mi trovo bene con lui», dice perentoria.
Una ragazza decisa, che non si fa intimidire da niente e nessuno, che anche in campo esprime la sua personalità e non ci pensa due volte a farsi sentire se non condivide una decisione arbitrale: Tsvetana è convinta delle sue doti e non sarà difficile trovare il suo nome in tabelloni sempre più prestigiosi.
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