Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
15 Gen 2014 08:17 - Australian Open
Melbourne Park: Pat Rafter, brividi a quaranta gradi
di Rossana Capobianco
Dall’inviata a Melbourne ROSSANA CAPOBIANCO – Malgrado i quaranta gradi australiani il ritorno in campo di Pat Rafter in doppio con Lleyton Hewitt (hanno perso 4-6 5-7 da Burotac e Klaasen) mette i brividi ai tanti appassionati nostalgici.
E’ appena calato il solleone a Melbourne, ma i gradi rimangono gli stessi. Il vento caldissimo invade il viso dei tanti appassionati che si riversano in massa sull’Hisense Arena: non c’è Federer, Nadal o Djokovic. Il secondo campo degli Australian Open vede il ritorno in campo di un grande amore australiano, di tutti quelli che hanno amato il bel tennis che fu; Pat Rafter torna in un match ufficiale: lo fa insieme a Lleyton Hewitt in doppio. Perché? Perché riprovare quelle emozioni, quelle sensazioni di un match ufficiale, per di più nello Slam di casa, è qualcosa di unico. Perché gli australiani si meritano delle gioie dopo tanto digiuno e miseria tennistica. Perché è divertente.
E difatti l’Hisense arena si diverte: sotto la guida degli instancabili fanatics esulta e canta per l’eroe ritrovato, un altro (Hewitt) gagliardo gladiatore sulla via del tramonto, prima di concentrarsi sul nuovo che avanza, Kyrgios e Kokkinakis che reclamano attenzione, che segnano un’altra generazione Down Under, quella della massiccia immigrazione greca, quella dei ragazzoni simili a Philippoussis che tentano di rilanciare una nazione così innamorata di questo sport.
Sono sempre allegri, gli australiani: anche nella nostalgia per il passato glorioso, anche nel salutare un tennista che si fatica a riconoscere: non fraintendetemi, Rafter è sempre bellissimo, ma quei quindici chili in più, quel ciuffetto bianco tra i capelli rendono l’idea di una decadenza naturale e inevitabile. C’è qualcosa che però non tramonta mai: servizio e volèe, se non identiche, sono ancora largamente competitivi. A inizio secondo set Pat mette a segno un ace a ben 200 km/h. A rete devi ancora ucciderlo e i pallonetti sono quasi sempre vincenti.
«E’ stato divertente. Davvero. Non mi sono preparato particolarmente, infatti la mia risposta… oddio, la mia risposta è stata terribile, vero Lleyton? Ma alla fine mi sono divertito, non sono neanche stanco», scherza Rafter in conferenza stampa, dove poi parla costernato di Tomic e il suo infortunio in vista della Coppa Davis e della difficile sfida alla Francia.
Nell’anno in cui Becker, Edberg e Lendl sono di nuovo nel tour con un altro ruolo, questo clima nostalgico e desideroso di rivedere quelle leggende passate fa parte di un’insofferenza all’omologazione forzata di quello odierno.