Australian Open: Venus Williams, una sconfitta che fa male

Di Diego Barbiani

MELBOURNE. Sembrava stesse andando tutto per il meglio a Venus Williams, desiderosa quanto mai di rivalsa e di mettersi alle spalle i punti interrogativi sul suo futuro. Aveva appena dominato il primo set. Un controllo totale del gioco che faceva impallidire la sua avversaria, la russa Ekaterina Makarova, e sembrava prospettarle ben più rosee conclusioni.

Ma il destino è beffardo, soprattutto nel tennis. Alle volte basta un attimo e tutto il castello di carte crolla. Così è stato anche in questa circostanza, quando Venus non è riuscita a staccarsi nel secondo set. Forse anche lei lo sapeva dentro di sé, avrebbe dovuto chiudere lì. Un terzo set apriva molte più possibilità alla sua avversaria. Nel primo set la russa non ha mai avuto il controllo del gioco, se non in casi sporadici. Nel secondo invece è stata brava a rimanere lì, aspettando l’occasione giusta. E questa è arrivata sul 4-4, con un break crudele quanto efficace.

Nel terzo set tutto il pubblico si era stretto vicino all’ex n.1 del mondo, per spingerla più avanti possibile. Con coraggio ed un filo di lucidità ritrovata la statunitense era salita sul 3-1, ma il suo gioco era gradualmente meno efficace, più pesante e di conseguenza la partita rimaneva aperta. A patto che Makarova riuscisse subito a riprendere il turno di battuta perso.

Così è stato. Poi i due game che hanno definitivamente tagliato le gambe a Venus, che sul 3-2 ha avuto anche le occasioni per il 4-2 ma le ha sciupate, complici le crescenti difficoltà a fare il punto nello scambio prolungato. Di colpo si è trovata sotto 3-5, ma a quel punto non c’era più nulla da fare. E’ finita così 2-6 6-4 6-4 per la favorita n.22 del seeding, che al secondo turno avrà un’altra statunitense: Irina Falconi.

Per Venus invece è una sconfitta che fa male, arrivata dopo una prova di grande coraggio ma che l’ha vista mancare nel finale. Si riaccenderanno ora le domande sul suo futuro. Lei vorrebbe continuare, ha voglia di riscattarsi come ogni grande campione. Ma l’età ed una condizione fisica così incerta spingono sempre più nella direzione opposta. Lei al momento continua a lottare, ma per quanto?

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