Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
Dall’inviato Luigi Ansaloni
Manca poco che quando entri in campo mettano “la marcia imperiale” tanto cara agli amanti di Star Wars. Serena Williams fa paura alle avversarie, che quando scendono in campo contro di lei sanno che c’è veramente poco, molto poco da fare. Una specie di Darth Vader(o Darh Fener, fate un pò poi) del tennis, ma senza la conversione a padre buono di Luke nell’ultimo episodio.
L’impero tirannico di Serena si è arricchito proprio oggi di una nuova gemma: l’americana, 17 slam in cascina, è diventata la giocatrice più vincente nella storia dell’Australian Open, superando sua maestà Margaret Court, dopo il successo contro la Hantuchova (6-3 6-3 il punteggio finale). Serena da queste parti ha vinto qualcosa come 61 incontri (a fronte di 8 sconfitte). Un numero davvero impressionante. Ma quando si parla della più giovane (ma vincente) delle sorelle Williams la parole impressionante rischia veramente di diventare quasi la normalità. L’impero di Serena è da tempo una costante della WTA, e solo il suo fisico e i suoi alti e bassi (anche a livello mentale) hanno impedito alla giocatrice afroamericana di dominare e di instaurare la dittatura totale sul tennis femminile per più tempo. Ormai non interessa più nemmeno contro chi gioca, perchè tranne cose clamorose si sa chi vincerà. Si contano i game, i punti. Tutto qui. E questo non vale solo i primi turni. Magari la Azarenka si vestirà da Luke Skywalker e la Sharapova da Ian Solo per sconfiggere questo Impero Australiano. Possiamo dire: buona fortuna…
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