di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
22 Dic 2013 18:00 - ATP
OkTennis Awards (p.2): da Djokovic-Wawrinka allo shock di Federer
di Redazione
Dopo aver snocciolato nella prima parte della giornata le prime dieci categorie della prima edizione degli “OkTennis Awards” procediamo con l’elenco ed elenchiamo le altre sette. In questa seconda parte ci saranno più riferimenti ad eventi, tornei, partite ed infine il momento più shockante a cui abbiamo assistito in questo 2013.
– Categoria n.11, MIGLIOR PARTITA (MASCHILE): DJOKOVIC B. WAWRINKA 1-6 7-5 6-4 6-7(5) 12-10, AUSTRALIAN OPEN, OTTAVI
Doveva essere una mezza passeggiata per il serbo, lanciatissimo verso il suo terzo titolo consecutivo a Melbourne. Lo svizzero però si è svegliato con un piglio che forse mai aveva mostrato e per cinque entusiasmanti ore ha tenuto testa all’allora n.1 del mondo. Fu un’altalena di emozioni: 1) Stupore. Dopo un’oretta di gioco Wawrinka conduceva 6-1 5-2 ed il pubblico, meravigliato, si spellava le mani ad ogni colpo che usciva dalla racchetta dello sfavorito che stava ribaltando il pronostico; 2) Appagamento. Quando Djokovic ha saputo ribaltare la situazione a proprio favore, la partita pur essendo tirata sembrava aver trovato un proprio indirizzo. Il match rimaneva a livelli elevati ed il pubblico era comunque soddisfatto; 3) Incredulità. Il tie-break del quarto set è stato vissuto sul filo dell’equilibrio fino all’ultimo punto, quando Wawrinka dopo una serie di fucilate a pulire le righe era riuscito a guadagnare due metri dentro il campo per poter chiudere il punto (con qualsiasi altro giocatore lo avrebbe conquistato molto prima). Nessuno probabilmente si attendeva un quinto set eppure di lì a qualche minuto sarebbe iniziato un parziale interessantissimo. 4) Concitazione. Sul 4-4 al quinto Wawrinka ha tentato una risposta d’attacco sulla palla break ed il giudice di linea l’ha vista lunga. Il pubblico rumoreggiava, Wawrinka era indeciso ma alla fine accettò. Sbagliando. Pur avendo ancora la possibilità di chiedere l’aiuto della moviola. Da lì in avanti è stata poi un’autentica lotta di nervi con il pubblico diviso tra due giocatori che hanno lasciato sul campo tutte le energie che avevano. Alla fine Djokovic ha chiuso l’incontro con un passante dei suoi e Wawrinka, senza la forza di chinarsi a giocare un’ultima volèe, si è accasciato a terra stremato.
– Categoria n.12, MIGLIOR PARTITA (FEMMINILE): SERENA WILLIAMS B. AZARENKA 7-5 6-7(6) 6-1, US OPEN, FINALE
Lo scorso anno, la stessa finale fu diametralmente l’opposta. Quest anno invece si è avuto tantissimo equilibrio nei primi due parziali, con folate di vento improvvise che si tramutavano in mulinelli e soprattutto nel primo set hanno complicato tantissimo il gioco di entrambe. Dal 4-4 il vento ha dato una leggera tregua, spirando in maniera tale da permette in un migliore sviluppo del gioco. Da lì è stato tennis fisico, potente. Uno scontro frontale tra due grandi avversarie. Serena ha vinto il primo set al dodicesimo gioco e nel secondo è stata avanti prima di due break, poi nonostante ne avesse smarrito uno ha comunque potuto servire due volte per il titolo. In entrambi i casi il ritorno di Azarenka è stato veemente e la partita, che fino a pochi istanti prima sembrava chiusa, si è improvvisamente riaperta. Al tie-break l’americana ha provato a dare il colpo finale, ma la bielorussa non ha ceduto ed al secondo set point ha portato la partita al terzo set. In questo parziale iIl suo grave errore è stato quello di non vincere il game sul 2-1 in favore dell’avversaria. Perso in malo modo, Serena ha ritrovato le energie mentali per non farsi più riprendere e sul 4-1 è arrivato il colpo di grazia che l’ha portata poi a mettere le mani sul quinto US Open della sua carriera.
– Categoria n.13, MIGLIOR TORNEO: INDIAN WELLS
Nadal tornava a disputare un torneo sul cemento esattamente da Indian Wells 2012, quando fu sconfitto in semifinale da Roger Federer. C’erano molti dubbi sulla resistenza del suo ginocchio eppure prima negli ottavi contr Ernests Gulbis, poi in semifinale contro Tomas Berdych ed infine in finale contro Juan Martin Del Potro ha dato sfoggio di tutte le sue doti per imporsi in altrettanti incontri molto complicati. In finale si trovò sotto di un set e di un break, poi fu comunque aiutato anche dalla crescente stanchezza fisica dell’argentino che nei due giorni precedenti aveva battuto pezzi da 90 come Novak Djokovic e Andy Murray (entrambi in tre set), ma il vero brivido lo ha corso negli ottavi quando si è trovato a due punti dalla sconfitta sul 5-4 Gulbis al terzo e 15-30 sul servizio di Nadal, ma la solita pochezza mentale del lettone ha fatto il resto. In mezzo c’è stata solo la parentesi contro Federer in quella che non è stata una partita, complice una schiena per lo svizzero che già gli causava forti dolori.
– Categoria 14, MIGLIOR SLAM: WIMBLEDON
A vederla con gli occhi di un inglese di oltre 80 anni potremmo anche avere un pizzico di commozione. L’Inghilterra (tennistica) intera attendeva la vittoria di un suddito di Sua Maestà da 77 anni e quest anno Andy Murray ha spezzato quella che sembrava ormai una maledizione. In un torneo memorabile, però, a fare clamore sono state le tantissime uscite dei favoriti nei primissimi turni. Se ha sorpreso tutti la vittoria di Steve Darcis su Nadal (dimenticandosi che l’anno prima Darcis battè a Wimbledon, torneo olimpico, tale Tomas Berdych), due giorni dopo è arrivata l’ancor più inaspettata uscita di scena di Roger Federer contro Sergiy Stakhovsky. Si è aperta una voragine dalla parte dello scozzese, che ha avuto comunque da penare ai quarti quando recuperò due set di ritardo a Verdasco. In semifinale, poi, un altro set recuperato al debuttante (per quei livelli) Jerzy Janowicz oltre ad un ritardo di 1-4 nel terzo. In finale è arrivato il successo forse più netto, contro l’amico-rivale Djokovic. Fred Perry non sarà più un incubo.
In campo femminile invece è arrivato un epilogo sorprendente, con il successo di Marion Bartoli su Sabine Lisicki. Serena Williams, Victoria Azarenka, Maria Sharapova invece sono state eliminate tutte nei primi turni: la prima fu la bielorussa, neppure scesa in campo contro Flavia Pennetta al secondo turno, poi la russa sconfitta dalla portoghese Larcher De Brito, infine l’americana sconfitta dalla futura finalista Lisicki. Fu un torneo atipico, dove tanti nomi nuovi vennero alla ribalta: è il caso di Laura Robson, Monica Puig e Sloane Stephens. Le prime due arrivarono fino agli ottavi, l’ultima invece si arrese ai quarti proprio al cospetto della futura campionessa.
– Categoria 15, PEGGIOR SLAM: ROLAND GARROS
Nonostante spicchi una grande semifinale come quella tra Djokovic e Nadal, il torneo è stato abbastanza povero di emozioni. Fin dal momento del sorteggio era palese che quella semifinale avrebbe poi rivelato il nome del campione e fin dal
sorteggio si sapeva che, salvo eventi svorannaturali (come avvenuto a Wimbledon), niente e nessuno avrebbero potuto impedire che quella partita si verificasse. Con Federer dall’altro lato, i più incalliti tifosi dello svizzero speravano in una lunga lotta tra i primi due giocatori del mondo per privare il vincitore delle energie per poi giocare la finale. Il destino però ha voluto che Roger non arrivasse nemmeno in semifinale, fermato da Jo Wilfried Tsonga e dai dolori fisici già ai quarti (dopo aver lottato cinque set contro Gilles Simon negli ottavi). Mancando anche Andy Murray causa dolori alla schiena (sempre lì), successe che il secondo finalista fu David Ferrer. La finale perse ogni sua valenza di dubbio ed incertezza, portando per mano Nadal verso il suo ottavo trionfo parigino.
Tra le donne invece lo spettacolo fu lievemente superiore, con Serena Williams che ha riconquistato il titolo ad undici anni dal primo (ed ultimo). Per lei pochissimi ostacoli sul suo cammino, ad eccezione della sfida contro Svetlana Kuznetsova nei quarti dove dovette cedere per strada un set. In semifinale poi impiegò appena tre quarti d’ora per avere la meglio su Sara Errani, infine in finale superò una comunque positiva Sharapova che in semifinale aveva avuto la meglio sulla sua grande nemica Azarenka.
– Categoria n.16, MOMENTO NOIOSO: NADAL B. FERRER 6-2 6-3 6-2, ROLAND GARROS, FINALE
Per l’importanza dell’evento questa è stata la partita forse più brutta dell’anno. Nessuno dei due protagonisti aveva colpe, anzi: Ferrer ha colto un risultato per lui storico, come la prima finale a livello di Slam, mentre Nadal è entrato ancor di più nella leggenda con l’ottavo titolo parigino. Ma di questa finale ci si ricorderà ben poco. Scarse emozioni, scarso coinvolgimento del pubblico super-partes (escludendo gli spagnoli, per loro era comunque festa). Forse l’invasore di campo che ha interrotto per qualche minuto l’incontro voleva risvegliare un po’ tutti quanti dal torpore. Chi lo sa.
– Categoria n.17, MOMENTO SHOCKANTE: STAKHOVSKY B. FEDERER 6-7(5) 7-6(5) 7-5 7-6(4), WIMBLEDON, SECONDO TURNO
Trentasei tornei dello Slam. Nove lunghissimi anni. Dal Roland Garros del 2004 Federer non veniva eliminato in un torneo dello Slam prima dei quarti di finale. Forse il record più grande per lo svizzero, spazzato via da un tennista comunque di buon livello sull’erba, ma che al momento della vittoria era appena n.116 del mondo. Fu una partita bellissima, perché entrambi giocavano all’attacco. L’ucraino che non aveva nulla da perdere ha forse giocato anche più sciolto e libero dai pensieri, ma quando il punteggio si faceva sempre più importante ha saputo reggere la pressione e, forse, a non pensare a cosa stava combinando. Era una giornata nata molto male a Wimbledon, con sette ritiri nella stessa giornata (compreso quello di Azarenka) più l’uscita di Maria Sharapova. Nadal era stato eliminato appena due giorni prima. Il 26 di Giugno, a Wimbledon, non sarà più un giorno qualunque.