di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Dal nostro inviato a Londra, Diego Barbiani.
Pensando al Wawrinka apparso oggi in conferenza stampa e confrontatolo con il giocatore che ha varcato quella porta due giorni fa è sembrato di avere di fronte un’altra persona. Felice, sorridente, quasi appagato. Come se avesse risolto una questione con sé stesso, qualcosa che non lo lasciava vivere bene da quella sconfitta contro Nadal.
«Ho pensato soprattutto a concentrarmi su me stesso – ha detto lo svizzero – ed ho visto che lui era un po’ stanco mentalmente. Ho tenuto la palla in campo, ho fatto capire al mio avversario che non avevo timore di sfidarlo sugli scambi lunghi. Sono riuscito ad essere aggressivo ma senza rischiare troppo. Questo mi ha aiutato tantissimo ed è stata la differenza principale rispetto al match dell’altro giorno».
La prospettiva della semifinale ormai non è più un miraggio, anzi. «Sarebbe stupendo. Ma ammetto che sarei molto felice in ogni caso. Davvero, ho disputato tre incontri di grandissimo livello qui. Ho battuto Berdych e Ferrer, perdendo solo dopo due tie-break contro Nadal». Perdere un solo match, vincerne due e non qualificarsi comunque. Sarebbe una beffa, fattibile solo con il tanto discusso Round Robin. «E’ sempre oggetto di tante discussioni ma me ne farei una ragione, so come funziona e conosco anche situazioni intricate come quando Murray rimase fuori dalle semifinali solo per qualche game (2009, Federer passò con differenza game +3, Del Potro +1 e Murray con 0 fu eliminato). E’ parte del torneo, lo rende speciale».
Continuavano incalzanti le domande sulla possibile semifinale contro Djokovic, a cui però Wawrinka ha voluto (con gentilezza) mettere freno: «Ad essere sinceri non ci voglio pensare. Ancora non sono qualificato. Voglio solo godermi la mia vittoria e la mia settimana qui. Se Rafa vincerà, domani potrò pensare al mio avversario».
Gli hanno chiesto quanto sia stato il cambiamento fisico, mentale e tecnico che gli abbia permesso di giocare così bene in questa stagione, ma ha detto che «il tennis per me non è un insieme di percentuali, ma è un puzzle. Devi mettere assieme tutti i pezzi ed è quello successo a me quest anno.Vincendo acquisisci fiducia e ti senti meglio. Sono le piccole cose che fanno la differenza. Ora so che posso battere avversari come Berdych, Nadal e Ferrer. Questo è un passo enorme per me».
David Ferrer invece era molto provato da un tour de force che l’ha visto in campo per sette settimane consecutive a cavallo tra Asia ed Europa. Nonostante non sia riuscito ad ottenere una vittoria, era molto contento. «E’ stato comunque un anno fantastico – ha iniziato – dove ho raggiunto la mia prima finale Slam. Chiuderò la stagione al n.3 o al n.4. E’ ottimo tutto ciò, sono davvero felice».
A chi, infine, gli chiedeva un pronostico per il match tra il connazionale Nadal e Berdych, David ha affermato: «Nadal, anche se Berdych sta giocando bene». Tornando poi sulla questione del suo calendario troppo fitto, lo spagnolo ha aggiunto che «Ho giocato tanto, ma dopo lo scorso anno volevo gocare a Stoccolma perché non ho giocato tante partite. Ho fatto finale lì, a Valencia ed a Bercy. In più ho giocato tre partite qui. Ho giocato tanto, ma ho pur fatto sempre finale».