La top-10 italiana secondo Claudio Pistolesi

Di Claudio Pistolesi

Ogni tanto riappare la querelle sui più forti tennisti italiani di ogni tempo. Dopo trent’anni di tennis di alto livello da appassionato, giocatore, coach, giornalista e storico, voglio azzardare la “mia” Top Ten fra i tennisti dal dopoguerra a oggi. Premetto che tennisti come De Morpurgo, De Stefani, Cucelli, Del Bello, hanno assolutamente il mio rispetto e considerazione e se non li metto tra i papabili è perché sono troppo poco preparato nel giudicare il valore tecnico dell’anteguerra rispetto ai materiali dell’epoca e alle informazioni, letterarie e video, che ho potuto analizzare. Non metterò nemmeno Martin Mulligan perché tennisticamente era evidentemente australiano.

1 ADRIANO PANATTA.
Adriano ha segnato un epoca, gli anni Settanta, e ha con il suo carisma trascinato il nostro sport fuori dal ghetto del “tennis d’élite”. Il solo fatto che la maggior parte dei tennis club oggi abbiano come data di nascita tra il 1972 e il 1982 la dice tutta sull’impatto epocale che il gioco di Adriano ebbe sulla nostra storia.

2 NICOLA PIETRANGELI
Campione di armonia dei movimenti tennistici, i famosi “gesti bianchi”, Nicola è ancora oggi tra i campioni italiani più conosciuti all’estero, grazie soprattutto ai suoi record in Davis. Gianni Clerici, giornalista “Hall of fame” quindi non discutibile, mi ha confermato che Pietrangeli quando vinse Parigi approfittò dell’assenza di giocatori fenomenali come gli australiani, Lew Hoad su tutti, o americani come Pancho Gonzalez, che giustamente si rifiutarono già allora di essere trattati da dilettanti e aderirono al circuito professionistico di Jack Kramer, il “papà” del tennis pro. Pietrangeli ottimizzò la situazone favorevole entrando in molti albi d’oro dove con i più forti presenti gli sarebbe stato quasi impossibile. Sarebbe stato interessante sapere dove Nicola sarebbe arrivato con tutti gli altri in campo ma difficilmente sarebbe stato nei primi 5.

3 CORRADO BARAZZUTTI
Fino all’ultimo non sapevo se dare il posto di numero 2 a Pietrangeli o a Barazzutti. Corrado era veramente un grande atleta e un incredibile lottatore che ha saputo gestire molto bene la sua carriera senza esimersi mai dal confronto nei tornei più grandi del mondo fin da giovanissimo. Forse l’ho messo immeritatamente dietro a Pietrangeli per lo stile, un aspetto nel quale Nicola eccelleva.

4 PAOLO BERTOLUCCI
Protagonista assoluto anche lui come Adriano e Corrado della vittoria in Davis 76, Paolo ha dato lustro al tennis italiano vincendo Amburgo e dimostrando una sapienza tennistica superiore, che si può ancora oggi cogliere, per chi la sa cogliere, nei suoi commenti tecnici su SKY.

5 BEPPE MERLO
Forse il primo a giocare con i piedi sulla riga di fondo, un precusrsore del tennis moderno anche se con colpi molto personalizzati e che ha di certo visto, decenni dopo, il suo erede in Fabrice Santoro.

6 TONINO ZUGARELLI
La sua finale di Roma e il contributo alla vittoria in Davis lo mettono secondo me in sesta posizione. Velocissimo, con un gioco spettacolare proiettato a rete, è stato un esempio di serietà e professionalità e con una programmazione diversa senza dubbio un posto nella Top Ten atp del suo periodo non glielo avrebbe tolto nessuno .

7 FAUSTO GARDINI
Merita ampiamente la top ten per la sua ferocia nel cercare la vittoria con un gioco personalizzato. L’unico degno di essere paragonato a Connors per atteggiamento in campo, refrattario totalmente alla resa anche in condizioni estreme. Aveva basato il suo gioco sul dritto, sul fisico (straordinario) e sulla disponibilità alla lotta estrema, cosa che gli avversari sentivano quasi in modo tangibile dall’altra parte della rete.

8 OMAR CAMPORESE
Mio ex compagno di militare, di doppio, di circolo, Omar ha fatto piangere gente come Lendl e Stich, Courier e Ivanisevic. Ha vinto due tornei indoor (dove eccelleva) a Rotterdam e Milano e ha portato in Italia un gioco servizio-dritto senza eguali.

9 ANDREA GAUDENZI
Ha trovato all’estero, in Austria, un equilibrio professionale che aveva come esempio il numero 1 del mondo Thomas Muster. Allenamenti combinati tra tennis e atletica, durissimi, hanno forgiato Andrea come una macchina da tennis efficientissima. La sua grande personalità e spessore culturale – si è laureato in giurisprudenza – ne hanno fatto il leader indiscusso della squadra italiana che tornò in finale di Davis nel ’98 e solo la sfortuna gli impedì (con la rottura del tendine della spalla al quinto set contro Norman in finale a Milano) di entrare nell’Olimpo degli italiani nella Storia del tennis.

10 RENZO FURLAN
Renzo lo prendo sempre da esempio per descrivere quella che secondo me è la definizione di “talento”. Questa parolina inflazionata che spesso si confonde con la facilità di gioco, con la fluidità o la ricchezza di soluzioni tecniche. Pe rme il “talento” è la capacità di trasformare in risultati il potenziale che si ha a disposizione e Renzo – che ha toccato i top 20 ( numero 18 ) della classifica atp con una serie impressionante di risultati eccelllenti negli anni 90 – merita senza dubbio (secondo il mio principio) il titolo di miglior talento della storia e un posto nella mia top ten.

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