di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Finale per Djokovic, che batte Tsonga 6-2 7-5 per l’undicesima volta e proverà a vincere il secondo MS1000 in stagione a Shanghai, dopo una prestazione solida e qualche polemica con l’arbitro. Il serbo è di nuovo in forma.
C’era un tempo in cui Tsonga faceva vedere i sorci verdi a Djokovic; non solo, lo batteva anche. Un tempo compreso tra il 2008 e il 2009, in cui il serbo era già un giocatore che vinceva uno Slam, ma non ancora la costanza fatta tennista. Bangkok, Bercy, Master e Marsiglia: queste le quattro vittorie di fila del francese, per poi ripetersi nel 2011 ancora a Bercy.
Quella di oggi è stata una gara piacevole, ma nessuno ha mai avuto dubbi sul risultato finale. Troppo solido Novak, perfino con la battuta, colpo di solito parecchio altalenante nel suo gioco. Tsonga parte lento, errori, movimenti, concentrazione: il buon Jo-Wilfried per due occasioni nel match non ricorda nemmeno da che parte deve stare sul campo.
Si era detto sorpreso il francese, di questa semifinale: «Non sto giocando bene, questo risultato mi fa bene perché mi dà fiducia». Evidentemente non quella sufficiente per impensierire l’ormai numero due del mondo.
Nole va avanti subito 3-0, sfruttando il diesel Tsonga: lui ha carico leggero ed è già completamente in partita. Si fa recuperare ma è più merito dell’avversario che errore suo, da 3-0 a 3-2 e da lì poi, fa il cannibale: malgrado le folate veramente feroci e bellissime di Tsonga, lui è un vero muro e di errori ne fa pochi, di recuperi tanti e siamo 6-2.
Il francese cerca di non perdere la scia e si affida al servizio e ad alcuni miracolosi passanti in corsa di rovescio per rimanere attaccato al suo avversario e funziona: per quattro game, il tempo di prende ancora una volta le misure, per sfruttare ogni minimo passo falso. Cinicamente campione: Novak è tornato in piena forma fisica e il campo di Shanghai lo deve proprio amare tanto.
Tsonga prova un ultimo attacco, e sul 15-40 su servizio di Djokovic una chiamata sbagliata viene rivelata dal falco, l’arbitro dà il punto al francese nonostante il serbo fosse sulla palla al momento della chiamata: ira di Nole, che urla all’arbitro di sedia di concentrarsi, vista un’interpretazione a proprio sfavore (la seconda nel match).
Tsonga si rifà sotto, fino al 5 pari, con Djokovic furioso che però diventa perfino più cattivo. Sul 6-5 per lui al secondo match point chiude con un dritto vincente ed è ancora in finale a Shanghai per cercare il secondo MS1000 in stagione, dopo quello vinto a Montecarlo.