Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
Finalmente è tornato in campo. Dopo quella tremenda sconfitta con Robredo, si erano perse le tracce ed al suo posto abbiamo dovuto assistere al teatrino delle speculazioni, delle opinioni che si tramutavano in consigli e tutti riassumibili in un unico pensiero: Ritiro. L’appassionato di tennis negli ultimi tempi, ha sviluppato questa opinione su Roger Federer.
Si inizia con la considerazione ovvia: “E’ vecchio”, si prosegue con la maturazione di un sentimento di tristezza misto a tenerezza : “Intristisce vederlo giocare così”, poco dopo la tristezza si trasforma in rabbia: “Perde contro chiunque, figuriamoci con i top” ed in ultima analisi, si trae la mesta conclusione: “Grazie Roger, ma è ora di appendere la racchetta al chiodo”. Eppure, tutti lo vogliono!
Il paradosso che tutti lo preferirebbero vedersi ritirare piuttosto che giocare come nei mesi precedenti, si scontra con una volontà molto forte che sovverte l’idea iniziale: la speranza. Il desiderio che ritorni ad essere il vero Federer è più forte di ogni delusione fin qui patita. Le sconfitte contro Stakhovsky, Delbonis, Brands e Robredo bruciano ancora ed il pericolo di dover aggiungerne un’altra contro avversari modesti, è sempre dietro l’angolo. Eppure, tutti erano lì per vederlo: Haas, Fognini (che sosteneva il connazionale Seppi), il capitano di Davis svizzera e soprattutto il rivale Nadal. Se fosse un film ricorderebbe: “Il cavaliere oscuro, il ritorno” ed il motivo è semplice: di Batman ce n’era sempre bisogno anche se tutti fingevano che non fosse così e per Federer vale lo stesso discorso. C’è bisogno di lui, perché lui fa parte del tennis, è una parte fondamentale e la gente non è ancora pronta per dirgli addio.
Il suo ritorno al master di Shanghai, inizialmente, ha fatto temere un po’ tutti. Più che Batman, questo match ha ricordato il personaggio di Harvey Dent, due facce, perché Federer ha mostrato due volti della partita. Il troppo tempo a meditare e rimanere fermo, ne ha congelato i movimenti e l’inizio contro l’italiano Andreas Seppi non è stato dei migliori.
Andreas, dopo la bella vittoria su Hewitt, non ha voluto fare da comparsa e fin dalle prime battute del match è stato aggressivo e pericoloso, costringendo Federer a salvarsi da una palla break (errore di Seppi in risposta ad una seconda di Federer) nel secondo gioco e di fare uso del servizio,che però lo tradisce nel game successivo con due doppi falli, regalando un break di vantaggio. Break vanificato da Seppi che non riesce a rimanere avanti, tradito da un prima di servizio poco efficace, e si ritorna in parità: 3-3. Federer in campo c’è ma è imballato e falloso. Commette errori grossolani e concede altre due palle break salvate miracolosamente e porta a casa un game soffertissimo.
Il set prosegue foriero di errori da parte di entrambi, con lo svizzero che ne commette di più e continua ad arrancare, ma il campione sa quando è importante dare una svolta al match e lui lo fa nel nono gioco. Sulla sua battuta è sotto 0-30 ed è ad un passo dalla capitolazione, ma qui riemerge e mette dentro due ace ed altre due prime vincenti portandosi avanti nel punteggio: 5-4 e nel game di battuta dell’italiano finalmente gioca alla Federer: varia molto, sposta il suo avversario, lo costringe all’errore e si porta a casa il set per 6-4.
Il secondo parziale ci mostra però subito un altro Federer: quello che si vorrebbe vedere sempre in campo. Andreas aveva già avuto le sue chance nel primo set ma, dopo averle sprecate, lo si è visto annaspare e soffrire il gioco più brillante dello svizzero. A testimonianza del risveglio del re è il meraviglioso passante di rovescio in risposta sulla seconda di Seppi e, qualche game dopo, lo straordinario contropiede in corsa con il lungo linea violento all’incrocio delle righe di dritto. Il risultato è presto detto: avanti subito 3-0, nonostante uno 0-30 che dava qualche tenue speranza di rientro al nostro italiano nel terzo gioco del set. Roger diventa un rullo compressore e non concede più palle break e la fine è inevitabile, nonostante regali un secondo brivido ai propri tifosi sul 5-3, partendo sotto 0-30 ma salvandosi con due ace (il primo di seconda toccando leggermente la riga) e concludendo poi al secondo match point in 1h.13’.
Roger è tornato in campo ed è già una bella notizia, ma bisogna aspettare ancora perché ritorni ad essere il vero Roger. Il tennis tutto se lo sta auspicando ed a comprova di ciò sono state le persone ad assistere al suo match, a disperarsi per un suo errore ed esaltarsi per un colpo vincente. Di Roger Federer ce n’è ancora bisogno.