di SALVATORE SODANO Queste grandi competizioni internazionali a squadre al femminile, la prima fondata nel 1923 come “Wightman Cup”, equivalente della “Coppa Davis”, con nuovi format e denominazioni, si disputano da oltre un secolo. La prima, che prendeva la denominazione dal nome della grande signora del tennis americano Hazel Wightman, fu disputata sin dal 1923 […]
Il ritiro di un giocatore, per quanto meno importante e non dal nome sfavillante o che catturi l’attenzione come i classici top ten, è sempre una triste notizia da dover comunicare. Per gli appassionati più esperti, quelli che stanno davanti al televisore per ore e conoscono tutti i giocatori, uno per uno, non può risultare indifferente il ritiro del belga Xavier Malisse, dopo gli Australian Open 2014.
E’ stato il miglior giocatore della storia belga per i risultati ottenuti, era per tutti conosciuto con il soprannome di X-Man, probabile anche per il nome che portava Xavier come il professor Xavier della fortunata serie di fumetti della Marvel. Oggi però è molto sofferente ed è precipitato sotto i primi cento del mondo.
” Dopo gli Us Open voglio giocare per l’ultima volta in Australia. Questo è il mio obiettivo. E’ giunto il tempo di pensare ad altro. Nell’ultimo mese e mezzo non sono stato bene e quindi sono arrivato a questa conclusione.”
Queste sono le parole che ha rilasciato alla stampa. Breve, di basso profilo come lo è stato il giocatore. Mai sopra le righe, una dichiarazione fuori posto, capace comunque di essere ricordato, per chi lo vedeva passeggiare nei campi di tutto il mondo, anche per l’abbondanza della sua chioma bionda, legata con un elastico, e la barba spesso folta ma curata.
Professionista dal 98’, la sua altezza piuttosto imponente, 1.85 cm, ed il fisico asciutto ma piazzato oggi potrebbero passare in secondo piano, poiché la sua risulterebbe un’altezza perfino più bassa della media, ma agli inizi della sua carriera non passava certo inosservato e si prospettava un futuro roseo, anche se pochi credevano vincente. Il servizio e l’abilità di saper giocare in tutti i campi lo hanno reso un tennista completo, forte e capace di saper raggiungere, il 12 agosto del 2002, il suo best ranking nell’ATP: la posizione numero 19, la più alta di sempre per un tennista belga.
E’ proprio nei primi anni 2000 che avvenne sua esplosione, poiché a Wimbledon fu autore di una superba prova dello slam, dove raggiunse la semifinale (il suo risultato più alto in un torneo dello slam) e batté Rusedski e prima ancora l’ex campione Krajicek. Si arrese solamente a David Nalbandian in una grande partita, conclusasi al quinto set in favore dell’argentino.
Nel doppio si prese però la sua più grande conquista, vincendo il torneo di doppio in coppia con il connazionale Oliver Rochus, battendo il duo francese Llodra e Santoro con un doppio 7-5.
Gli infortuni hanno, come a tanti giocatori, condizionato in negativo la sua carriera. L’ultimo acuto vincente risale nel 2007, quando sconfisse James Blake (il suo terzo trofeo in singolo), ma poi nulla più. Resistere al top non è mai semplice e per qualche anno sparì nel tennis che conta, stazionando sempre fra le cento posizioni in classifica.
L’ultimo exploit di carriera lo ha regalato nel 2012, proprio nel giardino di Wimbledon contro sua maestà Roger Federer. Riuscì a strappargli un set, il terzo, ed avanzare nel quarto 2-0 per poi soccombere onorevolmente.
“Non avrei mai voluto avere una vita come quella di Roger Federer, per me non avrebbe avuto alcun significato. Ho giocato un paio di anni da Top20-30 ed è stato divertente.”
In ciò che dichiara Xavier emerge il suo spirito e la visione del suo tennis: è un gioco e come tale si è divertito a giocarlo. Ci mancherà X-Man quando lo vedremo, nell’Australian Open 2014, salutare il pubblico per l’ultima volta. Gli renderanno tutti omaggio, perché accettare una vita oltre al tennis è segno di grande maturità e consapevolezza.