Wawrinka, Halep & Co: tutte le sorprese (in positivo) del 2013

di ANDREA SCODEGGIO – Si è chiuso il 2013 tennistico e come ogni finale di stagione che si rispetti, è tempo di bilanci. Per gli appassionati ogni finale è un duro colpo da accettare, specie se si è accaniti e si deve sopportare più di un mese prima di attendere che i propri beniamini riprendano in mano la racchetta per sfidarsi. Ma se analizziamo a fondo la stagione e non ci facciamo influenzare dall’amore di questo sport, possiamo renderci conto che non ci ha regalato particolari sussulti. Vere sorprese, sia tra i maschi che tra le femmine, non ce ne sono state.

Ci sono stati ritorni vincenti inaspettati, almeno più di quanto ci si immaginava, oppure tornei potenzialmente stravolti per le affermazioni ed i valori in campo, vedere Wimbledon di quest’anno per farsi un’idea, ed infine qualche dolce rientro a grandi livelli, ma nulla di particolarmente significativo. Poche sono state le crescite costanti, in entrambi i sessi, ed a guardare bene, le delusioni e le involuzioni sono state maggiori, rispetto alla crescita degli enphant prodigè che attendiamo da tempo come: Dimitrov, Janowitz e Raonic in campo maschile, Robson in campo femminile.

La sola consolazione è stata di non assistere ad un monologo serbo come ci si aspettava. Dover accettare il declino di Federer, vederlo abbattuto ed umiliato da giocatori di terza fascia, è stato già abbastanza sconfortante, mentre Murray è ancora troppo leggero per essere considerato un vero avversario. Il britannico ha destato l’impressione di volersi interessare all’ossessione Wimbledon, e meno al resto, complici anche gli infortuni. Fortunatamente è ritornato Nadal: la vera sorpresa maschile in positivo del 2013. Sarebbe stato indigesto se non avessimo assistito ad una nemesi che potesse seriamente fermare il dominio di Djokovic e Rafa ci ha regalato questa speranza. Non tutti saranno concordi, ma era chiaro come il sole che la sua presenza dia linfa vitale al tennis. Di lui si può parlare, si può sospettare (chi non l’ha fatto dei detrattori?) si può esaltare, si può tifare. Regala entusiasmo e soprattutto se la gioca alla pari con il serbo ed anche meglio. Dieci tornei vinti, tra cui due slam, la posizione di numero uno ritrovata e mantenuta fino alla fine. Non sarà sempre divertente da vedere, ma ha regalato un respiro prima che un assoluto dominio serbo si abbattesse sul tennis. Non si vuole screditare Djokovic in questa sede, perchè c’è bisogno anche di lui, come di Nadal, ma se c’è solo uno o solo l’altro, i tornei perdono di competitività perché è facile stabilire il vincitore.

Da sottolineare la crescita di uno che svizzero è, ma non ha mai avuto l’affetto e l’interesse per le sue gesta, ovvero: Stanislas Wawrinka. Relegato per anni nel ruolo di eterno secondo, quest’anno è stato continuo, tanto da raggiungere il suo best ranking, numero sette del mondo, e si è reso protagonista di una semifinale agli Us Open, di una semifinale agli ATP Final’s, alla sua prima partecipazione, ma soprattutto alla straordinaria partita, la più bella dell’anno, contro Novak Djokovic negli ottavi degli Australian Open: oltre 5 ore di tennis e sconfitta per 12-10 al quinto contro l’attuale numero due del mondo (numero uno in quel momento).  Per il resto è tutto riassumibile in poche parole: il ritorno competitivo di Gasquet, talento il suo da sempre  cristallino ma mal sfruttato e di cui avevamo perso le tracce. Rivederlo lottare ad alti livelli, garantisce spettacolarità e ci restituisce un giocatore che credevamo perduto.  Da sottolineare la crescita di Del Potro che sembra non avere più quelle pause sconcertanti degli ultimi due anni ed ha dato l’impressione di rivedere quel giocatore che vinse l’Us Open del 2009. Ce lo auguriamo.

Tra gli italiani dobbiamo ricordare: il magico mese di Fognini con le due vittorie di fila ad Amburgo e Stoccarda e la finale persa ad Umago, prima di ritornare il giocatore scorbutico e ribelle che ricordavamo. Per un mese, però, ci ha fatto sognare. La vittoria di Quinzi nel Wimbledon Juniores, che fa ben sperare per un futuro promettente ed a tinte azzurre. In ultimo c’è da sottolineare un fatto storico per il mondo del tennis: il primo quarto di finale polacco nella storia a Wimbledon con Janowitz e Kubot che ne sono stati i protagonisti inattesi ma molto commoventi, specie per l’abbraccio finale dopo l’incontro vinto dal giovane Janowitz.

Tra le donne ci sono state poche vere sorprese. Wimbledon 2013 più che una sorpresa ha destato l’impressione di assistere un torneo parallelo rispetto all’intera stagione. La finale Lisicki vs Bartoli con la vittoria di quest’ultima, evidenzia questo aspetto e non c’è bisogno di aggiungere molto altro su quello spettacolo poco gratificante. Chi ha veramente stupito questa stagione è stata la rumena Simona Halep. A lei il trono di vera sorpresa di questo 2013 con i 6 tornei conquistati quest’anno, tra cui il master di serie b di Sofia, e la posizione di numero 11 del mondo conquistata a fine anno. Ciò che ancora le manca è un grande risultato negli slam: quest’anno un solo ottavo di finale agli Us Open, eliminata dalla Pennetta. Proprio la brindisina è l’altra gradita sorpresa di questo 2013: l’ipotesi del ritiro prima di Wimbledon è stata fugata dopo le incoraggianti e strabilianti performance da quel torneo in avanti, conclusasi con la strepitosa semifinale agli Us Open (la prima della carriera in uno slam) e la vittoria della Fed. Cup . La Stephens, più di Bouchard e Robson, ha mostrato un’ottima crescita con la strepitosa semifinale degli Australian Open, eliminando la Williams, ma i risultati successivi sono stati discreti, non eccelsi. E’ sicuramente, fra le giovani promesse, quella che però ha dato dimostrazione di esserci e di maturare più in fretta delle altre. Il prossimo anno potrà puntare sicuramente a risultati ancora più prestigiosi.

Attendiamo il prossimo anno, sperando che qualche giovane prometta molto più nel 2014. 

 

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