Australian Open

Rybakina sul velluto. Big match Raducanu-Anisimova, fuori Kalinskaya

L’Australian Open di Elena Rybakina è cominciato in un clima di attesa per i riscontri e le conseguenze dell’indagine della WTA nei confronti di Stefano Vukov, l’allenatore italo-croato separatosi dalla kazaka nel luglio 2024 e che la stessa campionessa di Wimbledon aveva annunciato rientrante all’inizio della nuova stagione. Se sette giorni fa il nuovo coach Goran Ivanisevic raccontava a Bounces che si sperava in una decisione entro il weekend scorso, evidentemente i tempi si sono allungati e tutto è rimasto in un limbo. Lui stesso vorrebbe sapere cosa succederà, avendo fatto intuire che un’eventuale decisione che permetterebbe all’ex coach di rientrare nel team lo vedrebbe probabilmente salutare.

Non è una situazione comoda, anche a livello di concentrazione e capacità di riservare ogni energia sulle partite, che è quanto Rybakina aveva cercato di professare e chiedere ai giornalisti nella conferenza stampa pre-torneo. La vicenda, poco chiara in sé, fa discutere e stona abbastanza con il solito atteggiamento inscalfibile e impassibile che Elena tende normalmente ad avere in campo. Oggi non aveva neanche bisogno di sfoderare un livello particolarmente alto e il 6-1 6-1 ai danni di Emerson Jones, sedicenne numero 1 al mondo juniores e campionessa all’Australian Open (junior) un anno fa, ha fatto emergere tutta la differenza che deve esserci tra una big consolidata nei piani alti della classifica e una ragazzina che è appena alla terza partita nel circuito maggiore. Non sarà tanto diversa la situazione al secondo turno, perché per ironia della sorte affronterà la numero 2 juniores Iva Jovic. Statunitense, in tabellone con una wild-card ricevuta dalla USTA per i risultati nel mini-circuito di tornei organizzato in autunno, ha travolto Nuria Parrizas Diaz 6-2 6-1 con la spagnola che ha giocato il secondo parziale per onor di firma avendo un evidente problema muscolare alla gamba sinistra.

Tra le altre partite di giornata, spiccano le vittorie di Emma Raducanu e Amanda Anisimova perché vorrà dire che giovedì le due saranno l’una contro l’altra e visto come sta evolvendo il tabellone nella parte bassa rischia di essere una delle sfide più interessanti oltre a poter eventualmente dare il nome della rivale di Iga Swiatek, dovesse la polacca superare Rebecca Sramkova. Per la britannica c’è stato un equilibratissimo 7-6 7-6 contro Ekaterina Alexandrova, la quale ha servito due volte per il primo parziale (5-4 e 6-5) e ha avuto set point sul 6-5, in risposta, nel secondo. I numeri generali per Emma non son stati eccezionali, con 15 doppi falli complessivi e il pensiero ai fastidi alla schiena che l’hanno costretta al forfait ad Auckland che tornavano qua e là, ma l’atteggiamento nelle fasi decisive di entrambi i set le ha fatto meritare la vittoria. Anisimova invece ha avuto una giornata molto più tranquilla battendo Maria Lourde Carle 6-2 6-3.

La maratona di giornata va invece a Emma Navarro, che ha superato 6-7 7-6 7-5 Peyton Stearns in tre ore e 20 minuti di battaglia serratissima dove la numero 8 del seeding è stata indietro 3-5 nel set decisivo prima di approfittare del crollo psicologico della connazionale che negli ultimi game non trovava il campo in maniera vistosa, catturata dalla tensione. Sempre nell’ultimo quarto di tabellone, con una situazione che riguarda anche Lucia Bronzetti, ha dato forfait Anna Kalinskaya. Era nello spicchio di tabellone della romagnola ma la numero 13 del seeding, ai quarti un anno fa, si è cancellata a pochi minuti dallo scendere in campo contro Kimberly Birrell. Al suo posto è andata Eva Lys, lucky loser, che ha colto al meglio l’occasione e con un netto 6-2 6-2 si è regalata due giorni in più a Melbourne, raccontando di quanto questo fosse il miglior regalo di compleanno possibile.

Diego Barbiani

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