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16 Gen 2025 19:20 - Australian Open
Australian Open, lo slam più bello non tradisce
di Roberto Salerno
Wimbledon sarà la storia, il Roland Garros sarà il glamour parigino, New York sarà quello che volete voi ma è a Melbourne che il tennis ridiventa quello che dovrebbe essere: un gioco. Gli australiani dicono che a Melbourne puoi vivere in 24 ore tutte le stagioni dell’anno, dalla primavera delle prime ore del mattino, all’estate che picchia duro a cavallo dell’ora di pranzo fino all’autunno del tramonto e al freddo inverno della sera, quando ti capita di dover vedere Medvedev e senza copertina, pure senza ina, alla fine non ci arrivi. E in tutto questo ci sono persino delle belle partite e, come se non bastasse piene di pathos. Se ne sono viste tante in questi cinque giorni, ovvia la preferenza per quelle che si sono chiuse al quinto, ma anche i 4 set di Tsitsipas, gli unici di quest’anno non sono stati certo tempo sprecato. Per chi guardava almeno. E chissà quanti sono stati a guardare i tre set di Kyrgios, che col compare Kokkinakis hanno buttato al vento una carriera che sarebbe stata bellissima. Per alcuni è meglio così, lo sport si guarda per divertirsi, se volete collezionare record basta dare un’occhiata ai risultati finali, così siamo tutti contenti.
Ad ogni modo al terzo turno ci si arriva con le idee che sono abbastanza chiare. Non sono troppo cambiate dall’inizio, visto che tutti aspettiamo la finale tra Sinner e Alcaraz, con Zverev terzo incomodo, ma queste due partite ci hanno detto che i due della parte sotto non vogliono fare l’errore di Medvedev, arrivato alla finale dell’anno scorso che non si reggeva in piedi. Alcaraz in particolare ha ceduto appena dodici giochi ma ovviamente va visto quando troverà qualcuno in grado di impensierirlo. Si potrebbe dire lo stesso di Fritz ma la sensazione è che lo statunitense, che ha avuto una carriera fatta di progressi lenti ma costanti, sia nel momento della verità: se vuol vincere uno slam questo è l’anno in cui ci deve provare davvero e forse in quest’ottica vanno viste le larghe vittorie di questi primi due turni. In altre stagioni sarebbe rimasto in campo almeno un paio d’ore in più, adesso ci sono risorse fisiche da conservare che potrebbero essere preziose quando il gioco si farà duro.
Qualsiasi risultato diverso dalla vittoria di questi quattro sarà da considerare una sorpresa clamorosa, anche se dovesse vincere Djokovic. Forse soprattutto. Il serbo sembra mostrare tutti gli anni che ha e se l’esperienza ha potuto cavarlo d’impiccio contro due semi-carneadi, non può che essere significativo il fatto che nel frattempo ha già perso due set. Noi saremmo molto sorpresi nel rivederlo anche nel 2026 a Melbourne, ma dopo le vicende degli altri big, Murray compreso, meglio non addentrarsi in questo tipo di considerazioni. Quello che è certo è che Djokovic arriva con un pizzico di ritardo e anticipa con un pizzico di potenza in meno: quel pizzico che fa la differenza con lo straordinario campione che è stato e il buon giocatore che è. Contro Machac rischia di essere dura, molto dura.
Anche per le condizioni di Sinner sarà il caso di attendere il vero confronto di questa settimana, quello contro Rune, che dovrebbe valere l’accesso ai quarti di finale. Sinner ha già perso un set e giocato due tiebreak, e al pensiero della questione doping si è aggiunto quello dell’addio di Cahill. Il ragazzo è una roccia ma non esistono materiali impossibili da scalfire. Ne sapremo di più lunedì.
Ma in questi cinque giorni c’è stato il tempo per esaltarsi per Joao Fonseca e poche ore fa anche per Learner Tien, che ha battuto Medvedev dopo una partita molto emozionante anche se giocata ad un ritmo non elevatissimo. Il brasiliano sembra ovviamente più promettente, ancora più che per la violenza del dritto – abbiamo letto di 291 kmh, vediamo di non esagerare, quella velocità è ovviamente impossibile – per la precisione del rovescio. Ma con Tien la sensazione è che dovranno fare i conti in molti, perché il ragazzo non si arrende mai e pare non debba mai sbagliare né un colpo né una scelta.
Ad ogni modo il tennis ha cambiato protagonisti, definitivamente. Insieme ai big four sembra si siano smarriti anche i loro ultimi avversari, da Dimitrov a Rublev da Tsitsipas appunto a Medvedev sostituiti da una pattuglia di giocatori che vale la pena vedere. I cechi Lehecka, Machac e Mensik per esempio, che potremmo trovare tutti quanti al quarto turno, Djokovic permettendo. Ma anche Draper naturalmente e soprattutto il ritrovato Rune, che se ritrova un minimo di equilibrio potrebbe sorprendere tutti. E non vanno certo dimenticati Musetti e Berrettini, che con alterne fortune stanno mostrando lo stesso un gran tennis.
Tutto questo in soli cinque giorni. Altro che Wimbledon.