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07 Giu 2024 08:03 - La parola del Direttore
Sinner, numero uno anche negli sponsor: tutto l’oro di Jannik
di Daniele Azzolini
Con l’ultimo che sia riuscito ad agganciarlo, Pasta de Cecco, del quale sarà Global Brand Ambassador, Sinner ha uno sponsor per ogni momento della sua giornata. E forse occorre cominciare a considerarlo il numero uno anche in questo particolare ramo del tennis, l’arte di fare soldi. Buon per lui, ovviamente, che può svegliarsi al mattino con un Caffè Lavazza bello fumante, e svolgere i primi esercizi della giornata sui macchinari Tecnogym, prima di uscire con la sua Alfa Romeo (ma dai, ha anche una Ferrari, a quanto pare) per recarsi a dare un’occhiata ai suoi conti nella più vicina filiale di Banca Intesa San Paolo.
l All’ora di pranzo, dopo una veloce occhiata al suo Rolex, può scegliere un p•iatto di pasta De Cecco (che produce anche olio e sughi) con una spolverata di Parmigiano Reggiano, per poi dedicarsi a internet allacciato a Fastweb, a scrivere qualche messaggio (magari, perché no, alla fidanzata Anna Kalinskaya) sulla carta Sinner di Pigna e controllare se la Panini abbia messo in giro le figurine con le nuove foto che gli hanno appena scattato. Poi il tennis, con gli sponsor istituzionali, la Nike per vestiti, scarpe e cappellino, e la Head con la racchetta Speed Mp. Infine, un po’ di shopping, se vuole con la borsa Gucci da viaggio dove entra di tutto.
Solo alcuni dei brand hanno reso pubblici i termini dell’accordo con il tennista. Si sa che la Nike gli ha proposto un contratto decennale da 150 milioni di dollari, 15 per ogni anno che trascorreranno insieme. Federer ne firmò uno con i giapponesi della Uniqlo da 30 milioni l’anno per dieci anni, ma il raffronto è improponibile, al momento, per il nuovo (e ventinovesimo della serie) numero uno del mondo. Salvo per un particolare. Appena si mostrò sul circuito, il grande brand statunitense decretò che il nostro valeva già la metà del Più Grande, il campione svizzero.
Fra tutti gli sponsor citati, però, è stato Gucci con la borsa che porta il suo nome, “JS”, a colpire la fantasia, e la foto di Sinner che entra sul Centrale di Wimbledon dietro Djokovic, due anni fa, con due sacche, una per le racchette, e l’altra di medie dimensioni, dove racchiudere documenti, orologio, collanine e tutto il resto che un tennista si trascina sul campo, divenne subito famosa. Proprio in quel momento la borsa “JS” è passata alla storia facendo di Jannik un emulo maschile e tennistico di Jackie Kennedy che sfoggiava la “Jackie 1961” mentre stava per trasformarsi in signora Onassis oppure di Audrey Hepburn che con la “Speedy” di Louis Vuitton in mano cercava un posto sulla Quinta dove fare colazione.
Testimonial del lusso, si dirà, in un luogo dove il lusso non ha bisogno di farsi marchio perché, oltre alla tradizione, è presente nella stessa aria che si respira. Cui gli organizzatori di Wimbledon dettero la possibilità di infrangere svariati tabù riunendosi due volte nei sei mesi precedenti il torneo. Ma l’idea che, attraverso Sinner, fosse possibile fare l’occhiolino a tutte le aziende del lusso europeo e americano, offrendo una chance per prendere posto dentro il Tempio, faceva gola anche ai tenutari del torneo più antico del tennis.
Se la Nike è lo sponsor principale, la somma procurata dagli altri brand che ruotano intorno al numero uno è assai probabile superi oggi i 5 milioni di euro, forse i sette, ed è destinata a crescere con le vittorie del tennista. Che è bravo ad amministrarsi anche fuori dalle consuete rotte del tennis. Una recente incursione del Il Sole 24 Ore negli affari di Sinner, facilitata dalla decisione del Principauté di rendere pubblici, per la necessaria trasparenza richiesta da tutti gli stati europei, i contratti che riguardano i cittadini che usufruiscono dell’abolizione delle imposte personali decise nel febbraio 1869 dal principe Carlo terzo, ha offerto un’ampia panoramica dell’attuale valore economico del tennistia. Nei documenti si collegano al nome di Sinner una holding, una finanziaria e due società immobiliari, con una propaggine italiana a Milano, dove il gruppo è proprietario di uffici per un valore di 3,6 milioni di euro. La società guida è la Foxera, con il brand della volpe stilizzata utilizzato anche da Pigna per proporre una linea di quaderni, le società immobiliari appaiono particolarmente attive e sembra di capire che per il nostro le cose stiano andando per il verso giusto anche lì, gonfiando alla grande un portafoglio che la rivista Forbes ha calcolato abbia ricevuto intorno ai 38,4 milioni di dollari nel corso del 2023. Cifra al loro di tasse e commissioni.
A tanta agiatezza partecipano anche i premi vinti sul campo, 13 milioni e mezzo l’anno scorso, oltre 4 milioni quest’anno, per un totale di 21 milioni e 499 mila dollari dall’inizio della sua carriera. Escluso ovviamente il Roland Garros. Più gli altri introiti provenienti dalla filiera tennistica, tra i quali la Davis vinta nello scorso novembre a Malaga, che ha fruttato 3,6 milioni di euro da dividere equamente tra gli azzurri.Sono entrate da media industria, sta a Sinner utilizzarle nel modo a lui più conveniente. Ma il ragazzo sembra saperci fare, non soltanto con la racchetta. E nel tennis c’è un antico detto che può fare immaginare Sinner, nei prossimi anni, al vertice dei Paperoni mondiali dello sport. Il numero uno moltiplica per otto le responsabilità, ma almeno per tre anche i guadagni.