Non è stata la più forte, forse la più grande se per “grandezza sportiva” s’intende la capacità di entrare nel cuore della gente, di farsi riconoscere e ricordare, e di lasciare qualcosa di sé alla storia dello sport che si è praticato. E Lea Pericoli, spirito libero, al tennis ha lasciato molto, e in molti […]
Casino. Senza accento. Perché non sapremmo come altro descrivere quanto successo nella semifinale tra Tsitsipas e il nostro Sinner.
L’altra definizione sarebbe “errore arbitrale” e potrebbe benissimo starci. Anzi, ci sta e l’accettiamo. Come per primo ha fatto proprio Sinner. Ma il problema, secondo noi, è prima di tutto regolamentare.
Ricapitoliamo? Ricapitoliamo!
La situazione era di un set parti e 3-1 Sinner nel terzo, con Tsitsipas al servizo con il punteggio di 30-40. La prima non entra, la seconda neppure. Altro break di Jannik, che può quindi servire su 4-1 e con un comodo doppio break di vantaggio. Apriamo e chiudiamo parentesi: siccome il servizio successivo Sinner l’ha tenuto, si sarebbe portato avanti 5-1 nel terzo e decisivo set. Continuiamo.
Come però tutti sappiamo, le cose non sono andate esattamente così. Riavvolgiamo rapidamente il nastro e torniamo all’attimo prima della seconda palla di Tsitsipas. Il servizio va sempre fuori, ma purtroppo nessuno chiama l’out. Sinner colpevolmente risponde (purtroppo in campo, ci torneremo) il punto continua e se lo aggiudica Tsitsipas. Lo stesso accade con il game, quindi anziché 4-1 e servizio il campione italiano si ritrova avanti “solo” 3-2.
Il resto è storia. Sinner forse per la prima volta negli ultimi 3 anni si innervosisce, arrivano i crampi e in finale ci va Tsitsipas.
Torniamo allora all’assurdità del regolamento. Detto e ripetuto che Sinner non ha avuto il riflesso (e quindi la colpa) di fermarsi subito o di alzare il braccio immediatamente dopo aver colpito la palla, secondo il regolamento la sua vera colpa è stata quella di… essere stato troppo bravo. O non sufficientemente scarso, scegliete voi.
Proprio così, avete letto bene. Perché se la sua risposta fosse finita in rete, lui avrebbe potuto poi chiamare la solitamente brava Aurelie Tourte a controllare il segno (fuori di 7-8 centimetri), sarebbe andato avanti di due break e probabilmente in finale contro Ruud ci sarebbe andato lui.
Siccome però la sua risposta è rimasta in campo (e fa strano persino scriverlo) allora l’arbitro non ha potuto interrompere il gioco, il punto si è giocato e lui lo ha perso.
Quindi, se stecchi e mandi la palla in tribuna ti premio, se sei bravo e rispondi in campo ti bastono. In sintesi: cornuto e mazziato! Ma chi lo ha scritto questo regolamento, Bombolo?
Per la cronaca, il torneo lo ha poi vinto (per la terza) un ottimo Tsitsipas contro il solito Ruud, bravo fino alle semifinali, tremebondo in finale.
Ma questa edizione rimarrà segnata per il casino di Monte Carlo. Senza accento.