Sabalenka, casa è la Rod Laver “Aryna”

Come il 2023 se non anche meglio. La campagna di Aryna Sabalenka all’Australian Open 2024 si è conclusa con una nuova prova dominante in un torneo dove partiva come una delle due grandi favorite, come campionessa in carica, e dove praticamente dal secondo turno si era capito che se non lo avesse vinto lei si sarebbe andati incontro con molta probabilità a una sorpresa importante.

Avessimo dovuto fare pubblicamente un pronostico, era: Sabalenka, o le altre 63? Sabalenka o le altre 31? Due indizi non fanno forse una prova, ma raccontano una storia. Aryna è arrivata a 14 vittorie consecutive sulla Rod Laver “Aryna”. È un campo ormai speciale e superiore come feeling a qualunque altro. Si sente capace di qualsiasi cosa, lì. Meritatamente campionessa quest anno più ancora che lo scorso quando la finale contro Elena Rybakina fu un testa a testa serratissimo. Tra i tanti fattori che le vanno a favore possiamo citare la velocità del campo, come questo si sposi perfettamente col suo gioco, come ormai i sentimenti e i bei momenti legati a esso superino ogni cosa. E da non dimenticare la freschezza atletica, elemento che torna molto favorevole a inizio stagione.

Un successo da numero 1, lei che ha mancato di un nulla quel traguardo a fine 2023. Quei 245 punti di distacco a fine stagione da Iga Swiatek sono nulla, anche perché entrambe hanno sfondato quota 9000, segno di enorme costanza. In questo inizio di stagione la polacca ha mostrato un alto livello in United Cup, prima di incappare in un difficile percorso qui. Lei invece ha avuto una finale complicata a Brisbane con anche un indurimento alla coscia prima di dominare nello Slam. Non ci sono solo loro, ma sono loro a dettare il livello per tutte le altre, e ormai il livello tra le top-5 e il resto del tour è molto differente tanto che un successo come questo di Sabalenka non sarebbe stato trattato allo stesso modo, probabilmente, qualche anno fa. Ora lei, Swiatek, ma anche Coco Gauff ed Elena Rybakina quantomeno, hanno le possibilità di arrivare in fondo ogni settimana, e cambiano le prospettive.

Questo Slam, tra l’altro, sembra per Sabalenka quello che è stato il Roland Garros 2022 per Swiatek. Iga cominciava il torneo come grande favorita, forse l’unica, e dopo la prima settimana eravamo sempre a chiederci: “Se non lei, chi?”. 6-0 6-2 nei primi turni, dominio netto dal secondo set negli ottavi di finale al match che le è valso il secondo Slam. Doveva vincere, lo ha fatto con stile. Aryna aveva come vera avversaria forse solo Rybakina, uscita però al secondo turno, e mano a mano tante teste di serie cadevano con largo anticipo. Lei non toglieva mai il piede dall’acceleratore, finendo per lasciare cinque game a Zheng Qinwen che nell’altro torneo di questa stagione aveva perso con lo stesso punteggio contro Swiatek, altro segnale di quanta sia la differenza in gioco pur con una cinese che non gioca affatto male. E pure lei riconosce che quanto fatto fin qui va bene, ma non può bastare contro un’avversaria così.

Perlomeno, Zheng ha già raggiunto uno dei suoi obiettivi stagionali diventando, da dopodomani, una delle 10 migliori giocatrici del mondo. Il suo torneo è stato buono, giudizio che pesa le belle prestazioni e la tipologia di avversarie trovate. Non ha responsabilità vere in questo, ma non aver mai avuto di fronte una top-50 prima della finale ha pesato. Dalla sua parte sono mancate Rybakina, soprattutto, e Swiatek, ma in generale al di là di qualche fiammata è stato un torneo un po’ avaro di momenti memorabili. A esclusione di quel super tie-break da record tra Elena e Anna Blinkova, al secondo turno. Molto emozionante, non altrettanto a livello qualitativo, e che ha tolto di scena la vera minaccia al bis di Aryna. E adesso il tour riparte dalla novità del doppio impegno WTA 1000 negli Emirati, tra Dubai e Doha. Swiatek negli ultimi due anni si è trovata piuttosto bene soprattutto nel secondo luogo. La speranza per lei è che un eventuale fastidio al ginocchio sinistro non sia effettivamente tale da compromettere altri risultati perché, grazie al rendimento della sua principale rivale è di nuovo costretta a inseguire.

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