Editto Bulgaro/ L’Australian Open del Marchese del Grillo

“Aronne tu lavori bene. Bella ‘a boiserie, bello l’armadio, belle ‘e cassapanche. Bello tutto. Bravo, grazie. Adesso te ne poi annà”

“Non ho capito Eccellenza”

“Ah n’hai capito, voi sapé ‘a procedura? Io i sordi nun li caccio e tu nun li becchi: caccialo via!”

Mi scuserete se inauguro questa rubrica in modo quantomeno inusuale, riportando il mitico dialogo tra Alberto Sordi nei panni del Marchese del Grillo e il malcapitato ebanista “giudeo” Aronne Piperno. Quasi certamente vi starete chiedendo cosa diavolo c’entri “er Sor Marchese” con il tennis e il prossimo Australian Open, del quale tra poco parleremo.

C’entra! In primo luogo, perché il Marchese del Grillo c’entra sempre. Anzi, si vergogni chi non aveva riconosciuto queste battute, entrate di diritto nella storia del cinema italiano.
Ma soprattutto perché, da malato di tennis, in questo momento mi sento né più né meno come il mitico marchese: bello Brisbane, bella la United Cup, bello pure Hong Kong, ma dateci l’Australian Open!

Mi rendo conto. Non è serio snobbare i tornei di preparazione, perché presentano sempre e comunque dei motivi d’interesse. E i tornei citati non hanno fatto eccezione. Ci siamo gustati il ritorno di Nadal sulle scene dopo quasi un anno dalla sua ultima apparizione. Abbiamo preso nota del fatto che Djokovic sta avendo dei problemi al polso, tanto da aver perso nientemeno da De Minaur il primo match in Australia dopo 6 anni. Abbiamo anche capito che alcuni giocatori (Dimitrov, Rune, Rublev, Zverev) sembrano già on fire.

Tutto molto interessante appunto, ma sarà per l’assenza di Sinner – che è sbarcato solo da qualche giorno Down Under, sarà che molti dei protagonisti hanno giocato la United Cup che, diciamolo, non è che abbia tutto questo appeal, l’attenzione di tutti è rivolta al primo Slam dell’anno e a quanto potrà accadere in quel di Melbourne.

Per capirne un po’ di più dovremo aspettare il sorteggio di giovedì prossimo che, per quel che riguarda il torneo maschile, avrà purtroppo un motivo d’interesse in meno. Nadal infatti – che per la prima volta dopo quasi 20 anni non compariva tra le teste di serie – è uscito piuttosto malconcio dal match di terzo turno perso a Brisbane con Jordan Thompson, tanto da essere costretto a dichiarare forfait e salire sul primo aereo per la Spagna. Un vero peccato, molto probabilmente più per il torneo che per lui. Perché certamente la presenza del 22 volte vincitore di Slam sarebbe stata uno dei motivi di maggiore attrazione della competizione, ma il vero obiettivo di Rafa resta la campagna di Francia, con Parigi che ospiterà non solo il Roland Garros ma anche l’Olimpiade. Un addio col botto?

Djokovic pure non deve passarsela granché bene, perché altrimenti con De Minaur non perderebbe neanche scalzo (lo scorso anno proprio in Australia finì 62 61 62, per dire). Ma conoscendo Nole, che odia perdere persino a briscola e che a Melbourne ha un record di 10 titoli con 10 finali giocate (se non ci credete andate a controllare), farà di tutto per rimettersi in sesto nei prossimi giorni e sarà ancora il robot… ehm l’uomo… da battere.

Alcaraz e Medvedev li abbiamo visti l’ultima volta a Torino (a parte l’esibizione vinta da Carlito contro Djokovic a Riad) e saranno i primi favoriti subito dopo RoboNole. Possibilità? Tante ovviamente, per entrambi. Batterli al meglio dei tre set è già impresa ardua, ma superarli sulla lunga distanza diventa una roba epica se non ti chiami Novak e non sei nato in Serbia.

Ma inutile girarci ancora attorno, a noi interessa soprattutto una cosa: come sta Sinner? Ce la può fare a conquistare il suo primo Slam? Quante possibilità ha?

Il nostro campione l’abbiamo ammirato l’ultima volta in quel di Malaga, dove da protagonista assoluto ha contribuito a far vincere la Coppa Davis all’Italia dopo ben 47 anni. Dopodiché s’è preso un paio di settimane di meritato riposo, prima di dividere la sua preparazione tra Alicante e Monte Carlo. È sbarcato pochi giorni fa in Australia e da allora sta affinando la preparazione con la premiata coppia Cahill/Vagnozzi, declinati in rigoroso ordine alfabetico.

Ovviamente anche per il nostro sarà importantissimo il sorteggio, ma meno, molto meno, rispetto allo scorso anno. Di certo potesse scegliere lui estrarrebbe De Minaur in ottavi e Rublev nei quarti, ma ormai non parte sconfitto contro nessuno. Sappiamo già che in un’eventuale semifinale non potrà incontrare il numero 3 Medvedev e che tra Djokovic e Alcaraz prenderebbe quest’ultimo, senza nemmeno farmi terminare la frase. Ma attenzione: il tennis 3/5 è un altro sport e mentre lo spagnolo e il russo hanno già dimostrato di non soffrire le maratone, questo è l’ultimo ostacolo che Jannik deve dimostrare (prima di tutto a sé stesso) di poter superare. Andrà verificato con positività e fiducia, ma anche con un pizzico d’ansia.

E gli altri? Mi espongo: per me il vincitore non potrà non uscire dai quattro nomi appena fatti. Ergo, andatevi a giocare qualcun altro. Un nome su tutti? Elementare, Watson: Holger Rune!

Il ragazzotto danese grazie alla cura Becker sembra uscito dal letargo e ha la sfacciataggine (pure troppa) per giocarsela senza paura contro tutti i Top Four. Parte forse uno-due gradini sotto, ma mi avevate chiesto un outsider e io ve l’ho dato!

Mi sembra per ora d’aver detto tutto.

“Ma stai ancora qua? Te ne devi annààààà”

Subito Sor Marchese…

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