Epilogo incredibile quello del primo quarto di finale del WTA 1000 di Dubai, con l’enorme delusione di Marketa Vondrousova per aver buttato al vento una chance enorme di rigirare una stagione fin qui veramente amara tra problemi fisici e brutte sconfitte. Il trend della campionessa di Wimbledon non solo non si inverte, pur dopo un paio di buoni risultati, ma forse peggiora con una sconfitta da 6-2 5-1 e match point nei confronti di Sorana Cirstea.
Era la prima volta in stagione che si vedeva Vondrousova fare un po’ quello che voleva in campo. Non aveva game al servizio facili, soprattutto nel primo set quando è sempre stata indietro nel punteggio tra palle break salvate e un 15-30 recuperato proprio sul 5-2, ma riusciva sempre a recuperare con calma e continuità nel suo modo di giocare che sembra sempre volto a preparare trappole alle avversarie. Aveva mandato Cirstea in confusione fin dai primi punti, trovando un secondo break sul 3-1 cominciando quel game con due smash salvati, la solita difesa e i piazzamenti della palla verso gli angoli stretti, accentuati dalla traiettoria mancina.
Tutto sembrava scorrere in maniera più che ottimale per lei, fin quando sul 5-1 non ha potuto giocare i primi due match point su cui la rumena ha servito altrettanti ace. I problemi sono cominciati, nella sua testa, quando nel game successivo ha fallito quello che sarà il primo match point al servizio. Sorana, dopo varie chance, ha finalmente strappato la battuta e da lì Vondrousova ha cominciato a franare. Purtroppo per lei le responsabilità sull’andamento di quella fase sono enormi, perché è stata colpita dalla tensione e dalla paura di sbagliare e quel dritto non viaggiava più fluido. È andata a match point, doppio, anche sul 5-3 ma dal 15-40 ancora non ha saputo imporsi. Oltreché fallosa, è divenuta anche passiva nell’atteggiamento quando doveva raccogliere i frutti del proprio lavoro. La risposta buttata sul 5-3 40-40 era linfa vitale per la rumena, che saliva 5-4 e completava l’aggancio con un secondo break nato anche da un nastro molto fortunoso sul 30-15 che poteva mandare Marketa ad altri due match point e l’ha tenuta invece sotto costante pressione.
Sul 5-5 Cirstea, anche lei non tranquilla malgrado il momento favorevole, giocava male i primi punti e finiva sotto 0-40. Risaliva, col dritto della ceca ormai disperso e senza alcun controllo, ma finiva comunque per perdere ancora la battuta. Per la terza volta al servizio per il match, però, la campionessa di Wimbledon buttava tutto da 30-0: due errori gratuiti della rumena l’avevano messa su una buona strada, ma prima un dritto a fondo rete e poi uno ben lungo riportavano la parità. Cancellava una chance di tie-break, arrivava a un sesto match point ma era di nuovo passiva nello scambio lasciando tutto il tempo a Cirstea di colpire col rovescio incrociato. Su una nuova palla break, Vondrousova si buttava definitivamente via con un doppio fallo brutale. Il tie-break perso 7-1 raccontava di una mente ormai sotto la doccia e il terzo set, scivolato subito via dalle sue mani con un break immediato per l’avversaria è stato relativamente rapido. Non è nemmeno riuscita a costruire qualcosa quando sul 2-5 ha avuto improvvisamente due chance di break, e al primo match point un nuovo dritto in rete metteva fine alla contesa.
Il disastro di Vondrousova lascia via libera dunque a Cirstea, per la terza volta in carriera in semifinale in un WTA 1000 e ora a una vittoria dallo sfondare il muro della top-20, a 33 anni. Sarà Sorana a sfidare, venerdì, Jasmine Paolini. L’azzurra ha vinto i due precedenti confronti diretti: il primo nei quarti di finale di Portorose del 2021, torneo poi vinto dalla toscana; il secondo nel primo turno del Roland Garros 2023.
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