Un lieto fine incredibile per Jasmine Paolini, che ha visto riprendere all’ultima curva il sogno di portare a casa il WTA 1000 di Dubai . L’azzurra, splendida protagonista per tutta la settimana, ha vinto il titolo di gran lunga più importante della sua carriera dopo una grande lotta nel match decisivo contro l’altra grande sorpresa del torneo: Anna Kalinskaya, lei addirittura partita dalle qualificazioni.
Il secondo titolo nel circuito maggiore per l’azzurra, classe 1996, è di quelli pesantissimi. E meritatissimi. Solo vittorie in rimonta, battendo due top-20 e superando all’ultimo atto la giustiziera di tre top-10 tra cui la numero 1 del mondo in semifinale con la partita migliore di tutto il periodo trascorso su questi campi. Oggi, contro la russa, la vendetta dell’ultimo Australian Open dove Kalinskaya si impose 6-4 6-2: 4-6 7-5 7-5 il punteggio finale che la vedrà fare un secondo importante balzo in classifica in questo 2024 fino a portarla addirittura al numero 14 del mondo.
Per Paolini c’è una gioia stampata su un volto mai così sorridente, il premio per aver gestito come meglio non poteva una partita di questa portata malgrado tante volte già solo nel primo set si è girata verso il proprio allenatore, Renzo Furlan, dicendo che si sentiva di dover fare di più, di muovere le gambe. Era riuscita a salire nel livello, a diventare spesso pericolosa in risposta e far venire dubbi a un’avversaria che aveva concesso qualcosa nel secondo parziale, ma una cattiva partenza nel terzo ha rischiato di segnare l’incontro a suo sfavore. Kalinskaya non ha lasciato la stessa impressione di ieri quando ha mandato Swiatek in corsa e in allungo per quasi tutta la partita e, malgrado due volte a inizio partita abbia avuto un break di vantaggio si vedeva ripresa. Oggi, inoltre, dall’inizio del secondo set ha cominciato a calare e pur andando a servire per il match nel parziale decisivo ha finito per smarrirsi, frutto di una lunga fase dove non aveva più grande facilità e continuità nei colpi.
La sensazione che la russa dava, in questa settimana, era che pur impegnata in un gioco difficile da sostenere nel lungo periodo sembrava in grado di rendere tutto, appunto, facile. Meriti suoi, perché anche oggi nel primo set appena poteva lasciava andare il braccio, colpiva profondo o angolato, e dava tanto fastidio a Paolini quando era costretta a colpire indietreggiando per provare a gestire la rapidità e la pesantezza della palla che le arrivava. Per l’azzurra, senza un’adeguata costanza ed efficacia del proprio dritto per rispondere alla facilità con cui Kalinskaya colpiva, era tutto più complicato. La sua seconda palla aveva numeri pessimi come resa, e per quasi tutto il tempo è sembrata abbastanza infastidita da un livello un po’ più basso che nei giorni scorsi. Non è parsa farsi travolgere dall’importanza della partita, ma un po’ di tensione c’è stata così come è probabile anche un po’ di stanchezza alla lunga perché per quanto Anna abbia tre partite in più di lei nelle gambe era ormai in quella fase di “bolla” dove tutto fila liscio e sono le altre a faticare davvero. Così, il primo set scivolava a favore della numero 40 del mondo per 6-4.
Il secondo set è sembrato inizialmente qualcosa di molto simile al primo, con Kalinskaya subito avanti di un break per essere poi ripresa dall’azzurra sul 3-3 con un paio di ottime accelerazioni lungolinea. Come nel set precedente, la russa ha cominciato a sbagliare sempre più nella fase centrali, ma stavolta aveva anche problemi al servizio. Paolini dopo aver tenuto molto bene sul 3-3 ha fatto tutto il possibile per rendersi pericolosa in risposta, ritrovandosi ancora avanti 15-30 e con un po’ di rimpianto perché la seconda di servizio dell’avversaria, sullo 0-15, è stata davvero al limite ma giudicata buona. In ogni caso, gli ultimi tre punti del game sono stati rapidissimi e tutti a favore della numero 40 del mondo, che senza pensarci su più di tanto ha avuto due palle buone a metà campo e ha lasciato andare il rovescio. Non ripetendo l’errore del set precedente, Jasmine ha tenuto un buon game sul 4-4 provando così a mettere pressione dopo il cambio campo, ma tutti i piani sono andati in fumo quando dopo uno 0-30 regalato da due brutti errori Kalinskaya è risalita prima approfittando di un dritto lungolinea poco incisivo dell’azzurra per girare lo scambio, poi di un errore col rovescio in lungolinea e infine di un millimetro di riga preso con un colpo difensivo piuttosto fortuito e che tanto ha fatto arrabbiare Jasmine. L’azzurra non si è buttata via e sul 6-5 era di nuovo 0-30, ricevendo finalmente un aiuto sul 15-30 quando è riuscita a far indietreggiare l’avversaria prima di colpire.
Vinceva il set con grande spinta e cuore, ma rischiava di vanificare tutto il momento a favore con l’inizio del parziale decisivo. In una fase di match finalmente positiva e dove era capace di imporsi di più da fondo campo, dove l’avversaria stava concedendo sempre più, sono tornati gli errori di dritto. Il più grave sul 30-15 del primo game, non tanto per l’esecuzione dove ha forzato un po’ e non ha colpito benissimo, ma perché quello doveva essere un game “facile” per l’economia della partita, continuando a spingere sull’acceleratore e continuare a far dubitare l’avversaria. Si è rimesso tutto in equilibrio, non è riuscita a spingere col dritto su una difesa profonda della russa e ha concesso un primo break, ripreso immediatamente ma di nuovo si vedeva costretta a concedere un nuovo vantaggio, stavolta conservando con buona disinvoltura da Kalinskaya che tornava sul solito filo dei set precedenti.
Stavolta, sul 3-2, Anna serviva in maniera impeccabile e l’ace sulla palla game la portava ancor più vicina al momento decisivo del match. Aveva ritrovato un po’ di fluidità ed efficacia, ma Paolini non ha mai smesso di crederci. Ed è stata l’arma vincente, ancor più di alcuni buoni punti giocati sul 3-5. Kalinskaya può aver cominciato a tremare, ma era anche una sensazione indotta dall’ottimo atteggiamento di chi invece era dal punteggio a un passo dalla sconfitta. Jasmine, lasciando andare il braccio, andava sul 4-5 e sfruttando l’ultimo vero treno del match ha trovato la via della palla break spingendo molto bene col dritto incrociato e mettendo fuori posizione l’avversaria. Anna sentiva il momento, cedeva la battuta e regalava un game relativamente agevole alla toscana grazie soprattutto al tentativo di aggredire una seconda palla a 108 chilometri orari, sul 30-15, terminato out. Il sorpasso era linfa vitale per Paolini, che dopo il cambio campo aveva il triplo dell’intensità di prima e ha mandato sotto tanta pressione l’avversaria, dispersa, e vittima di un brutto doppio fallo sullo 0-30. L’ultima palla colpita out, da Kalinskaya, mandava Jasmine in paradiso.
Un match vinto in rimonta, segno di un torneo cominciato riprendendo Beatriz Haddad Maia dal 4-6 2-4 e 15-40 chiuso con 10 game consecutivi vinti. Un secondo turno contro Leylah Fernandez dove era dietro 1-3 e 1-4 e palla dell’1-5 nel secondo. Un terzo dove era dietro 0-2 e 0-40 nel secondo set contro Maria Sakkari. Una semifinale vinta cancellando sei set point a Sorana Cirstea. Se l’è preso come meglio non poteva. E ha fatto un figurone.
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