Comincia ad allinearsi ai quarti di finale il tabellone del WTA 1000 di Pechino, con le prime quattro emerse dagli scontri odierni che non hanno visto, come sembrava alla vigilia, in campo Jasmine Paolini contro Aryna Sabalenka. Il loro match andrà invece in scena giovedì non prima delle 13:30 in Italia.
Con un torneo che ha già perso diverse top-10, oggi c’è stata una nuova caduta: Jessica Pegula, che ha perso una brutta partita contro Aljona Ostapenko, per la seconda volta in carriera ai quarti di finale a Pechino dopo quella dell’edizione 2017 e che la condusse poi alle WTA Finals di Singapore. La lettone, vincitrice oggi 6-4 6-2, sarebbe in teoria ancora in corsa per agguantare un ultimo biglietto per Cancun, ma avrebbe bisogno di arrivare almeno in finale qui e poi fare risultato pressoché pieno nelle ultime settimane di regular season. Nel frattempo, oggi ha vissuto un’ottima giornata, con una vittoria molto netta dopo l’equilibrio della prima metà di gara sbloccatasi solo sul 5-4 in favore della numero 13 del seeding. Un game, quello, molto particolare dove Pegula è salita fino al 40-0 ma ha perso cinque punti consecutivi, l’ultimo con un doppio fallo.
Altro momento cruciale sul 2-0 Ostapenko nel secondo set, con la lettone ancora a vincere 5 punti consecutivi stavolta però al servizio, confermando il break precedente e creandosi ulteriore margine tra lei e la statunitense. Era “una di quelle giornate” per lei, quando l’aggressività era accompagnata dalla precisione e per quanto Pegula cercasse modo di poter giocare il proprio dritto finiva troppo spesso per vedere la palla della lettone travolgerla e lasciarla senza fiato. Scena già vista e rivista in questi anni, quando Ostapenko sta bene anche da un punto di vista mentale, evitando gli alti e bassi che la accompagnano continuamente. Nei quarti di finale avrà Liudmila Samsonova, che ha invece avuto bisogno di circa tre ore per superare Marta Kostyuk.
6-4 6-7(5) 7-5 il punteggio che ha premiato l’italo-russa, capace di rientrare nel set decisivo da un doppio break di ritardo riuscendo proprio sullo 0-3 a colpire bene i primi dritti in successione dopo vari game di affanno. Diversi rimpianti per l’ucraina, al di là del cospicuo vantaggio, perché pur raggiunta sul 4-4 ha avuto diverse occasioni successivamente ma la tensione ha preso entrambe, e lei dopo non aver trovato il break sul 5-5 ha affrontato male il game sul 5-6 steccando l’ultimo dritto sul match point.
Elena Rybakina e Iga Swiatek sono invece in attesa di scoprire le loro prossime avversarie. Dopo le rispettive vittorie odierne, la kazaka potrebbe ritrovare Sabalenka, compagna di avventure nei primi mesi della stagione, mentre la polacca avrà una tra Caroline Garcia e Anhelina Kalinina.
Per quanto riguarda la numero 2 del seeding, c’è stata una netta vittoria nel derby contro Magda Linette. Un 6-1 6-1 che l’ha vista super centrata dal primo punto in una prestazione molto diversa da quella degli ultimi due mesi, col rovescio che non ha praticamente avuto sbavature e in lungolinea spesso trovava la traiettoria giusta, mantenendo un’alta pressione nel ritmo e lavorando col dritto alla ricerca di angoli. Se da un lato la sua vittoria oggi non era davvero in discussione, il salto in avanti proposto (e nemmeno troppo prevedibile, nella rapidità) potrebbe cambiare le prospettive del finale di stagione, soprattutto se l’ex numero 1 del mondo manterrà fede alle sue ultime parole: dimenticare ora la questione sul primato, sfruttare il periodo per lavorare in ottica futura.
Di fatto, volesse lanciare subito il guanto di sfida a Sabalenka, avrebbe bisogno di una vittoria qui con la bielorussa non in grado di raggiungere quantomeno la finale. Hanno fatto un annata molto simile: per Swiatek si è trattato oggi di ottenere il quattordicesimo quarto di finale su 16 tornei a cui ha preso parte, ci sono 60 vittorie stagionali raggiunte, quattro titoli; per Sabalenka ci sono 55 successi, tre titoli, ma soprattutto ha sfruttato al meglio le uniche due occasioni dove Iga è uscita di scena “presto” all’Australian Open e allo US Open, dove ha rispettivamente vinto il titolo e ottenuto la finale. Così, andando a vedere la Race, ci sono 1300/1500 punti in favore della bielorussa, vicinissima ormai al traguardo che anche a Wimbledon diceva di avere come obiettivo vero (il numero 1 di fine anno perché, diceva, vuol dire aver fatto grandi cose e aver lavorato molto bene nel lungo periodo).
Rybakina è riemersa invece dalle sabbie mobili, trovatasi indietro 2-6 2-4 contro Mirra Andreeva e capace a un passo dalla scofitta di conquistare la vittoria. 2-6 6-4 6-1 per la kazaka, che ha fatto grande fatica per lunga parte del match a gestire l’ottimo atteggiamento di una rivale che avrà ancora 16 anni ma continua a lanciare buoni segnali in ottica futura. La mobilità della giovane russa è il dato migliore, lo si vedeva anche sulla terra rossa, e mischiando un po’ le traiettorie ha dato grande fastidio alla numero 5 del seeding, riuscita soltanto in una delle ultimissime chiamate a far funzionare la sua potenza da fondo campo e ribaltare la partita con un terzo set dominante. Adesso aspetta: o Sabalenka, o Paolini.
Risultati
[5] E. Rybakina b. [Q] M. Andreeva 2-6 6-4 6-1
[13] A. Ostapenko b. [4] J. Pegula 6-4 6-2
L. Samsonova b. M. Kostyuk 6-4 6-7(5) 7-5
[2] I. Swiatek b. M. Linette 6-1 6-1
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