Sul Centrale del Foro Italico accade quello che non ti aspetti, ed è davvero un brutto colpo per il torneo. Il più atteso dei tennisti azzurri, il n. 8 del mondo Jannik Sinner, cede per 6-7(3) 6-2 6-2 a Francisco Cerundolo, salutando gli Internazionali già al termine degli ottavi di finale, un turno prima rispetto a dodici mesi or sono.
L’argentino, n. 24 del seeding, ha disputato un match solido, tatticamente ineccepibile, spingendo da fondo e cercando più dell’avversario qualche variazione di ritmo e persino diversi drop-shot.
Jannik, però, non era lui. Non si muoveva rapido come al solito, non copriva bene il campo, era falloso e discontinuo. E, per di più, non aveva Simone Vagnozzi a sostenerlo nel proprio angolo. Il coach ha patito un’intossicazione alimentare, e nell’aria aleggia l’atroce dubbio che la disavventura non sia toccata solo a lui…
E dire che l’avvio dell’incontro faceva lecitamente sperare in un epilogo diametralmente opposto. La lotta c’è stata fin dagli scambi iniziali, ma dopo due game-fiume, durati in tutto diciassette minuti, Sinner si è trovato in vantaggio per 2-0.
Il ventiquattrenne di Buenos Aires, però, non ha accusato il colpo, mettendo a segno il controbreak nel quarto gioco. Il punteggio ha seguito i servizi fino al 5 pari, quando è stato ancora Jannik a ottenere il break.
Qui ha avuto inizio una dolorosa serie negativa: dei sei turni di battuta seguenti, l’azzurro ne ha tenuto appena uno. Alla fine i punti vinti con la prima (69% in campo) sarebbero stati il 60%, con la seconda il 41%. Con questa resa, era difficile essere competitivo.
Comunque, nel primo set, agganciato sul 6 pari, l’altoatesino ha giocato un ottimo tie-break, allungando sul 3-0 e poi sul 6-1, e facendolo proprio per sette punti a tre.
Nella seconda frazione Cerundolo ha reagito immediatamente, allungando sul 3-0 “pesante”. Rimontato fino al 3-2, ha messo a segno una serie di cinque giochi consecutivi, con la quale si è aggiudicato il set, involandosi sul 2-0 nel terzo. All’argentino riusciva tutto, fra terrificanti accelerazioni e poderosi recuperi. Era lui a comandare gli scambi, tenendo saldo in mano il pallino del gioco.
Jannik, ormai alle corde, ha provato a chiedere l’aiuto del pubblico, che ha risposto “presente”, incitandolo con cori e ovazioni, come fin lì aveva stentato a fare. Il ventunenne di San Candido è riuscito finalmente a tenere un paio di servizi, restando incollato al rivale fino al 3-2, ma un invasato Cerundolo non gli ha permesso di avvicinarsi ulteriormente, chiudendo i conti tre giochi più tardi.
In conferenza stampa, Sinner non ha nascosto la delusione, ma al contempo non è andato in cerca di scuse, rendendo merito all’avversario e minimizzando i problemi fisici, che pure a tratti sono parsi evidenti. «Questo era il mio 100 per cento di oggi. Non ho giocato come volevo, non mi sono sentito come volevo. Anche quando all’inizio ero 2-0 e poi ho vinto il primo set, non mi sentivo benissimo. Percepivo che da fondo campo lui era più in controllo di me. Comandava tanto con il diritto, ha giocato una grande partita».
«Non ero costante come normalmente sono», ha proseguito il recente finalista del Master 1000 di Miami, entrando nel merito. «Il diritto mi scappava, ho usato poco il rovescio lungolinea, che era una delle chiavi. Il pubblico mi ha aiutato tanto in questi match, ma ci sono giornate in cui non ti senti benissimo. Non mi succedeva da tanto, è un peccato perché è capitato proprio a Roma».
Riguardo alla forzata assenza di Vagnozzi, Jannik non è sceso troppo nei dettagli. «Sono molto legato a Simone, come a Darren (Cahill, ndr) e a tutte le persone del mio team. Lui negli ultimi due giorni non era stato benissimo, e stanotte è stato male di stomaco, deve aver mangiato qualcosa. Sono abituato ad averlo presente, e ovviamente mi è mancato, ma non è per questo che ho perso la partita».
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