WTA Indian Wells, Trevisan amareggiata: “Partita girata su un paio di punti. Muchova però è davvero brava”

L’altra volta parlavi di piacere di aver ritrovato la lotta. Oggi c’è qualcosa di positivo che puoi prendere?
“Penso che qualcosa di positivo ci sia, senz’altro, sennò non rimanevo in campo due ore e 50 minuti. Ora però c’è molto dispiacere, amarezza e giramento di scatole, c’è bisogno di tempo. Devo essere un po’ più lucida per dire ciò però qualcosa di positivo da prendere ci sarà”.

Hai fatto abbastanza fatica all’inizio e alla fine a rispondere. A metà sei riuscita a fare un po’ meglio. Volevo sapere se potevi analizzare che cosa hai fatto di diverso o se è stata lei ad avere un calo?
“Penso che il calo suo sia stato anche per un atteggiamento diverso mio, che rispondevo un po’ di più. La sua percentuale di prime palle era un po’ scesa, poi sai sono attimi… tutto si può dire, quelle due o tre palle, quella risposta non messa in campo… All’inizio chiedevo forse troppo, mentre era giusto iniziare lo scambio. Poi se chiudeva lei molto brava, però cercavo di rigiocare più palle possibili, cambiare posizione per darle un po’ più di noia, forse da sinistra ho fatto di più rispetto che da destra, di fatti lei ha fatto la maggior parte dei doppi falli da sinistra. Niente, ripeto, questa partita penso si sia giocata su due palle alla fine del set. È un po’ il tennis. Mi dispiace per l’ultima parte del terzo set, ho avuto chance e palle break, non le ho sfruttate…”
Lì però è stata molto brava lei.
“Sì sì, è lei. In questo momento il ranking non la premia, ma sappiamo il suo valore e di cosa sia capace. Peccato però”.

Quando lei cominciava a fare punti consecutivi al servizio, poi diventavano serie anche di 8-9 punti consecutivi. Era lei che trovava un ottimo piazzamento o facevi fatica a leggere il lancio?
“Il suo lancio di palla è molto basso e sempre avanti. È difficile… forse da sinistra, dove ho risposto meglio, il suo kick aveva un lancio dietro la testa per cui era più leggibile la traiettoria verso il mio dritto. Però la lancia molto avanti, va col peso del corpo e va verso la Tee, a uscire, da destra forse è la sua traiettoria preferita a uscire quindi… niente, il servizio è la sua arma. Si sapeva, lo sapevo. Quello credo sia il suo colpo preferito, o il suo colpo migliore. Lei fa tanto affidamento su quel colpo perché sa che può farlo piuttosto bene, accorciare gli scambi. Io ho cercato di tenere il punto vivo, forse ho fatto più punti quando superavamo un certo limite, però lei al servizio è così”.

Lasci Indian Wells comunque con due partite di discreto valore, giocate bene, e con che spirito si affronta ora Miami?
“Ma sai ora sono molto arrabbiata e dispiaciuta, però le cose positive ci sono e vado a Miami con la speranza di continuare questa lotta. Ho bisogno di questo, perché è il mio gioco e so che così posso dare tanto fastidio alle altre”.

Tra due settimane comincerà la stagione sulla terra battuta, quali tornei pensi di affrontare?
“Dopo la Billie Jean King Cup avrò Stoccarda, Madrid, Roma, Rabat e poi Parigi. Al momento penso di giocare tutte le settimane”.

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