Il tennis è ripartito, per l’Italia è un anno pieno di promesse

Nemmeno il tempo di smaltire l’hang over post cenone che già si era davanti alla tv o – beati loro – nel pieno dell’estate australiana a rivedere quelli lì separati da una rete pronti a sbuffare per una rincorsa ed esultare per il dropshot vincente. Di Musetti e della United Cup avete modo di seguire nei precisissimi pezzi di Barbiani – che per una volta si degna di occuparsi di uomini ma solo perché ci sono di mezzo le adorate atlete della WTA – ma si gioca già anche ad Adelaide e Pune, grande città del Maharashtra, India occidentale, per fortuna c’è Wikipedia. Adelaide rimane invece in Australia e quest’anno da quella parti c’è un 250 che pare un 1000. Djokovic infatti ha forse pensato di evitare guai facendo subito la richiesta di entrare in Australia, stavolta per fortuna non ci sono stati problemi, e quindi tutti a darlo come naturale favorito a Melbourne. Ma prima c’è appunto Adelaide, dove Djokovic comincia domani la sua campagna per l’aggancio a Nadal. Tabellone semplice fino ad un certo punto, perché ai quarti dovrebbe esserci Shapovalov, anno fondamentale per lui, e in semi Medvedev, che vediamo se si butta alle spalle un 2022 che dev’essere stato complicato e ovviamente non solo per il tennis. In finale ci poteva essere Auger Aliassime, altro atteso al banchetto slam, ma Felix deve ancora rodarsi, visto che ha già perso contro Popyrin, uno che ogni tanto salta fuori a fare qualche prodezza. Ma si diceva del gande torneo, perché i pezzi da novanta non si esauriscono qui e uno è il nostro Jannik Sinner, secondo l’Equipe delusione dell’anno, per fortuna le scuse si trovano sempre. Ci sarebbe anche Rublev e ci sarebbe stato anche Rune, che l’ultima volta che aveva giocato aveva vinto Bercy. Andata male pure per lui, perché Nishioka ha fatto il compitino e il danese non ha trovato il furore agonistico che gli serve per rendere al massimo. Ad Adelaide ci sono pure Murray, Kokkinakis e il nostro Sonego, alcuni 1000 sono stati meno interessanti.

Più modesto il torneo di Pune, ma anche lì abbiamo i nostri motivi per essere contenti. Cobolli si è infatti qualificato per il tabellone principale e ha pure un primo turno più che accettabile contro Sai Kumar Mukund, non ve ne faremo una colpa se non ne avete mai sentito parlare. Ma la sorpresa l’ha fatto Cecchinato, che ha concesso appena quattro game a Basilashvili. A livello ATP Cecchinato aveva giocato l’ultima partita sul cemento giusto un anno fa, a Melbourne contro Kohlschreiber, e dopo altre due sconfitte a Phoenix e Indian Wells aveva lasciato perdere. Chissà che è successo.

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