Australian Open, Sabalenka: “Giorno migliore della mia vita”. Rybakina: “Poche mi mettono pressione come lei”

Aryna Sabalenka è il ritratto della felicità all’ingresso della sala stampa di Melbourne Park, poco dopo aver conquistato il primo titolo Slam della carriera.

La bielorussa ha messo la firma su un gennaio fatto di sole vittorie col 4-6 6-3 6-4 ai danni di Elena Rybakina e le prime parole con accanto il trofeo da campionessa non potevano che essere: “Come mi sento? È difficile da esprimere bene. Sono davvero felice, orgogliosa”.

Non ha le parole: “Non so spiegarlo bene. Davvero. È il giorno più bello della mia vita fin qui”. E tante delle emozioni più forti si sono concentrate nell’ultimo game: “Continuavo a ripetermi che non sarebbe mai stato facile, che dovevo continuare a faticare per guadagnarmelo, così fino all’ultimo punto. Sono però felice che ho saputo gestire le emozioni fino alla fine. E forse è ancor più bello sapere che ho dovuto faticare così tanto per prendermelo. Ora ancor di più penso che tutte le sconfitte pesanti mi siano servite per capire me stessa un po’ meglio ogni volta”.

“È la miglior partita che abbia mai giocato? Sì”. Sabalenka non si tiene, e ha tutto il dovere di farlo: “Lei ha giocato in maniera incredibile, ho dovuto lottare tanto per farcela. Credo il mio tennis fosse di alto livello. Sono davvero felice sia stata una lunga battaglia alla fine”.

Ha poi rivelato che lei e il suo allenatore, Anton Dubrov, hanno passato un momento di crisi e incertezza con lui che voleva staccarsi: “Diceva di non sentirsi adatto, ma io sapevo fosse una questione mia e dovevo capire come risolvere questi problemi. Sono molto contenta che alla fine abbiamo deciso di continuare assieme e ora il fatto che abbiamo vinto uno Slam assieme lo rende ancor più dolce”.

Per Elena Rybakina invece i toni sono un po’ più mesti. Ovviamente. Da finalista non è mai facile, ma la kazaka è riuscita comunque a uscire dalla partita a testa alta cercando poi di riconoscere e prendere in considerazione gli aspetti migliori della giornata, sapendo che per quelli che non hanno funzionato ci sarà tempo ora di analizzarli col coach Stefano Vukov.

La prima considerazione, che è una mezza rivalsa rispetto al ranking fasullo che aveva accanto al nome prima di questo torneo, è l’approdo in top-10: “Non penso che domani mi sentirò diversa perché mi vedrò finalmente in top-10. Penso che le differenze maggiori saranno nei tornei minori, perché sarò testa di serie e forse potrò avere un bye al primo turno. Però sì ora non guardo tanto al ranking”. Su cosa invece sia cambiato oggi dal primo set in poi: “Lei ha cominciato ad alzare il livello in maniera importante. È stata molto aggressiva riuscendo a far meno errori, e avrei dovuto fare lo stesso. Ho avuto alcune chance, ma sì nel complesso lei ha giocato molto bene. Forte soprattutto mentalmente”.

La kazaka, dopo il titolo a Wimbledon, ora ha una seconda finale Slam: “Questo è un po’ l’obiettivo. Essere sempre in una seconda settimana di uno Slam, arrivare in fondo. Credo di aver ancora più fiducia in me stessa, continuare a lavorare duramente come fatto fin qui, sperare di rimanere sana, e i risultati arriveranno. Non ho voluto pensare troppo alle aspettative ma sentivo di aver fatto una ottima pre-season e poi si è visto. Sono cresciuta abbastanza rispetto alle prime settimane e mi sento anche bene fisicamente”.

La vera difficoltà nell’affrontare Sabalenka, ora 4-0 nei confronti diretti e con tutte vittorie al terzo, qual è? “Non molte giocatrici sono in grado di mettermi quel tipo di pressione addosso. Contro di lei non è proprio facile perché ha un gran servizio, gioca molto aggressiva e ha una palla molto pesante. Sono poche quelle che riescono a fare come lei. So che devo sempre servire bene, è anche quella una forma di pressione che esercita. Appena ho una chance devo prenderla, so che è così. Oggi non l’ho fatto in pieno e la partita non è finita nelle mie mani”.

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