[12] J. Pegula b. J. Teichmann 6-3 6-4
In una serata pessima per tanti aspetti, Jessica Pegula è riuscita a far sua la partita contro Jil Teichmann in poco più di un’ora di gioco e a ottenere la prima finale in carriera in un WTA 1000 senza spendere troppe energie. La programmazione insensata, spietata e completamente sbagliata degli organizzatori ha costretto le donne a giocare ottavi, quarti e semifinali nell’arco di 48 ore per poi avere le stesse 48 di tempo prima della finale. Il tutto in un torneo di 10 giorni.
Ne è conseguito che Pegula e Teichmann, dovendo aspettare tutte le altre partite di giornata e con due di queste che han superato le due ore e mezza, si è trovata a scendere in campo verso le 23:30. Orario pessimo, atmosfera totalmente piatta in uno stadio vuoto perché era ormai (molto) tardi in un impianto localizzato anche abbastanza lontano dal centro di Madrid in un giovedì sera qualsiasi.
Non fosse per il risultato in campo, Jessica e Jil sono state sì professioniste ma vittime entrambe di una mannaia da parte degli organizzatori che, ricordiamo, hanno stabilito i blocchi dell’ordine di gioco con largo anticipo e non hanno imparato dal 2021 quando il voler addensare così tante partite a inizio settimana, pur prendendo quattro giorni in più rispetto al torneo maschile. Lo scorso anno Karolina Muchova e Anastasia Pavlyuchenkova finirono rovinate fisicamente. Stessa sorte per Simona Halep ed Elise Mertens. Quest anno dovremmo essere sfuggiti a guai fisici (incrociamo le dita per Amanda Anisimova, ieri in campo con una vistosa fasciatura alla gamba sinistra, ma non sarebbe comunque un problema derivato dalla programmazione) ma il risultato è ancora da bocciare in toto.
Pegula e Teichmann hanno fatto il loro, la partita però non è stata bella né emozionante. La statunitense ha gestito abbastanza bene da fondo campo, non subiva il top spin estremo dell’elvetica, era molto solida e regolare con buona scelta di tempo sulla palla e spostamenti laterali efficaci. Jil sbagliava tantissimo di dritto, ecercando di essere molto aggressiva per quantomeno tenere Pegula lontana dalla linea di fondo, ma tutto quanto è stato vanificato fin dai primi scambi e subito lo 0-3 di ritardo è stato un macigno sul set e sul match. Ha perso il primo parziale 6-3, è andata subito sotto di un break anche nel secondo e nemmeno il passaggio a vuoto dell’avversaria sul 4-2 l’ha rimessa davvero in partita perché sul 4-4 ha buttato al vento la possibilità di andare 5-4 e provare ad aprire un nuovo copione.
Pegula sul 5-4 e servizio ha recuperato da 0-30, chiudendo con quattro punti consecutivi e rimanendo lei stessa quasi meravigliata da un risultato abbastanza impensabile alla vigilia. Sarà dunque lei, sabato sera, a sfidare Ons Jabeur per il titolo di nuova campionessa a Madrid e, in generale, nuova vincitrice di un torneo 1000.
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