WTA San Pietroburgo: Kontaveit, quarta finale indoor consecutiva. Battuta Ostapenko, sfiderà Sakkari

Siamo arrivati così a 19. Diciannove vittorie consecutive indoor per Anett Kontaveit, che ha superato anche la miglior serie positiva in questa superficie di Justine Henin, raccolta nel 2010.

Quarta finale al chiuso per la tennista estone, che oggi nel WTA 500 di San Pietroburgo ha vinto una partita spigolosa e abbastanza complicata da gestire contro Aljona Ostapenko.

Nella normalità delle sfide con in campo la tennista lettone, l’andamento spesso si basava sul lancio della monetina. Serviva grande testa, da parte della numero 2 del seeding, per non perdere la concentrazione e non lasciarsi trascinare dalla corrente abbastanza caotica che la partita poteva assumere. Quando Ostapenko si accende è uno tsunami che ti investe, e magari si arrivava come oggi da una serie di otto game vinti e tutto sembrava filare tranquillo. Poi l’improvviso controbreak, sul 6-3 2-0, e da lì è iniziata una nuova partita.

Finirà 6-3 6-4, dopo un primo set da montagne russe in cui Aljona (ricordiamo sempre che qui usiamo il vero nome di Jelena) volava avanti 3-0 per poi disintegrarsi tra errori e frustrazione. Kontaveit piano piano cominciava la sua serie positiva, si prendeva il set di apertura e sembrava mettere una seria ipoteca sul match, ma quel controbreak con qualche errore e i primi segnali di ripresa dell’avversaria hanno riaperto tutto. C’è stata pure un’interruzione per una fasciatura al piede sinistro della lettone che doveva essere sistemata, proprio nel cambio campo sul 2-1 Kontaveit, e da lì è nata una fare durata circa 20 minuti in cui l’intensità era molto calata per entrambe. Tanti errori, punti che volavano via molto in fretta, break e controbreak, doppi falli. Sul 3-2 per l’estone Ostapenko ha rischiato di perdere un altro turno di battuta ma ha giocato solo vincenti per cancellare le tre chance concesse e sì, da lì è cominciata la fase più pericolosa per Kontaveit: Anett, senza ritmo, contro un’avversaria che in quelle condizioni è capace di tutto, tra vincenti che lasciano increduli e momenti improvvisi di blackout.

In quella fase l’estone ha cercato soprattutto di resistere, affidandosi molto alla sua prima di servizio con cui, dal 3-3 e nei due turni di battuta, non ha quasi mai fatto cominciare il punto. Ostapenko stava salendo anche nei vincenti, la risposta di rovescio ad aprire il game sul 4-4 era il ventunesimo soltanto del secondo parziale. Da lì, però, quattro prime consecutive e quattro punti diretti per la numero 2 del seeding che scaricava una montagna di pressione sulle spalle della rivale. Dopo il cambio campo, la tensione per Aljona si è subito fatta notare: sul primo punto ha giocato un rovescio abbastanza affrettato, colpito male, finito sotto al nastro ma diretto verso il corridoio. La prima, al contrario di Anett, non è quasi mai entrata e soprattutto da sinistra veniva sistematicamente punita dalla risposta di rovescio. Due sono state vincenti, tra cui quella sul secondo match point, una invece ha aperto la strada al rovescio vincente nel colpo successivo.

Una vittoria importante, anche alla luce delle tre ore che la sua rivale di domani, Maria Sakkari, ha impiegato per battere Irina Camelia Begu. Una battaglia sportiva giocata a livelli abbastanza alti per quanto riguarda l’intensità, ma che spesso ha lasciato a desiderare tra soluzioni e freddezza. Per la greca però, reduce da una sola vittoria nelle ultime 12 semifinali giocate, era fondamentale arrivare al traguardo. In un modo o nell’altro. E l’ha sentita, tanto. Fin dal primo set sembrava abbastanza tesa, con un rovescio che nel migliore dei casi le faceva perdere tanto campo. Era grande favorita, fattore su cui ancora alle volte stecca, e per tanti motivi potrebbe forse essere una vittoria che scaccia qualche fantasma soprattutto in ottica futura. Nel 2021 molte delle semifinali perse hanno portato dietro una scia di enormi rimpianti: era 6-5 e servizio al terzo set contro Bianca Andreescu a Miami, era 5-3 e match point contro Barbora Krejcikova al Roland Garros, era grande favorita sulla carta contro Emma Raducanu allo US Open, era 3-2 e servizio al terzo set nella semifinale delle WTA Finals contro una stanchissima Anett Kontaveit.

Oggi è finita 6-4 6-7(4) 6-4, in oltre tre ore, faticando tantissimo ad arrivare in fondo nei due parziali vinti, crollando come percentuali al servizio nel terzo set dove non è arrivata al 50% nei punti vinti sia con la prima che con la seconda palla. Per sua fortuna, Begu ha fatto anche peggio. Nel set decisivo è stata proprio la rumena a partire col vantaggio, un 2-0 però non confermato e che ha aperto una lunga girandola di break e controbreak, conclusa soltanto quando sul 5-4 e servizio Sakkari la greca è riuscita a prendersi l’ultimo punto, cancellando anche una chance di 5-5, ed esultando urlando tutta la propria gioia, lasciando andare la racchetta a terra. Molto più di una vittoria, per lei. Adesso però c’è da affrontare una ragazza che ha vinto le ultime 19 partite in queste condizioni tra cui la loro finale a Ostrava (6-2 7-5) nel primo torneo della serie positiva di Kontaveit.

Risultati

[1] M. Sakkari b. I. C. Begu 6-4 6-7(4) 6-4
[2] A. Kontaveit b. [7] A. Ostapenko 6-3 6-4

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