“Speravo ti stancassi, forse ti sei stancato un pochino, ma non è stato abbastanza“.
Con questa amara ironia Daniil Medvedev si rivolge al vincitore Nadal durante la premiazione degli Australian Open al termine di un match eccezionale. Una finale epica durata ben cinque ore e ventiquattro minuti in cui i due atleti si sono affrontati in una vera e propria battaglia fino all’ultimo respiro, nel senso letterale del termine: nessuno dei due sembrava voler perdere, in barba alla famosa massima che ci propinano fin da piccoli su come l’importante in una gara non sia vincere ma partecipare. Sarà anche così ma a vedere l’agguerrita finale degli Australian Open il concetto di partecipazione non sembra appartenere a chi possiede uno spirito vincente e tanta voglia di eccellere.
I due contendenti, inutile negarlo, di attitudine alla vittoria ne hanno da vendere e la sfoggiano a modo loro, con personalissime peculiarità. Due diversi fuoriclasse a confronto, opposti nella visione del gioco, nella mentalità e nel carattere. Il fumantino tennista russo anche durante la competizione australiana ha mostrato tutto il suo piglio polemico e non ha evitato di lesinare strali, esponendosi a fischi e sanzioni. Già nella semifinale con Tsitsipas aveva avanzato pesanti rimostranze all’arbitro, reo di non ammonire il vietato quanto oramai consueto coaching di Apostolos col figlio Stefanos. Le lamentele di Daniil, ineccepibili nella sostanza, ma inaccettabili nella forma gli sono poi valse una multa.
Una escalation iniziata apostrofando l’arbitro con l’epiteto di “small cat”, proseguita con una piccata critica sulla pessima direzione di gara e culminata con l’interrogativo provocatorio rivolto all’impassibile arbitro ”are you stupid?”. Durante la finale ha nuovamente avuto da ridire con il giudice di sedia, secondo l’atleta troppo molle nel redarguire l’indisciplinato pubblico australiano. Anche stavolta le doglianze legittime del tennista moscovita hanno virato pericolosamente su un terreno impervio quando Daniil ha concluso che i modi composti dell’arbitro non hanno alcun potere su un pubblico di “idioti”. Un bel caratterino, eppure anche il bad boy russo ha il suo fatale tallone di Achille o, se preferiamo, il suo cuore di panna: mentre sta ancora digerendo malamente la sconfitta contro l’infaticabile Nadal ecco che gli basta rivolgere un pensiero alla moglie lontana che lo segue da casa per far dissolvere in un attimo i malumori che lo turbano.
Addirittura Daniil riesce ad abbozzare un sorriso sincero immaginando la consorte che tifa scatenata per lui davanti alla TV. Il tenero atteggiamento del ruvido tennista ricorda un po’ quello dello sgangherato tenente Colombo, protagonista della celebre serie TV anni 70 che rammentava puntualmente la moglie durante le fasi più delicate delle indagini per disorientare il sospettato e vincerne la cauta diffidenza. Rispetto alla misteriosa moglie del tenente, mai apparsa nella serie ma solo evocata, Daria Medvedeva è invece sempre a fianco del suo Daniil. I due si sono sposati nel 2018 e da allora sono inseparabili. Daniil la considera il suo angelo custode e un prezioso portafortuna: da quando sono convolati a nozze la carriera fino ad allora altalenante di Daniil ha spiccato il volo, tanto da arrivare a lambire la vetta del ranking.
“Stare con lei mi ha regalato fiducia in me stesso, quando le ho chiesto di sposarmi è scattato qualcosa di magico in me. La vita da sposati è bellissima” ha rivelato candidamente Daniil. Tutto merito di Daria che riesce a calmare il temperamento sanguigno del consorte aiutandolo a gestire la tensione dei match e a dare il meglio di sé in campo. Dopo la finale degli US Open in cui ha conquistato il suo primo titolo Slam ai danni di Djokovic, Daniil si è scusato con la moglie per averla trascurata a causa del torneo, dedicandole davanti al pubblico newyorkese la vittoria come regalo per il loro terzo anniversario di nozze. In fondo Daria è a tutti gli effetti uno dei membri fondamentali del team Medvedev, probabilmente il più importante.
Anche la giovane giocava a tennis ma una serie di infortuni le ha impedito di raggiungere livelli internazionali. Per questo la passione per il tennis condivisa anche da Daria è un collante basilare della coppia che si traduce per il campione in un solido sostegno e in una affettuosa comprensione, ingredienti di cui Daniil, col carattere impetuoso che si ritrova, ha più che mai bisogno. Chi meglio della sua tifosa numero uno può dargli tranquillità anche dopo la pazzesca finale Slam persa contro l’imperituro Nadal. Solo Daria per una singolare legge del contrappasso può riuscire a domare una irascibile tigre trasformandola in un innamoratissimo “gattino”, certa di non incorrere in nessuna multa salata. Amor vincit omnia.
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