[9] G. Muguruza b. [10] E. Mertens 6-4 7-6(5)
B. Krejcikova b. J. Teichmann 7-5 6-2
Ci sono volute oltre due ore di puro stress e fastidio a Garbine Muguruza per avere la meglio di una Elise Mertens a cui andrebbero fatti enormi applausi anche solo per come ha giocato ognuno dei sette match point affrontati. Malgrado abbia rivelato, come scrive il giornalista belga Filip Dewulf su Twitter, di accusare nuovamente un fastidio ai pettorali riaffiorato nel quarto di finale contro Jessica Pegula stava reggendo in maniera encomiabile.
Il rifiuto di perdere misto a lucidità tattica e caparbietà nell’andare a riprendere ogni palla stavano dando enormi difficoltà a una spagnola che non ha replicato le prestazioni dei giorni precedenti e ha concretamente rischiato di intrappolarsi in un nuovo match al terzo set, con la mente però che sarebbe rimasta inequivocabilmente ai tanti match point e il vantaggio di 6-4 5-3 no sfruttato.
Mertens partiva sfavorita, ma ha saputo mettere in campo la tattica migliore. Scambi lunghi, traiettoria di dritto alle volte carica e profonda e altre senza troppo peso e un po’ più corta, con tantissimo slice di rovescio e, quando poteva, anche di dritto. Non serviva bene, ma per sua fortuna nemmeno l’avversaria era in un’ottima giornata. Muguruza oggi ha commesso otto doppi falli e se la partita contro Iga Swiatek agli ottavi l’aveva vista dominare in maniera brillante mentre ieri contro Aryna Sabalenka aveva vinto di forza e di testa, oggi sembrava concretamente affidarsi soprattutto al rovescio e a una continua pressione che però non era affatto così efficace.
Già nel primo set aveva cominciato con un break di ritardo e sull’1-1 aveva avuto bisogno del rovescio per cancellare una nuova palla break e passare per la prima volta avanti. Da lì Mertens un po’ pagava il momento scivolando sotto 1-4, ma in questi giorni soprattutto non ha mai dato l’impressione di farsi scoraggiare dagli eventi. È riuscita a rientrare sul 3-5 chiamando volontariamente Muguruza a rete per continuare in questa ragnatela di scambi per mandarla in confusione ma sul 4-5 non è riuscita a prendere la parità con un dritto carico appena largo sul 30-30 seguito da una Muguruza che è riuscita a prendere il controllo. Però l’impostazione della partita era perfetta, per la belga, per continuare a rimanere in scia e provare ad approfittare di ogni calo. Garbine non sopporta quando ci sono queste variazioni, ogni palla diversa dalla precedente, dove non può appoggiarsi e spingere ma deve essere lei a generare potenza e controllo. Di partite così ne ha giocate diverse negli ultimi anni, contro due grandi come Caroline Wozniacki (che alzava la traiettoria di dritto) e Agnieszka Radwanska (che le rigiocava qualsiasi cosa in maniera differente). Mertens provava a prendere qualcosa dell’una e qualcosa dell’altra, coprendo per quanto possibile i disagi al servizio.
Sul 4-3 Muguruza la spagnola è salita immediatamente 0-40, tornando a giocare qui i primi vincenti consecutivi con lo spirito di chi voleva chiuderla lì e non trascinarsi l’avversaria a uno scomodo arrivo in volata. Sul 5-3, però, come nel primo set si è fatta strappare la battuta. Nel primo set aveva mancato un set point, nel secondo set è stato un match point dove di nuovo Elise l’ha spostata un po’ ovunque lungo il campo, giocando un bellissimo rovescio dal centro del campo verso sinistra e poi chiudendo in controbalzo col dritto. Ripreso il servizio, sul 4-5 Mertens si è trovata di fronte ad altri due match point sul 15-40, salvati facendo sbagliare la spagnola, soprattutto sul terzo complessivo dove l’ha chiamata a rete con un difficilissimo slice che l’ha messa fuori posizione e non le ha fatto rigiocare il colpo. Muguruza cominciava a spazientirsi e sul quarto match point ha cominciato a strappare i movimenti, con un brutto rovescio abbondantemente largo.
Mertens si salvava, come ieri coi tre match point cancellati, e improvvisamente il match sembrava sul punto di girare perché Muguruza non recuperava psicologicamente e perdeva un nuovo turno di battuta. È stata bravissima, l’ex numero 1 del mondo, a cancellare tutto al cambio campo e ricominciare con più calma, soprattutto cercando di approfittare di ogni servizio debole della belga ed entrare costantemente col rovescio, fondamentale che le ha dato il punto del 6-6. Al tie-break Elise è stata la prima ad allungare, di nuovo dopo un lungo scambio pieno di slice e traiettorie alte, ma il servizio l’ha nuovamente tradita: sul 3-2 non è entrata la prima e la seconda, ormai, viaggiava solo sui 120 chilometri orari; sul 3-3 non è entrata nemmeno quella. Muguruza volava fino al 6-3, con cinque punti consecutivi, ma di nuovo non riusciva a chiudere. Mertens l’ha portata all’errore sia sul quinto che sul sesto match point, mentre sul settimo le ha fatto giocare almeno tre colpi in più prima di avere (finalmente) un comodo colpo al volo a campo vuoto.
Non è stata una partita che si definirebbe “bella”. È stata ruvida, complicata, molto incerta per grandi meriti di Mertens e sì, alla fine c’è stata un’impennata di momenti intensi che hanno in qualche modo reso giustizia a entrambe. La spagnola arriva così alla terza finale del suo 2021 e va a caccia del primo titolo dal WTA International/250 di Monterrey del 2019, ma soprattutto più importante dal WTA Premier5/1000 di Cincinnati del 2017. Sarà ora assoluta favorita, perché avrà di fronte la vincente della semifinale “sorpresa” tra due outsiders: Barbora Krejcikova. La ceca ha prevalso in una sfida di buona tensione e diversi errori contro Jil Teichmann perché è rimasta più equilibrata, malgrado poi nei numeri ci siano 15 errori gratuiti in più rispetto ai vincenti (22 contro 37).
L’occasione, come raccontava a suo tempo il ragionier Fantozzi nel viaggio a Monte Carlo, era mostruosa. La finale di gran lunga più importante della loro carriera, da giocare in un palcoscenico di questo livello e contro una big come Muguruzua. Che se poi in qualche modo ci fosse stata la sorpresa, avrebbero il colpaccio che vale la carriera. Per entrambe, fuori dalle prime 50 del mondo prima di questo torneo e che erano giunte in semifinale entrambe senza perdere set. Teichmann, due titoli WTA sulla terra nel 2019 a Praga e Palermo. Krejcikova, 25 anni, addirittura aveva giocato la prima e unica finale nel circuito maggiore a Norimberga, nel 2017, partendo dalle qualificazioni e con una classifica ai margini delle prime 200 del mondo.
Il pupillo di Jana Novotna, fin qui, ha come alloro più importante un ITF da 80.000 dollari a Palm Harbor, in Florida, nel 2019. Per tanti motivi, questa per entrambe era una partita di grande tensione e ha vinto chi ha gestito meglio i momenti delicati. 7-5 6-2 Krejcikova, che nel primo parziale è sempre stata chiamata a servire per seconda e sul 4-5 è scivolata sotto 15-40 prima di giocare ottimamente (soprattutto col dritto) i punti successivi per tirarsi fuori dai guai.
La svizzera invece, che forse si era leggermente fatta preferire, da lì è sprofondata in una spirale di errori e chance sprecate. Sarà solo una la palla break concretizzata delle 11 totalizzate. Il 15-40 sul 5-4 nel primo set è stato seguito da uno 0-40 (quattro chance in tutto) nel primo turno di risposta del secondo parziale e poi nuovamente avanti 0-40 sull’1-2, e Krejcikova che aveva appena preso un nuovo break, è riuscita a strappare la battuta solo alla terza occasione. Nemmeno quella scossa è bastata, perché poco dopo vanificava tutto perdendo per la terza volta la battuta e lasciando scappare Krejcikova sul 4-2. La ceca raddoppiava il vantaggio e sul 5-2, malgrado un po’ di tensione, è riuscita a chiudere l’incontro.
Non l’exploit di una giovanissima, visto che è classe 1995, ma se si pensa che ha preso la top-100 soltanto pochi mesi fa tutto viene ulteriormente amplificato. Entrerà ora in top-40, come Teichmann, e dopo grandi traguardi in doppio e doppio misto ora si è detta già felicissima solo di poter mettere le mani su un trofeo. Sa benissimo che contro Muguruza servirà un miracolo e lei che ha un tennis molto piacevole da vedere, con movimenti dolci e buona lettura di gioco, con una tecnica un po’ all’antica nel portamento dei colpi e nel far filare la palla da entrambi i lati, unendo la buona lettura di gioco e le discese a rete, proverà a fare il possibile per darsi una speranza, ma comunque uscirà da questa settimana come una giocatrice completamente nuova.
Risultati
B. Krejcikova b. J. Teichmann 7-5 6-2
[9] G. Muguruza b. [10] E. Mertens 6-4 7-6(5)
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