Barty ‘difende’ Muchova: “Aveva bisogno (di MTO). Io ho perso inerzia, spiace sia diventato il punto di svolta”

La partita del giorno, in campo femminile, ha creato forte delusione e un accenno di polemica per tanti australiani (e non solo). Quando Karolina Muchova ha chiesto l’intervento di medico e fisioterapista stava giocando molto male ed era indietro 1-6 1-2 contro Ashleigh Barty, con molte colpe sue tra tanti errori e una prova fisica sotto tono.

Quanto successo dopo, ha visto un’altra partita: Barty, che non stava dominando (nel gioco) fin lì ma si limitava a raccogliere gli errori e tenere il centro del campo, si è bloccata e ha finito per perdere 1-6 6-3 6-2. Questo da numero 1 del mondo, nello Slam di casa, in un quarto di finale con una porzione di tabellone molto invitante per raggiungere la finale.

La delusione di tanti, e il particolare sviluppo del match, ha causato diverse allusioni e tentativi di cominciare una polemica tra giornalisti e utenti social contro Muchova per una richiesta che, non seguendo bene la partita, sembrava un modo maligno di fermare il gioco, fermare il ritmo dell’avversaria e ripartire come se nulla fosse. Le difficoltà invece, Karolina, le ha avute anche dopo però riusciva a fare qualcosa in più che le ha dato la rimonta e la prima semifinale Slam della carriera. Per lei c’è stato molto probabilmente un colpo di sole, visto che il corpo era spossato e c’erano giramenti di testa che l’hanno costretta a farsi misurare prima la pressione e poi la febbre, con difficoltà avute anche da Andrey Rublev contro Daniil Medvedev due match più tardi.

Barty, quando si è presentata davanti ai microfoni, ha rifiutato ogni accenno di polemica quasi schierandosi dalla parte di Muchova.

“Cosa pensi del MTO?”
BARTY: “Che avrei voluto essere più pronta nel game dopo. Ho cominciato bene col primo punto ma ho fatto poi qualche brutto errore e da lì in avanti il set è stato bene o male così, forse dal nervoso ho anche sbagliato scelte colpendo in maniera troppo aggressiva. Non ho sfruttato alcune palle break sul 3-3 e lì ho perso l’inerzia del set”.
“Dal nostro punto di vista quello ha completamente cambiato l’inerzia. Sei ok col fatto che abbia chiesto un MTO?”
BARTY: “Non è una mia decisione. In questi casi la giocatrice chiede il fisioterapista e il medico in campo, poi loro valutano la situazione e decidono. Questa è la regola, non sono seccata per questo” andando avanti “ma si vedeva che lei stava prendendo un po’ più tempo. Questo era il primo giorno abbastanza caldo da un bel po’. Io ho perso l’inerzia che avevo costruito e mi spiace, ma non voglio concentrarmi su cosa sia stato. Ora voglio tornare subito ad allenarmi col mio team e ripartire”.
“Karolina a fine partita ha detto che (durante il match) non si sentiva bene, le girava la testa ed era molto provata. È frustrante per te che abbia preso una pausa per questo?”
BARTY: “È completamente nelle regole, è un suo diritto se non si sente bene fermare il gioco. È una delle regole che abbiamo, è una delle possibilità per un MTO. Chiaramente lei ne aveva bisogno oggi. […] Dal mio punto di vista posso dire che ho giocato tante partite dove ci sono stati MTO. Io stessa ho chiesto MTO per alcuni motivi. Mi spiace solo che ho reso questo il punto di svolta della partita. Sarei abbastanza esperta da evitare che succeda. Ora non c’è nulla da fare, si può solo guardare avanti”.
“Dici che è nelle regole, ma secondo te è giusto che sia nelle regole che una giocatrice possa uscire dal campo se non è infortunata?”
BARTY: “Non faccio io le regole. Non le faccio io. Io obbedisco alle regole come le altre giocatrici. Non sono nella posizione di giudicare la decisione, quello spetta al fisioterapista e al medico. Chiaro che se ha preso l’MTO c’era qualcosa che non andava. Lei però era completamente nelle regole”.

Una Barty quindi che per prima non accetta di sentir parlare di scorrettezza da parte di Muchova, come non è affatto da escludere sia stato visto lo svolgimento delle due prestazioni prima e dopo la pausa. Una mossa simile Ashleigh l’aveva fatta nel 2018, sempre all’Australian Open. Quella volta aveva vinto all’esordio contro Aryna Sabalenka nella partita divenuta famosa, purtroppo, per il pubblico della Rod Laver Arena, i telecronisti, i giornalisti e la carta stampa che sbeffeggiavano la bielorussa per il suo grunt quando colpiva la palla.

In conferenza stampa, quella volta, qualche giornalista australiano provò a pizzicarla sulla questione, se avesse mai visto giocare Sabalenka e se avesse idea di quanto rumore facesse al momento di colpire.

“Sapevi che il rumore sarebbe arrivato. Parlaci di come hai vissuto il momento. Il pubblico era pure coinvolto. Come era dall’altra parte del campo?”
BARTY: “Sì sapevamo sarebbe stato qualcosa simile. Non ho visto molti match suoi ma avevo il coach che mi aveva detto qualcosa a riguardo. Molti tennisti fanno versi, molti tennisti non li fanno. È semplicemente il modo in cui sono. Per me non era una distrazione, nulla di tutto ciò. Sapevo che era compresa nella parcella, sapevo cosa sarebbe stato.
“Ti ha irritato?”
BARTY: “Per nulla. Credo che se qualcosa di così piccolo ti dia fastidio è più un problema del fastidio in sé”.

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