Roland Garros, Swiatek: “Le wild card? Essere qui per conto mio è ancora più bello”

In questi giorni una frase che Iga Swiatek disse a noi di Oktennis durante le qualificazioni dell'Australian Open 2019 ha fatto il giro di Twitter. Ieri le è stato chiesto, a riguardo, se la storia delle mancate wild card l'abbia condizionata: "All'inizio era dura, poi però ho pensato solo a lavorare".

Nel gennaio del 2019, durante la settimana delle qualificazioni dell’Australian Open, noi di Oktennis eravamo a Melbourne e tra i match che avevamo sottolineato come i più interessanti del tabellone cadetto c’era quello che nel femminile vedeva di fronte due ragazze coetanee e di grande talento: Olga Danilovic, vincitrice nell’estate 2018 del suo primo titolo WTA a Mosca, e Iga Swiatek, campionessa a Wimbledon nel torneo junior 2018.

Della serba, figlia del grande Pedrag ‘Sascha’ Daniovic, si sono perse un po’ le tracce perché dopo due anni è ancora bloccata, un po’ vittima di un carattere estremamente infuocato che vive con massima adrenalina ogni momento e non riesce a perdonarsi il minimo errore, vivendolo come un fallimento personale. Della polacca, invece, nemmeno due anni dopo ne stiamo raccontando le sue gesta a Parigi in un torneo Slam che potrebbe dare vero slancio alla sua giovanissima carriera.

Quel giorno Iga vinse un match palpitante: 1-6 7-6(4) 7-5. Il livello fu molto elevato, e da lì c’era forte la sensazione che con quella vittoria malgrado fosse solo 180 del mondo potesse diventare la grande favorita per la qualificazione e potenziale mina vagante nel tabellone principale, dove poi fece secondo turno sconfitta solo dalla nostra Camila Giorgi.
Dopo il match di secondo turno, ci ritrovammo in una stanza della sala stampa con Swiatek, allora molto sorpresa di trovarsi di fronte qualcuno che non fosse un giornalista polacco. Parlava abbastanza bene l’inglese, ma per la timidezza ricordiamo ancora come all’inizio ci disse che non era molto abituata e si scusava per eventuali errori o titubanze.

Tra le varie domande dell’intervista, visto che due mesi prima Agnieszka Radwanska aveva ufficializzato il suo ritiro, non poteva che essere sulla giocatrice simbolo del tennis polacco, e quale fosse l’eredità che lei lasciava.

Iga ci rispose: “Aga sarà per sempre la miglior giocatrice in Polonia… Voglio dire, io avrei bisogno di almeno 10 anni ad alto livello per essere meglio di lei perché lei è stata al massimo per tantissimi anni. È una strada veramente lunga, non ci penso tanto a essere sincera. Lei è un ottimo esempio per tutti noi. Lei ci ha dimostrato che se tu hai talento e credi in te stesso, non importa chi tu sia o da dove vieni, non importa se il tuo paese ti possa aiutare con delle wild card, un giorno potrai comunque essere tra i migliori del mondo”.

Nel momento in cui a Parigi ha battuto Simona Halep 6-1 6-2, Swiatek diventava la seconda giocatrice dalla Polonia nei quarti di finale. Inutile dire chi sia stata l’altra. In quel momento, abbiamo voluto riprendere quella risposta per aggiungere un hashtag #FromAgaToIga (#DaAgaAIga) che ha ottenuto un “mi piace” anche dal suo coach. La frase ha cominciato a essere condivisa da diversi appassionati e molti si sono concentrati sulla parte in cui Iga sottolineava il fatto di essere cresciuta senza veri aiuti perché la Polonia non può garantirle tornei di casa né può ambire ad accordi di scambi di wild-card con altri paesi, fattore che spesso viene messo sotto la lente di ingrandimento quando si confrontano (nel bene e nel male) i percorsi di crescita di tanti atleti.

Così, ieri dopo il successo contro Martina Trevisan, Tumaini Carayol del Guardian, ha voluto chiederle in riferimento a quella risposta che cosa volesse dire crescere vedendo tante ragazze che hanno avuto la luce dei riflettori addosso da subito mentre lei viaggiava lontano dai radar.

Iga, di nuovo, ha risposto: “È stato piuttosto fastidioso all’inizio. Ho dovuto accettare che se venissi, non so, dall’est Europa, dal centro Europa, può essere più duro avere wild card perché non abbiamo grandi tornei in Polonia e la nostra federazione non può scambiare wild card. Appena ho accettato questo e ho capito che sarebbe stato ancora più soddisfacente riuscirci per conto mio, ho cominciato a essere ok con questo. Ho continuato a lavorare. Sapevo che se avessi giocato bene, non importava se avessi dovuto giocare le qualificazioni e tre partite in più. Non so, mi avrebbe dato i punti ranking giusti. Se fossi arrivata in top-50 avrei avuto accesso ai tabelloni di ogni torneo. Così ho continuato a lavorare. All’inizio era abbastanza seccante, ma poi non mi è più importato”.

In carriera, Swiatek ha ricevuto solo una wild card: era un torneo ITF da 80.000 dollari a Praga nel 2018, ricevuto “grazie” al successo a Wimbledon junior una settimana prima. Nel 2019, partecipò all’edizione dei Championships con una wild card per la regola che vede la vincente dell’edizione junior essere ammessa di diritto al tabellone principale nel caso sia compresa nella lista delle qualificazioni.

Dalla stessa categoria