[1] S. Williams b. J. Pegula 6-3 6-4
Dopo quasi tre anni, Serena Williams ha potuto finalmente gioire. Rotto il tabù di titoli WTA che durava dall’Australian Open 2017 e, sebbene questo sia arrivato nel piccolo feudo di Auckland, la gioia della ex numero 1 del mondo può essere tanta perché di delusioni dal momento del rientro in campo post-maternità ce ne sono state diverse.
Si parlava, dopo la finale dello US Open persa lo scorso settembre, di un suo “blocco” nell’affrontare queste partite e l’ultimo atto in Nuova Zelanda sembrava ripercorrere un po’ quella via nelle prime battute, quando non era assolutamente centrata e Jessica Pegula, che oggi non poteva ambire più che a un ruolo di comprimaria, aveva provato a mettere più margine possibile tra sé e la connazionale.
Ha preso un break nel primo turno di battuta, ha avuto 4 chance per provare a salire addirittura 3-0, ma in fondo era più una questione di “quando” Serena sarebbe effettivamente entrata nel ritmo giusto. Al di là delle tante sconfitte, oggi c’erano pochissimi dubbi sul fatto che finalmente avrebbe messo mano sul primo trofeo da madre. Troppa la differenza di qualità malgrado l’ottimo torneo di una Pegula da lodare finché possibile, ma che nulla ha potuto nel momento in cui ha cominciato a colpire bene e a fare male.
Alla fine la partita ha superato l’ora e mezza, Serena ha vinto ma non ha effettivamente dominato (non che ce ne fosse bisogno) e grazie a questo risultato non solo si porta a casa un trofeo per la quarta decade consecutiva ma supera Kiki Bertens nel ranking WTA, cosa che potrebbe tornarle piuttosto utile a Melbourne per l’Australian Open. Col forfait di Bianca Andreescu, infatti, le verrà data in dote la testa di serie numero 8, il che vuol dire evitare una delle migliori 8 agli ottavi di finale cosa che lo scorso anno la portò a battagliare per oltre due ore contro Simona Halep.
Per il resto, il titolo numero 73 della sua carriera le può dare maggiore fiducia per lo Slam di Melbourne ma allo stesso modo, mettendo le cose nel proprio ordine, il tabellone di Auckland non può avere lo stesso peso specifico. Sarà lei a dover trovare qualcosa in più quando ci sarà bisogno, ben sapendo comunque che è pur sempre Serena Williams e finché sarà in campo sarà la solita, grandissima avversaria con intatte chance di poter vincere ogni torneo a cui partecipa. Anche a 6 mesi dai 39 anni.
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