Non sembrava essere così abbattuta e senza speranza neppure tra fine 2017 e 2018, quando infilava una sequenza di 8 sconfitte consecutive. Anzi in confronto era abbastanza tranquilla, Sloane Stephens. Seccata ma fiduciosa di avere le armi per recuperare. Un paio di mesi dopo, le sensazioni trovavano poi una dimostrazione pratica nel titolo a Miami e nella finale raggiunta al Roland Garros.
Ora la statunitense non da alcun segno di vita, una minima reazione, un moto di ribellione per provare a esserci e a dare qualcosa. Il 6-0 6-3 subito contro Camila Giorgi in quello che per lei era l’esordio nel WTA Premier di Osaka è l’ennesimo risultato negativo di una stagione che è crollata proprio dalla non-difesa del titolo in Florida e al di là di un paio di settimane positive a Madrid e Parigi per il resto è stata stracolma di sconfitte pesanti e risultati che non arrivavano.
Oggi, però, si è probabilmente raggiunto un picco ancor più basso. Giorgi si è presa con merito l’approdo ai quarti di finale perché ha fatto gioco, ha dominato in ogni aspetto, ha messo insieme 25 vincenti, ma che valore generale può avere questa vittoria? Senza voler toglierle nulla, non era un 6-0 6-3 inflitto a una numero 14 del ranking, ma neppure alla numero 23 della Race. E dispiace, in fondo, perché stiamo parlando di una ragazza che si è spinta fino in top-5 e che ha avuto modo di ottenere risultati importanti approfittando probabilmente delle uniche occasioni disponibili per rendere ben più delle sue aspettative, ma quella vista oggi in campo aveva a malapena un livello da top-100.
Si guardava intorno, Sloane, con l’aria di chi stesse odiando ogni singolo minuto speso in campo, presa a pallate da una che conosce un solo metodo di tennis ma quello è. Serviva adattarsi e trovare contromisure, lei invece era ferma, rinunciando a tratti ad andare, perdendo uno o due metri di campo e giocando palle completamente inefficaci e troppo invitanti per Camila per attaccare. Dopo i primi punti, il doppio break subito per lo 0-3 e il suo atteggiamento così lontano e distante, sempre in ritardo, l’ipotesi del doppio 6-0 era già reale.
Siamo andati abbastanza vicino, con la striscia che si è fermata a 8 game consecutivi. Giorgi, dal suo punto di vista fin lì tranquilla e senza pecche, ha avuto l’unica macchia vera nel servizio che stava andando completamente fuori giri nel sesto game e rischiava di riportare in parità il set. Sul 3-2 in suo favore sono stati 3 i doppi falli, 2 consecutivi dal 15-15, ma a dimostrazione ulteriore di quanto fosse scarica la sua avversaria sono arrivati 3 gratuiti di fila su 3 risposte ad altrettante seconde palle, in un momento dove la marchigiana non poteva forzare a tutta. Non trovava la palla, la statunitense, non muoveva i piedi. Guardava il suo angolo, Stephens, come a chiedersi “cosa ci faccio qui?”.
Alla fine un break è arrivato, quando però Camila era al servizio sul 5-2. Ancora due doppi falli, 11 in totale, e una pillola che cercava di essere meno amara. Non è però riuscita a fare l’unica cosa che serviva in quel momento: trovare il game del 4-5 per provare a dare pressione a un’avversaria che in quelle rare volte in cui veniva spostata faceva fatica a giocare e negli ultimi 2 turni di battuta aveva commesso 5 doppi falli. Serviva provare di tutto, ma litigava con la prima e la seconda palla era troppo docile e invitante per Giorgi, che al quarto match point si è presa il sesto break della sua partita e con sé i quarti di finale dove affronterà Elise Mertens.
Risultati odierni
Y. Putintseva b. [Q] V. Flink 6-1 6-1
C. Giorgi b. [3] S. Stephens 6-0 6-3
[WC] M. Doi b. [8] D. Vekic 7-6(5) 6-3
A. Pavlyuchenkova b. [2] K. Bertens 6-1 7-5
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