Dal nostro inviato a Indian Wells
Oggi mi ha impressionato il tuo dritto e i diversi modi in cui l’hai giocato, dando alle volte tanto spin e facendo saltare la palla, altre invece molta potenza… C’era un piano tattico dietro a questo?
Penso che sì lei si stesse trovando piuttosto male a colpire col rovescio sulla diagonale sinistra. Vedevo che non era tanto a suo agio e ho continuato a puntare lì.
Pensavi di poter fare questo grande risultato?
No, per nulla. Penso che dopo il primo set mi sia detta: “Oh, forse posso vincerla”. Però lei è salita di livello, la sfida si è equilibrata, e poi al terzo era partita con un break di vantaggio. A quel punto dovevo ricominciare tutto da capo, tornare al livello del primo set. Ce l’ho fatta, è stata dura anche se poi ci sono quei 5 game di fila per me. Sono veramente felice. In generale poi è tutto il torneo che mi sta girando bene. Avevo guardato il tabellone solo fino al secondo turno. Già aver visto il nome di Kasatkina mi aveva fermato. Da lì poi, ho pensato soprattutto a giocare partita per partita, non volevo pormi aspettative. Sono felice per questo perché ho lavorato tanto nell’ultimo periodo per tornare a star bene e a sentirmi bene in campo, e battere la numero 2 del mondo mi fa pensare che davvero nelle mie giornate migliori possa avere chance contro tutte.
È già la seconda grande partita che fai dopo quella contro Alona Ostapenko, quale pensi sia stata la migliore?
Sì vero, Alona ha giocato veramente bene contro di me, è stata durissima venirne fuori anche lì, ma qui mi è sembrato fosse molto di più una questione di pazienza e di dover vincere tutti i punti con le proprie armi, perché anche se lei oggi era in una giornata non perfetta non potevo pensare di trovarmi regali. E poi una questione fisica, lì si sta facendo sentire.
Un’altra cosa che ti ho visto fare molto di frequente sono i recuperi difensivi con scambi piuttosto lunghi, è questo il prossimo step che vorresti fare?
Sì anche, ma ora vorrei anche spingere un po’ di più e andare più spesso verso la rete. Con Simona per esempio tu non puoi pensare di rimanere soltanto a fondo campo a scambiare, lei è maestra nel gestire queste situazioni. Oggi poi ho messo in campo anche smorzate e altre variazioni per aiutarmi.
L’ultima volta che ci siamo parlati fu all’Australian Open 2018, poi hai avuto tanta sfortuna a livello fisico. È stato difficile dover attendere circa 10 mesi prima di tornare a giocare bene?
Sì, non difendere il primo titolo è stato per me un fallimento. Da lì le cose sono semplicemente peggiorate. Non riuscivo ad accettare che subito dopo aver giocato così male a Lugano mi fossi infortunata in un momento in cui stavo mettendo insieme buoni risultati. È stata dura fare quel percorso, dopo lo stiramento al polpaccio c’è stato un nuovo infortunio, non c’era per niente serenità, fiducia. Adesso mi sento bene.
In off season hai cambiato qualcosa?
Sì ho un nuovo preparatore atletico adesso. Ci eravamo messi in contatto a dir la verità fin dalla scorsa primavera, ma adesso lui è praticamente sempre con me. Abbiamo cambiato qualcosa della programmazione invernale, abbiamo fatto un gran lavoro e anche se ho sentito un po’ di dolore al ginocchio durante le partite di Extraliga da lì siamo tornati a rivedere il lavoro e adesso mi sento bene.
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