Serena Williams: “La mia caviglia sembra ok. I meriti oggi sono tutti di Karolina Pliskova”

Serena Williams in conferenza stampa riflette sulla sconfitta clamorosa all'Australian Open contro Karolina Pliskova: "Odio chiamare il trainer per un problema, non l'avrei mai fatto. Lei fantastica sui match point annullati".

Come sta la tua caviglia?
Sembra ok, ma normalmente non ho vere informazioni prima del giorno dopo, dunque devo vedere. Penso però che lei abbia giocato in maniera fantastica sui 4 match point. Davvero, è sempre andata con coraggio e un po’ di pazzia, trovando sempre le linee. Non penso di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma che lei sia stata incredibile sui match point.

Perché non hai chiamato il trainer al cambio campo per una verifica alla caviglia?
A essere sincera odio, davvero, chiamare il trainer. E a quel punto non sentivo di averne bisogno o che sarebbe stato qualcosa di grave, il problema. Così ho continuato.

Stavi servendo molto bene in quel momento, poi non hai più vinto un punto al servizio. Avevi dolore atterrando?
No, penso davvero che lei abbia giocato molto bene in risposta dopo il mio primo match point. Ha cominciato a giocare in maniera incredibile. Non penso sia qualcosa che riguardi la mia caviglia, semplicemente lei azzeccava ogni colpo. Ho fatto qualche errore, ma lei è stata grande.

Cosa ti è passato nella testa durante la rimonta?
Lei non si è mai arresa, secondo me. Poi una volta annullato il primo match point è cresciuta e ha cominciato a dare tutta se stessa. A quel punto mi dicevo: “Ok, vinci quel punto, vinci quel game”. Poi ho avuto un paio di match point sul suo servizio e pensavo: “Ok, ci siamo, adesso la chiudi”. Non è successo, e io ero in una fase dove semplicemente provavo a trovare una soluzione.

Sei tornata a giocare dopo la gravidanza, hai avuto ottimi risultati negli Slam, ma ancora ti è mancato il guizzo. Puoi raccontare come stai vivendo la situazione?
Il mio desiderio è sempre vincere. Non voglio mentire a nessuno. Non è ancora successo, ma penso che possa accadere. Devo solo continuare a prendere un match alla volta e crederci fino alla fine.

Di tutte le migliaia di partite giocate in carriera, è questa la più dolorosa?
Difficile da dire, perché lei… Cioè, non c’è nulla che io ho sbagliato sui match point. Sono rimasta aggressiva. Lei ha davvero colpito le linee in alcuni di questi. In uno ha colpito un ace, poi un servizio vincente, poi un dritto vincente. Ho davvero fatto qualunque cosa potessi sui match point. Lei ha giocato probabilmente il suo miglior tennis di sempre nel momento giusto. Per questo non riesco neppure a dirti che tutto ciò è incredibilmente doloroso.

Patrick l’altro giorno ha detto che non puoi affrettare i tempi. Quando sei tornata dall’anno di stop chiaramente volevi sempre vincere, ma ci vuole forse del tempo in più. Che cosa ne pensi?
Sì è vero, non è facile. Dal primo giorno del mio rientro, sinceramente, vado in campo con l’idea di aspettarmi di vincere contro chiunque, cosa che non è successa. Mi piace però questa attitudine. Mi piace pensare che comunque prima o poi succederà continuando così, invece che trovare scuse per me stessa.

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