[6] Ka. Pliskova b. [PR] V. Azarenka 6-2 1-6 7-5
Ci si attendeva un grande spettacolo per la chiusura del lunedì sul centrale di Madrid, soprattutto visti i nomi delle due protagoniste. Il big match è andato a Karolina Pliskova, che infila così la settima vittoria consecutiva ai danni di una Victoria Azarenka vicinissima nel set decisivo a girare completamente una partita dove forse è stata più in balia della sua avversaria che viceversa.
L’equilibrio tanto atteso è arrivato solo nella terza frazione, dal 3-0 per la ceca. Fin lì, quando una delle due esprimeva il suo miglior gioco l’altra non rispondeva allo stesso modo. Nei primi game dell’incontro Azarenka serviva con una percentuale di prime dell’86%, ma un brutto turno di battuta iniziale l’ha portata subito indietro di un break. Pliskova, in grande fiducia, si cavava molto bene d’impaccio dalle due situazioni pericolose concesse, un 15-30 e una palla break sul 3-2. In generale, comandava il gioco quando era alla battuta, forte di una bielorussa che non riusciva a spingere il proprio palleggio molto al di là della linea di metà campo e le palle erano tutte comode per attaccare. Qualche svarione di Azarenka sul 2-4 e si creavano i presupposti per il 6-2.
Nel secondo set il copione è cambiato radicalmente perché sullo 0-1 Pliskova ha giocato un bruttissimo game alla battuta commettendo 3 doppi falli e altrettanti gratuiti, o almeno cos’ inizialmente potremmo definirli, di dritto. In due circostanze, però, la nuova tattica adottata da Azarenka l’ha probabilmente sorpresa e sul momento la ceca non ha saputo trovare immediate contromisure a colpi difensivi un po’ più lenti ma molto profondi, con una traiettoria alta che si stampava nei pressi della riga di fondo. La ceca si è innervosita, ha perso la battuta e ha buttato i successivi 3 game colpendo dritti di pura rabbia. Azarenka era rientrata prepotentemente nel match e il 6-1 conclusivo rimandava tutto al terzo set.
Pliskova, anche grazie all’aiuto del coach, ripartiva con molta più calma. Un servizio da subito incisivo e un piccolo calo dell’avversaria creavano i presupposti per il 3-0 ma il non aver ucciso la partita un turno di risposta durato 12 minuti ha dato nuova spinta alla bielorussa, che di forza rientrava nel match. Dal 3-3 la sfida è stata molto tesa: Azarenka ha avuto 4 palle break, di cui 2 consecutive, sul 5-5 e forse ha dei rimpianti per la seconda di queste, quando aveva diretto lo scambio muovendo l’avversaria ma ha esagerato col topspin verso la diagonale di dritto mettendo la palla larga. Sul 5-6 Pliskova ha fatto di tutto per chiuderla subito ed evitare un tie-break molto rischioso: sul 15-30 ha giocato un’ottima palla corta scegliendo poi per l’opzione del passante centrale, che ha colto impreparata l’avversaria. Al secondo match point, una seconda molto debole di Azarenka è stata preda del dritto della ceca, che ha chiuso la contesa e si prepara ad affrontare Sloane Stephens mercoledì.
Azarenka che dunque esce dal torneo e ora ha qualche giorno in più per prepararsi a Roma. Questa sera si è evidenziata una volta di più l’assenza di match giocati, perché se nei primi 2 set gli errori gratuiti si erano contenuti nel terzo sono diventati il doppio. Eppure è andata vicinissima a una vittoria che poteva darle tanto morale. Sorride invece Karolina, che raccoglie altri punti importanti in un momento in cui sta esprimendo il miglior tennis del 2018. Ah, inoltre: 7 vittorie su 7 partite al terzo in stagione.
M. Sharapova b. I. C. Begu 7-5 6-1
È un inizio di torneo interessante, quello di Maria Sharapova, che in 24 ore raccoglie 2 vittorie non banali contro altrettante avversarie rumene: Mihaela Buzarnescu e oggi Irina Camelia Begu. Partite, dicevamo, non da sottovalutare perché storicamente a Madrid le tenniste della Romania hanno sempre fatto molto bene al di là dei successi di Simona Halep. Proprio Begu, da queste parti, ha ottenuto alcuni degli scalpi più importanti (Garbine Muguruza nel 2016, Jelena Ostapenko quest anno) e in generale sulla terra sa raccogliere spesso i risultati migliori. Basta un semplice dato: delle 330 vittorie in carriera a tutti i livelli, 206 sono quelle giunte calcando i campi in terra rossa.
Una Sharapova in fase di ricostruzione, oggi, aveva tutto da perdere visti anche i netti precedenti in suo favore. Eppure la russa ha giocato abbastanza bene, forse non ai livelli di incisività di ieri, specialmente alla battuta, ma è venuta fuori alla distanza con un buon tennis e con una crescita globale del proprio livello di gioco. Il vero “mattone” sull’intera partita è stata la fase finale del primo set, un parziale molto equilibrato dove Begu stava tenendo testa piuttosto bene alla rivale che nei precedenti confronti le aveva sempre lasciato le briciole.
Oggi c’era partita: i minuti passavano e l’equilibrio non si schiodava. Sharapova ieri diceva di dover fare abbastanza attenzione perché il servizio abbastanza potente e i colpi aggressivi della sua avversaria, oltre appunto alla fiducia e ai vantaggi che può trarre dal giocare sulla terra, avrebbero potuto creare situazioni abbastanza intricate. Ed ecco infatti che a causa di una falsa partenza non solo scivolava indietro di un break ma i tanti doppi falli nei primi game dovevano costringerla a cercare di rimanere in scia. Verso il quinto game la russa ha cominciato a spingere con più decisione, senza mai strafare ma aumentando passo passo la pericolosità. Begu si è complicata la vita, cedendo il break anche a causa di una seconda di servizio troppo rischiosa sul 3-2 30-30, ma al di là di quel momento la sua partita era molto positiva. Tutto si è deciso sul 6-5 Sharapova: cancellato un primo set point, Begu si è creata la chance del tie-break ma ha commesso un gravissimo errore di dritto a campo quasi del tutto aperto. Il game è tornato in equilibrio e al terzo set point Sharapova ha chiuso con lo scambio più bello della partita.
Una Sharapova forse un po’ più altalenante di ieri era comunque riuscita a far suo un parziale importantissimo, durato un’ora e cinque minuti. Il secondo set non è mai iniziato per la rumena, che anche con un illusorio break di vantaggio si è vista poi travolta da 6 game consecutivi per la sua avversaria e da un parziale di 18 punti consecutivi dall’1-1 0-15 al 5-1 40-0, prima della chiusura al terzo match point. Un carico di energia importante per dar seguito al successo di ieri e a tutto il lavoro che sta facendo con Thomas Hogstedt, già elogiato anche a Stoccarda dopo la sconfitta contro Caroline Garcia. Adesso Kristina Mladenovic, contro cui ci sarebbero alcuni punti in sospeso da risolvere viste le vicissitudini del recente passato.
[2] C. Wozniacki b. A. Barty 6-2 4-6 6-4
Caroline Wozniacki, pur faticando tantissimo, c’è. La danese è agli ottavi di finale del WTA Premier Mandatory di Madrid per un risultato che sa in parte di sollievo e in parte di grande valore se la guardiamo in ottica ranking. Da adesso in avanti ogni vittoria che la numero 2 del mondo ottiene vale un po’ di più perché aumenta sensibilmente le sue chance di essere numero 1 del mondo prima dell’inizio del Roland Garros, il che equivarrebbe a una seria ipoteca fino almeno allo US Open visti i tanti punti che Simona Halep andrà a scalare nei tornei più importanti.
Oggi Wozniacki ha rischiato tanto ed è stata baciata anche dalla buona sorte nel momento cruciale del terzo set, quando è rientrata da un break di ritardo con molta fortuna e Barty, da lì in avanti, ha cominciato progressivamente a irrigidirsi commettendo un grave errore sulla palla del possibile 5-3 e servizio e poi perdendo completamente la misura dei colpi sul 4-4, regalando il break che ha portato l’avversaria a servire e a chiudere il match. Vedendo la partita dalla prospettiva di Ashleigh Barty verrebbe un po’ da mangiarsi le mani: i primi 5 game della partita sono stati quasi tutti persi pur avendo praticamente sempre la palla game (o relativa chance di break). Sullo 0-2 ci sono state 3 chance consecutive di rimettere tutto in equilibrio; sullo 0-3 altre 2 palle game non sfruttate; sullo 0-4, finalmente, si è sbloccato anche il suo score dopo aver salvato una chance di 0-5. Dopodiché, nel terzo set, quella fase da 4-2 a 4-4 che ha cancellato ogni sforzo fatto fin lì.
Nonostante il punteggio quasi interamente dalla parte della sua avversaria, Barty aveva ancora molte carte da giocare. Serviva però trovare delle contromisure che, contro un’avversaria in una posizione ottima e con la capacità di fare muro e mettere allo stesso tempo pressione continua, doveva tramutarsi in una serie importante di punti vinti con l’inerzia a favore. Questa è arrivata nel momento forse più improbabile, quando Wozniacki era forte di un set e un break di vantaggio. Tre game consecutivi e partita che si apriva a un terzo set da 50-50.
Nella fase centrale del set decisivo era Wozniacki a essere colta dal nervosismo, giocando malissimo la palla break per l’australiana. Quando questa, sul 4-2 e servizio, sembrava padrona della situazione in un attimo tutto è di nuovo cambiato e Caroline, in qualche modo, è venuta a galla. Se non altro, dopo la partita abbastanza interlocutoria di ieri oggi ci sono un po’ più conferme sul buono stato di forma della danese, che ora avrà in Kiki Bertens una nuova avversaria che potrebbe darle fastidio: l’olandese ha dalla sua l’ottimo adattamento alla terra battuta, ma pecca spesso di concretezza, fattore su cui Wozniacki sarà pronta a raccogliere ogni opportunità.
Risultati
[9] S. Stephens b. S. Stosur 6-1 6-3
[6] Ka. Pliskova b. [PR] V. Azarenka 6-2 1-6 7-5
[7] C. Garcia b. P. Martic 6-3 7-5
[11] J. Goerges b. [WC] L. Arruabarrena 2-6 6-4 6-2
M. Sharapova b. I. C. Begu 7-5 6-1
K. Mladenovic b. S. Zhang 6-4 4-6 6-3
K. Bertens b. [15] A. Sevastova 6-1 6-4
[2] C. Wozniacki b. A. Barty 6-2 4-6 6-4
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