K. Bertens b. [7] C. Garcia 6-2 6-2
Kiki Bertens è la prima finalista del WTA Premier Mandatory di Madrid, impartendo a Caroline Garcia la stessa lezione data alle 4 avversarie precedentemente battute. Dominio, anche oggi, della tennista olandese che incrementa la grande striscia di successi che sta raccogliendo sulla terra battuta. Non sarà la specialista del rosso che si mette qualche metro dietro alla linea di fondo e “rema” raccogliendo ogni attacco dell’avversaria, ma ha una capacità di leggere ogni azione avversaria che le permette di arrivare sempre con anticipo e sfruttare gli ottimi spostamenti su questa superficie. Così, a 26 anni, Kiki ha raggiunto la finale più importante della carriera, la settima, tutte (ovviamente) sulla terra battuta.
6-4 6-4 a Maria Sakkari al primo turno (rimontando da 1-4 nel primo set), 6-4 6-1 ad Anastasija Sevastova al secondo, 6-2 6-2 a Caroline Wozniacki al terzo, 4-6 6-2 6-3 a Maria Sharapova ai quarti, 6-2 6-2 a Caroline Garcia oggi. Non è neanche una vera sorpresa questa serie di vittorie così nette contro avversarie alcune di buono/ottimo livello. Ad eccezione del set perso contro la russa, dal terzo turno in poi non ha mai ceduto più di 3 game a set. Oggi, ancora una volta, ha dominato l’avversaria.
Stiamo parlando di tennis femminile, dunque spesso ci capita di analizzare un dominio dal punto di vista dei vincenti, o della differenza tra vincenti ed errori gratuiti. Bertens non ha spiccato particolarmente in questo aspetto perché faceva meno numero: il 6-2 del primo set era nato da 7 vincenti, 4 gratuiti e Garcia aveva subito questo parziale così pesante servendo comunque la prima palla in campo nell’85% delle volte. Quello che sorprende, magari, gli appassionati che fino a questa settimana conoscevano poco di lei è la grande solidità che sta mostrando e il fatto che sembra avere pochissimi punti deboli nello scambio. Manovra tutto in maniera molto efficace, anche nella scelta di alzare la traiettoria di dritto fin dalla risposta (quando l’avversaria serve da destra a uscire) per impostare lo scambio in difesa ma riuscendo a non perdere campo con il rovescio e a costringere in questo caso la francese a dovere rischiare praticamente sempre.
Garcia è andata subito in confusione, e sul 5-2 per la sua avversaria nel primo set ha chiesto l’aiuto del coach. Papà Luis le diceva di non spingere troppo, che stava interpretando la partita come se fosse sul cemento mentre invece doveva star lì con la testa e avere tanta pazienza, perché provare a “sfondare” Bertens era un gioco quasi impossibile da attuare. Caroline ha provato a far qualcosa, ma si è spenta pressoché subito. Una brutta smorzata, giocata senza neanche pensare a vincere il punto, ha chiuso il primo set, un’altra forse ancor più rischiosa stava per concedere il break all’olandese all’inizio del secondo: dopo averla giocata stava già camminando verso la panchina tanto era fuori dai suoi schemi. Si è salvata, ma non su quella dopo quando Kiki ha giocato ogni colpo in difesa alzando dei gran pallonetti, l’ultimo dei quali è atterrato forse con un po’ di fortuna all’incrocio delle righe ed è valso l’allungo.
Altra prova sontuosa della tennista olandese, che è certa di ritoccare il proprio best ranking salendo almeno al numero 15 del mondo il prossimo lunedì. Aveva cominciato la stagione sulla terra battuta con l’obbligo di replicare gli ottimi risultati del 2017, quando tra quarti di finale a Madrid, semifinale a Roma e vittoria a Norimberga aveva raccolto in tutto oltre 1000 punti. Quest anno, già solo vincendo a Charleston e arrivando in finale a Madrid, ha totalizzato oltre 1100 punti.
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