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La Lettonia spaventa la Russia: nel freddo della Siberia uno spareggio di fuoco

Ora alzi la mano, subito, chi al volo sa collocare esattamente Khanty-Mansiysk. E non fate finta, niente Google Maps o aiuti vari. Più o meno, a indovinare, deve esservi passata per la testa la stessa risposta che ha dato Anastasija Sevastova: “Dove si trova? Beh, prendi la mappa della Russia, vai al centro, punti il dito in un punto a caso e l’hai trovata. Facile”. Localizzata a 2615 chilometri a est di Mosca, nella Siberia occidentale, questo paesino di poco meno di 54 mila abitanti ospiterà la sfida di playoff più delicata e interessante di tutto il fine settimana di Fed Cup.

RUSSIA vs LETTONIA: COMUNQUE VADA, SARÀ STORIA

La superpotenza russa, decimata dal ricambio generazionale che ha visto chiudersi ormai definitivamente l’epoca d’oro degli ultimi 10 anni, non è ancora pronta a ripartire. Daria Kasatkina quest anno ha dato forfait scegliendo la propria carriera in singolare, le (più) giovani ci sono e promettono bene, ma sono acerbe. In più, la rinuncia di Anastasia Myskina come capitano poche settimane fa dopo 5 sconfitte nelle ultime 6 sfide (e la vittoria è arrivata contro Taipei) dalla finale, persa, a Praga nel 2015. La barca sta affondando e lo spettro della prima retrocessione nei gruppi zonali porterebbe con sé scenari da incubo. Una volta che si è nel Gruppo 1, risalire non è affatto semplice: si giocherebbe tutto in una settimana, in campo neutro (zona Europea-Africana), appena dopo l’Australian Open. Avversarie perlopiù abbordabili, chiaro, ma come la Gran Bretagna ci sta dimostrando non basta avere con sé la giocatrice top-10 per avere vita facile. E loro come seconda singolarista hanno Heather Watson, giocatrice che occupa tranquillamente la top-100. Eppure da 4 anni, quando Johanna Konta ha cominciato a giocare per loro, rimangono comunque impantanate a battagliare contro Portogallo, Slovenia, e altre squadre di valore molto inferiore. Questo perché le mine vaganti sono sparse pure lì e negli spareggi hanno spesso pescato avversarie molto competitive (lo scorso anno ci fu la Romania di Simona Halep).

Quest anno ci riproveranno, ma dovranno volare in Giappone per affrontare Naomi Osaka e compagne. Mancherà la seconda singolarista di livello alle orientali, ma hanno un doppio già impostato (Miyu Kato e Makoto Ninomiya). In bocca al lupo.

La Russia invece, semplicemente, non può permettersi di scendere nei gironi zonali con una squadra che ha comunque bisogno delle sue “veterane”, almeno una tra Elena Vesnina e Ekaterina Makarova, per dare un punto fermo a chi verrà. Con Maria Sharapova che, se vorrà essere in campo a Tokyo 2020, deve essere convocata dalla propria nazionale. Immaginarle fare come Victoria Azarenka, che nel 2016 andò a Budapest per la sua Bielorussia, al momento viene difficile: già c’erano segnali di abbandono prima di quest ultimo biennio, ma il fatto che Igor Andreev, neo capitano, ha convocato le due più Anastasia Pavlyuchenkova fa capire che questa sfida non può essere sbagliata. Ci si gioca tutto sulla terra, al coperto, e contro di loro una squadra che baserà tutto sulle due singolariste di punta: Jelena Ostapenko e Anastasija Sevastova. Per loro si può fare la storia, ma nel verso opposto: è dal 1994 che la Lettonia non compete nel World Group. Sarebbe, in caso, il World Group 2 (che potrebbe tornare a essere un girone unico se passeranno le modifiche accennate) e con una coppia come quella si potrebbe progettare un futuro molto interessante.

C’è però da superare lo scoglio Russia, ma il capitano Andi Juskas si è mostrato molto positivo. Lunedì c’è stata una conferenza stampa in un centro commerciale a Riga e il numero di giornalisti, fotografi e curiosi era elevatissimo. Ci sono due giocatrici in top-15, due che su terra hanno ottenuto appena un anno fa ottimi risultati (Ostapenko a Parigi, Sevastova con la semifinale a Madrid) e c’è la voglia di crescere sfruttando il momento di così grande entusiasmo. Hanno le idee chiare, Jelena e Anastasija: “Dobbiamo chiudere i conti prima di arrivare al doppio”. Temono tanto l’eventualità di giocare la quinta e decisiva sfida contro Makarova e Vesnina, assieme ormai da 5 anni, medaglia d’oro a Rio e campionesse di altissimo livello. In singolare hanno entrambe chance, sfruttando magari una Pavlyuchenkova che su terra, con la nazionale, vanta appena una vittoria su 7 partite, ma Sevastova non ha mai battuto né Pavlyuchenkova né Makarova. Ora, però, ci si gioca tutto e attenzione al risultato che verrà fuori da Khanti-Mansiysk, perché potrebbe cambiare parte degli equilibri che conoscevamo.

L’AUSTRALIA PRONTA A ROMPERE IL DIGIUNO, LA BIELORUSSIA NON PUÒ SBAGLIARE

La sfida di Wollongong tra Australia e Olanda ha tutti i connotati per essere una passeggiata per le padrone di casa. Sfruttando la fase di stagione sulla terra rossa europea, e il tie che verrà giocato in Australia, praticamente tutte le giocatrici olandesi hanno rinunciato alla lunga trasferta dall’altra parte del mondo. Mancheranno Kiki Bertens e Richel Hogenkamp, protagoniste appena 2 anni fa della strepitosa cavalcata “Orange” fino alla semifinale del World Group 1 e adesso lo spettro della retrocessione nel World Group 2 è più vivo che mai. La prima singolarista è Lesley Kerkhove, numero 207 del mondo, mentre la seconda sarà Quirine Lemoine, debuttante e numero 297. Per le oceaniche, Ashleigh Barty e Daria Gavrilova dovrebbero chiudere la partita già nei primi 2 singolari. Sarà però bello rivedere, nelle fila delle olandesi, Indy de Vroome. Classe 1996 e considerata un grande prospetto per il futuro persino da Kim Cljisters, che fino a un paio d’anni fa ne era mentore e la coccolava a lungo, smise di giocare a metà giugno 2016 per dei problemi fisici che duravano da tempo. Dopo una lunga serie di esami, ha scoperto nel 2017 di avere la malattia di Lyme e solo a metà marzo 2018 dichiarava ai giornali olandesi che molto difficilmente la sua carriera sarebbe proseguita. Paul Haarius, capitano “Orange”, ha voluto convocarla ma ha dichiarato che non dovrebbe schierarla in campo: la lunghissima lista di assenti non ha lasciato alternative e de Vroome è l’unica che può aiutare le compagne anche solo nel ruolo di sparring.

La Bielorussia ospita la Slovacchia nel quinto tie in casa. La Chizhovka Arena di Minsk vedrà Aryna Sabalenka alla seconda in Fed Cup da numero 1 del proprio paese dopo la finale persa contro gli Stati Uniti, ma l’ottimo torneo di Chiasso dà enorme fiducia alle ragazze guidate, alla prima da capitano, da Tatiana Poutcek. Sabalenka in finale, Vera Lapko in semifinale con ottimi progressi, Aliaksandra Sasnovich che ha mancato i quarti quando era ormai fatta, infine la finale di Sabalenka e Lapko in doppio. Non possono sbagliare, per non rischiare di rallentare un progetto di un team giovane e vincente, con la speranza per loro che Victoria Azarenka possa tornare nel team, dopo le ottime basi dello scorso anno. La Slovacchia si aggrappa ad Anna Karolina Schmiedlova, unica top-100 e reduce dalla vittoria di Bogotà. Sembra ancora qualche passo indietro rispetto alle avversarie, ma lei e Jana Cepelova (difficile venga preferita Viktoria Kuzmova) hanno già tanti gettoni in questa competizione e Matej Liptak deve affidarsi a loro per quello che sarebbe un exploit a tutti gli effetti.

SPAGNA E ROMANIA, SEMBRA TUTTO FACILE

Da una parte torna Garbine Muguruza, dall’altra Simona Halep. La numero 3 del mondo ha il dovere di vincere almeno i 2 singolari contro il modesto Paraguay per salvare la Spagna da una retrocessione nel Gruppo 1 che in questo momento non è neppure calcolata: il divario tra le 2 nazioni è enorme. Muguruza e Carla Suarez Navarro dovrebbero bastare per placare Veronica Cepede Royg, unica vera carta delle ospiti.

La numero 1 WTA invece torna in campo a Cluj per riportare nel World Group 1 la Romania, scesa nel 2016 quando perse lo spareggio contro la Germania. L’avversaria, la Svizzera, è un cantiere aperto. Belinda Bencic è infortunata, Timea Bacsinszky ha ancora noie al polso e deciderà solo all’ultimo. Martina Hingis ha convocato Patty Schnyder, al rientro in nazionale dopo 7 anni: 39 primavere, una figlia, un rientro nel tennis professionistico nel 2015 che si è al momento arrestato intorno al numero 130-150 del mondo lei che è stata anche numero 7 circa 10 anni fa. Eppure le hanno riconosciuto grande lealtà quando tempo fa difendeva i colori svizzeri anche nella “serie B” e assieme a lei c’era solo Amra Sadikovic. Lei si è subito detta disponibile, anche se questo voleva dire rinunciare a giocare le qualificazioni a Stoccarda. La sfida di Cluj sembra abbastanza segnata, chissà che le elvetiche non possano davvero rendere il weekend un po’ più movimentato.

WORLD GROUP 1, PLAYOFF

Italia vs Belgio
Australia vs Olanda
Bielorussia vs Slovacchia
Romania vs Svizzera

WORLD GROUP 2, PLAYOFF

Russia vs Lettonia
Spagna vs Paraguay
Giappone vs Gran Bretagna
Canada vs Ucraina

Diego Barbiani

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Diego Barbiani
Tags: Fed Cup 2018

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