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Marta Kostyuk ha già conquistato l’Ucraina: sua la vittoria cruciale in Fed Cup

AUSTRALIA – UCRAINA 1-1

Mettiamola così: l’Ucraina era sfavorita, probabilmente la vittoria di oggi non sposta ancora gli equilibri, ma l’1-1 maturato a Canberra dopo la prima giornata della sfida contro l’Australia è degno di nota. Una nazionale, quella di casa, con due top-30 contro una ospite priva di tutte le sue stelle più importanti. O meglio, tutte tranne una.

Marta Kostyuk, protagonista di questo inizio di 2018 con il terzo turno all’Australian Open, la vittoria all’ITF di Burnie e l’ingresso in top-200, ha fatto segnare un nuovo exploit battendo la top-30 Daria Gavrilova 7-6(3) 6-3 e regalando il punto della parità dopo che Nadiia Kichenok aveva forse assaporato la possibilità di battere Ashleigh Barty, ma la giocatrice di Ipswich aveva comunque trovato la via per imporsi 4-6 6-1 6-4.

Per quanto riguarda il primo match, il fatto che si giocasse su erba aveva livellato moltissimo le differenze. Nadiia è l’unica delle due Kichenok in squadra (presente anche la sorella Lyudmyla) ad avere ranking di singolare, seppure al numero 883 del mondo. L’erba però sembra casa sua e oltre a spostamenti molto rapidi c’era anche un dritto che per tutto il primo set aveva fatto malissimo alla numero 16 del mondo, sorpresa da questo atteggiamento e incapace di sfruttare un 2-0 di vantaggio. Poi nel secondo set Barty si è ritrovata e nel terzo un break è bastato a portare a casa la partita.

L’appuntamento però era tutto per il secondo match. I recenti risultati di Kostyuk avevano acceso diverso interesse per l’esordio assoluto con la maglia della nazionale ucraina. Daria Gavrilova, numero 26 del mondo, rappresentava la giocatrice dalla più alta classifica WTA che andava ad affrontare, eppure ancora una volta ha giocato un ottimo match. C’è stata una fase complicata, dove nessuna riusciva ad allungare pur strappando la battuta all’avversaria, e si sono registrati 7 break di fila dal 3-2 Kostyuk al 6-6, eppure anche qui la giovanissima ucraina non si è mai fatta prendere dalle difficoltà cercando di mantenersi avanti nel punteggio per darsi una chance nel game successivo, fattore mentale comunque importante.

Nel complesso si è fatta preferire sotto tanti aspetti, tra cui quello non scontato delle continue discese a rete: leggeva spesso il gioco con grande abilità, motivo per cui aveva la prontezza di presentarsi nei pressi della rete con movimenti in controtempo che fregavano costantemente l’avversaria, che continuava a subire a fondo, mai in grado di girare l’inerzia dello scambio e provare a costruire qualcosa di diverso. La partita di Kostyuk, nonostante quei 7 game, seguiva una linea logica ben chiara; quella di Gavrilova era più dettata dai nervi, dalla capacità di resistere (o, detto brutalmente, “di star lì con la testa”).

Il tie-break è stato completamente ad appannaggio della numero 185 del mondo, che poi sul 2-1 del secondo set ha allungato in maniera definitiva. Pregevoli alcuni dei punti giocati nel terzo game: due slice corti di dritto a cui ha fatto seguito un passante incrociato stretto che non ha dato chance all’avversaria, una voleè di dritto in controtempo giocata ancora ben distante dalla rete, un passante di dritto in corsa. Il livello di Kostyuk nel secondo set si è alzato in maniera considerevole, facilitata anche da una miglior lettura del rimbalzo della palla. 4-1 e risposta bloccata in allungo di dritto, forse il punto più bello della sua partita.

L’unica mezza chance concessa in risposta è stata sul 4-2 0-15, quando ha perso gli appoggi ed è finita per terra, eppure è riuscita a rialzarsi e a raggiungere un rovescio lungolinea dell’avversaria fino a giocare il dritto incrociato vincente.

Sul 5-3, la chiusura del match senza grandi difficoltà, a dimostrazione di una differenza di rendimento importante rispetto al primo set dove, comunque, non aveva giocato male: a quindici anni appena, ha già preso per mano la propria nazionale. Probabilmente cambierà poco nell’economia dell’intera sfida, ma già essere sull’1-1 è oro, perché consegna all’Ucraina una chance di provare a passare il turno, cosa che sembrava impensabile fino a ieri.

Diego Barbiani

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