Interviste

Sevastova: “Non ho mantenuto i nervi saldi nel tie-break decisivo”

Puoi parlarci di quanto fosse un problema la tua gamba e in particolare la coscia, tanto da aver ricevuto un trattamento nel primo set?

Non era un problema tale da avermi fatto perdere, ma ho sentito un piccolo fastidio, ma dopo aver ricevuto il trattamento tutto è tornato alla normalità. Mi sentivo molto meglio. All’inizio non riuscivo a muovermi molto bene, ma da lì in poi è andato tutto bene.

Quanto sono stati determinanti i nervi nel terzo set? Sembravi frustrata anche quando eri in vantaggio, mentre andavi vicina al secondo break.

È stato un set tirato. Credo di essere stata in controllo sul 5-4 o 6-5 mentre servivo. A quel punto del match non mi sentivo particolarmente nervosa. Ma prima probabilmente, all’inizio, un pochino lo ero. E anche al tie-break.

Ma è normale. Voglio dire, era il terzo set. Ti stai giocando un posto in semifinale agli US Open (sorride, ndr). Non sono un robot. Scusatemi.

È troppo presto per chiedertelo? Ovviamente non è stato il risultato che desideravi, ma è troppo presto per trovare delle note positive in questo torneo nel quale sei riuscita ad arrivare fin qui?

Sì, questo è già un risultato positivo. Ho perso 7-6 al terzo contro Sloane. Voglio dire, lei è una grande giocatrice. Sta giocando benissimo. Ha mantenuto i nervi saldi più di me nella fase conclusiva e ha giocato punti straordinari.

Se lo merita. Ho grande rispetto per lei. È stato un grande torneo per me. Non posso negarlo. Ovviamente adesso la sconfitta fa male, ma sì, in un paio di giorni tutto tornerà alla normalità. Continuerò a vivere la mia vita (sorride, ndr).

Potresti parlarci un po’ di più di Sloane? Hai parlato dei suoi nervi. Quale lato del suo gioco la rende una grande tennista?

Ha degli ottimi colpi. Sono potenti. È difficile affrontarla. Si muove bene. Gioca aggressivo. Il suo diritto è ottimo.

Credevo di averla in pugno all’inizio del terzo set. Ero in controllo del match. Ma, sì, ha rimontato e ha giocato grandi vincenti. Poi il pubblico credo che l’abbia aiutata un po’, l’abbia spinta verso la vittoria.

Ma credo che lei sia una giocatrice completa. Sa giocare bene anche a rete. Chiude bene i punti a rete. Risponde bene. Credo sia una delle pretendenti al titolo, almeno spero (sorride, ndr).

Sembravi più in controllo del match quando cambiavi leggermente il ritmo, soprattutto quando utilizzavi molto le palle corte. Ovviamente questa era la tua strategia in quel frangente. Puoi darci maggiori delucidazioni? Pensi magari di non aver utilizzato abbastanza questa tattica?

Non lo so. Lei si muoveva molto bene anche sulle palle corte e ha un buon tocco. Sa accompagnare bene la palla.

Di certo, era una strategia. Dovevo mescolare un po’ le carte in tavola, come ho fatto contro Maria (Sharapova, ndr).

È riuscita ad muoversi bene arrivando su alcuni dei dropshot. Forse, per questo, in seguito ho perso fiducia in questo colpo e anche verso la fine del match.

Ma ripeto, se arrivi a un tie-break e inizi a giocare palle corte, non lo so. Diventa difficile. Devo mantenere i nervi saldi. Forse, invece, non li ho controllati (sorride, ndr).

So che non eri molto preoccupata all’idea di difendere punti al tuo ritorno qui, ma riuscire a farlo, credi possa aggiungere qualcosa alla tua carriera? Dimostra qualcosa? Come vai via da questo torneo avendo ripetuto questa cavalcata?

Non ci avevo mai pensato, e non ci penserò.

Davvero, non mi interessano i punti. Gioco per gli spettatori, gioco per – non so come voi lo dire, per tutti, per me stessa, per essere protagonista di partite straordinarie come questa. Anche se avessi perso contro Maria nello scorso match, sarei stata in pace con me stessa. Perché quei due match sono stati incredibili, tra i migliori della mia carriera. E questa esperienza non la dimenticherò.

Non penso a 465 punti, o 0,5 punti o, non so. Scusami.

Sappiamo che sei appena stata eliminata, ma senti che qualcuna in particolare possa vincere il torneo? C’è una favorita per te?

Non so, non ne ho idea. Tutte possono vincere.

Fausto Consolo

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