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Finalmente Roma. Cosa farà Nadal?

Non si sono ancora sopiti gli echi della splendida finale di Madrid – con Thiem che sembra finalmente pronto a portare il suo attacco al Roland Garros e Nadal che adesso è il naturale favorito – che già tocca trasferirsi a Roma. Il torneo è stato preceduto da varie polemiche e per quanto si sbandierino dati sempre più trionfali ci sono pochi dubbi che quello di quest’anno rischia di essere un torneo dimesso.

Si è cominciato subito maluccio, con le polemiche riguardanti Francesca Schiavone. Si è parlato abbastanza della questione wild card e rimane un po’ misteriosa la preferenza accordata a Sara Errani rispetto a quella che forse è stata la nostra migliore tennista di sempre. Soprattutto per via del fatto che pare possa essere stata l’ultima occasione di vederla al Foro. Che poi i risultati dell’ultimo mese abbiano acuito i rimpianti, con Francesca capace, proprio grazie agli inviti, di vincere un torneo e arrivare in finale in un altro non è certo colpa di Binaghi, che non poteva certo aspettarsi un ritorno così prepotente della ragazza bresciana. Per la più classica delle “ironie della sorte” Francesca alla fine avrebbe anche potuto prendere parte alle qualificazioni, ma ovviamente non ci ha neanche pensato. Fatto sta che alla fine non è improbabile che ci sia un po’ mangiati le mani dalle parti di Viale delle Olimpiadi, e non è escluso che ci sia stato qualche pentimento. Ma ormai la frittata è fatta e la nostra campionessa slam la vedremo altrove.

A proposito di wild card l’altra questione riguardava la Sharapova, e sarà il caso di rassegnarsi a sentirne parlare per qualche altro paio di mesi, fino a quando la russa non avrà la classifica per partecipare senza chiedere favori a qualcuno. O, meglio, quando il chiederle di partecipare non sarà motivo di imbarazzo. Perché davvero ci sono pochi dubbi che senza Maria il tennis femminile ridiventa una nicchia per pochi affezionati, che magari avranno il loro misterioso senso etico soddisfatto ma che rischierebbe di contrarre considerevolmente lo spazio delle loro beniamine. Chissà quanto sarebbero interessati a partite che richiamerebbero un centinaio di spettatori. La russa garantisce un ritorno di attenzioni che nessuno in questo momento – e negli ultimi anni – può offrire al tennis femminile cosa che paradossalmente avviene quando i tornei sono sempre più incerti ed emozionanti. La finale di Madrid tra Mladenovic e Halep è stata bellissima per un paio d’ore per esempio, ma in generale molti incontri femminili sono tecnicamente validissimi. Molto di più della disastrosa semifinale tra Nadal e Djokovic a Madrid, tanto per non fare paragoni. Insomma proprio quando il tennis femminile sembra diventare interessante paradossalmente c’è il rischio che subisca un calo di attenzioni. C’è da sperare appunto che Sharapova riesca a scongiurare una pericolosa disaffezione. Se poi Eugenie Bouchard riuscisse a mantenere i livelli madrileni sarebbe perfetto. E proprio a Roma vedremo se il saldo tra l’assenza di Serena e il rientro di Maria sarà positivo o meno.

E parlando di Serena non si può nascondere che il torneo di quest’anno è decisamente zoppo. Non c’è la detentrice del titolo e soprattutto non c’è Roger Federer che starà cercando di capire se il ritorno di Nadal sia dovuto ad un generale momento di crisi del movimento o ad una ritrovata condizione fisica dello spagnolo. L’assenza dello svizzero è un disastro per qualsiasi torneo, figurarsi per Roma che l’anno scorso riempì il centrale solo per vedergli fare due scambi con Luthi.

Ma il “dramma” potrebbe arrivare nelle prossime ore. Dopo la vittoria di Madrid le dichiarazioni di Rafa sono state a dir poco preoccupanti. Lo spagnolo ha ricordato che l’anno scorso aveva fatto malissimo a venire in Italia (quando pure giocò una grande quarto di finale con Djokovic) e che, per quanto la situazione possa essere differente, prenderà una decisione solo tra oggi e domani. Il fatto che non abbia garantito la presenza è un pericolosissimo segnale d’allarme e si saranno già messe in moto le macchine diplomatiche per scongiurare quello che sarebbe un forfait difficilmente digeribile. È un discreto rompicapo perché uno come Rafa non è certo abituato ad andare per tornei a fare il minimo sindacale e se viene a Roma è per provare a vincere. Ma chissà magari l’età potrebbe portarlo ad una nuova saggezza. Inutile dire che la speranza è di vederlo zompettare già da domani nei campi periferici.

A parte questo il torneo è iniziato come ci si aspettava. Nei viali si prende il sole, il campo della statue è sempre bello e Fognini ha vinto lo scontro generazionale. Stasera ci sarà un gran match, quello tra Dimitrov e del Potro, ma nel pomeriggio c’è l’esordio di Maria. Lo spettacolo continua.

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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Roberto Salerno

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