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Federer, la risposta è nella risposta

Si fa presto a dire SABR: già due anni fa Roger Federer aveva sorpreso tutto con il suo personalissimo “Sneak Attack By Roger”, una sorta di Chip&Charge reinventato, colpito da metà (sì, metà) campo, con il rischio di beccarsi il servizio in fronte, a sorprendere l’avversario che ancora deve completare il movimento in uscita dalla battuta: un controbalzo estremo, un colpo con margine di errore quasi pari a zero, qualcosa da attuare in situazioni di punteggio particolari e magari di vantaggio cospicuo.

Nato un po’ per caso, durante un allenamento: Severin Lüthi che lo sprona a farlo anche in partita, ridendoci su; Federer che lo prende seriamente e finisce per farlo davvero e divertirsi, anche se non ne ha mai poi abusato, evidentemente per poca convenienza.

È stato chiaro fin da gennaio e dal sole cocente di Melbourne che il rovescio di Roger fosse colpito con tempi diversi e soprattutto con un’altra convinzione: merito senza dubbio di Ivan Ljubicic – per cui gli elogi ora si sprecano ma le critiche la scorsa stagione erano impietose, ricordiamo bene, non tenendo conto delle condizioni di salute precarie di Federer – e anche dello svizzero, che si è lasciato convincere e ha avuto la voglia e la pazienza di migliorarsi, ancora una volta.

La storia del peggior colpo di Roger

Il rovescio di Federer, però, ha subito negli anni una trasformazione e un miglioramento graduali: fin da adolescente era sempre stato chiaro che quello fosse il colpo “debole”, quello su cui lavorare. Prima sui passi, poi sulla condizione, ancora sulla ricerca, successivamente usando molto lo slice: il primo Federer nasce così, anche perché i campi erano ancora veloci e usare lo slice per difendersi o per variare il ritmo era necessario e produttivo. Quando le cose iniziarono a essere diverse e la “scuola spagnola” iniziò a prendere il sopravvento, costringendolo ad affrontare rotazioni estreme, Federer, soprattutto insieme a Tony Roche, lavorò tanto per rendere solido il top di rovescio, con ottimi risultati. Nel 2006 soprattutto, si vide lo svizzero usare quel colpo come mai prima in carriera. Successivamente il miglioramento è progredito ma certo non al livello della qualità e dell’efficacia del dritto.

La risposta

L’attuale miglioramento però non avrebbe portato ai risultati ottenuti in questo strepitoso inizio anno dello svizzero se non fosse stato applicato ad un altro dei colpi allo stesso tempo più sottovalutato e migliorato di Federer: la risposta. Se quella di dritto è “automatica” e naturale, quella di rovescio è stata sì efficace nel corso degli anni ma più come contenimento e volontà di mettere in difficoltà l’avversario grazie l’effetto “slice” che con un effettivo vantaggio nello scambio per Federer stesso.

L’anticipo è la base da cui partire, per tutti i colpi di Roger: va da sé quindi che la condizione e i riflessi devono essere al massimo per giocare quel tipo di tennis o gli errori si moltiplicano senza pietà. Juan Martin Del Potro si è visto arrivare dei missili che atterravano dove non poteva più raggiungere la palla, non appena alzato lo sguardo dopo essere atterrato sul piede d’appoggio. La costanza e la convinzione con le quali Federer gioca questo colpo sono decisive tanto quanto la condizione fisica e provoca negli avversari un’ansia da non sottovalutare nel momento in cui ci si accinge a servire. Un colpo di inizio gioco, devastante e veloce è il vero “segreto” del ritorno al top di Roger Federer.

Gli altri colpi da “svolta”

Non si tratta quindi della prima volta in cui Federer ha dovuto e voluto migliorare un colpo per reinventarsi grazie alla concorrenza: oltre al rovescio c’è stata la ritrovata considerazione della palla corta, specie sulla terra; il gioco di volo, impreziosito e divenuto solido grazie a Edberg; la seconda di servizio in kick da sinistra e via andando.

E di certo non è l’unico: il miglioramento del servizio di Novak Djokovic lo ha completato come giocatore e poi reso dominatore. La difficoltà del serbo con i colpi sopra la testa è cosa nota e sebbene lo smash sia ancora oggi una nota dolente, il servizio (probabilmente grazie a Becker) ha segnato un tassello importante nella fiducia e nell’efficacia del gioco di Nole.

Il rovescio incrociato di Nadal, che gli ha permesso di vincere Wimbledon: un colpo per il quale Nadal non ha bisogno di troppe rotazioni e che colpisce anche aprendo poco.

Il segreto del Federer odierno è sì la risposta ma il segreto tennistico dei campionissimi è sempre stato uno solo: non accontentarsi. Neanche per sbaglio.

Rossana Capobianco

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